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Diversi motivi spingono a ritenere che questo "Live
Conversations" sia uno dei meglio riusciti prodotti che artisti italiani
di questo calibro abbiano mai saputo offrire al proprio pubblico. E per lo meno
fanno intuire che, nell'incontro dal vivo tenutosi all'Università del Melo di Gallarate,
due splendidi
Moroni e
Pieranunzi,
con un gesto dotato di straordinaria naturalezza e spontaneità, imprimono un ben
chiaro segno, e duraturo, nel percorso delle produzioni del Jazz italiano; al contempo
innovano ed alzano il modello, il significato che una situazione "a quattro mani"
può assumere se inserita in un discorso espressivo come quello dell'improvvisazione
jazzistica. D'altro canto la scelta di lavorare su standards di confermato
successo come i sei qui presentati è indicativa di una volontà di indagare e guardare
avanti restando però legati alla più florida e genuina tradizione jazzistica, tributandole
ancora una volta importanza capitale, ribadendone il valore.
Scopriamo i due in una veste un po' più energica e forte di quella a cui
siamo abituati, forse certo a causa del piacere e dell'evidente entusiasmo che caratterizza
il reciproco incontro, ma anche più schiettamente per la mancanza di strumenti ritmici
o solisti; un contesto cioè dove il piano è in diritto – ma altresì in dovere –
di sfruttare tutta la propria gamma timbrica, di esasperarla e sforzarla. L'approccio
agli strumenti infatti è molto fisico, travolgente, e spiazza l'ascoltatore con
frequenti sferzate di suoni che si combinano fra loro, mescolando il fraseggio libero
dell'uno allo sfondo e alle strutture armoniche dell'altro. In altri momenti però
la musica si fa più libera e l'atmosfera rilassata. E' su questi due estremi che
i nostri giocano, mantenendo un struttura sottesa determinata proprio da alternanze
fra presenza fisica, nervosa, di gesto e movimenti sulle tastiere, e fra passaggi
fluidi ed estremamente melodici. Si capisce da un tale tipo di strutturazione, evidentemente
non prestabilita quanto piuttosto dovuta all'emotività del momento, come il lavoro
sia dominato in tutto e per tutto dalla capacità improvvisativa e creativa dei musicisti.
Da questa base difatti i due pianisti sviluppano inarrestabili idee, suggerimenti,
spunti che indagano spesso prima individualmente e poi scambiano fra loro, attraverso
serrati dialoghi (o appunto "conversazioni") con cui rimaneggiano e rimpastano l'idea
originale. Eloquente esempio di questo modo di lavorare è in particolare il primo
brano, uno stravolto "Solar". Il tema, come
per tutto il resto del disco, appare solo un giocoso pretesto, giusto un punto di
partenza di cui, sembrano dire le due voci, in realtà non c'è un bisogno costitutivo.
Viene da sorridere durante l'ascolto, proprio a causa di questa rielaborazione estrema,
che da un lato riafferma per l'ennesima volta la perpetuità di alcuni standard,
dall'altro ne sancisce l'utilizzo come pura materia prima da modellare a proprio
gusto sotto qualunque forma, arrivando a risultati quasi parossistici, nel gran
finale dell'esecuzione del concerto. L'ultimo lungo brano ("Autumn
Leaves") subisce eccezionali mutazioni, arrivando a comprendere in sé
l'ellingtoniana "Caravan" o il blues carismatico
di "Blue Monk", omaggi a due voci immortali
del pianoforte jazz.
Altre volte il riferimento al brano originale è più stretto e rispettato,
ma avviene una curiosa alterazione melodica; il tema viene sforzato, stonato e trasposto
in continuazione. Il risultato, molto divertente è "St.
Thomas", peraltro uno dei momenti più dinamici e travolgenti del disco.
Semplicemente stupendo e di alto livello lirico è poi il lungo brano che
include "All the things you are" e "What
is this thing called love".
Chi aveva già ascoltato
Moroni
o Pieranunzi
non troverà particolari scarti stilistici nella voce dell'uno o dell'altro rispetto
alle produzioni passate: non è su questo che puntano l'attenzione i due pianisti,
quanto piuttosto sulla possibilità di costruire attraverso un faccia a faccia un
continuo dialogo. "Live Conversations" quindi non si presta tanto ad un ascolto
analitico e sezionato (nonostante le due voci siano state isolate sui due canali
per permetterne la leggibilità individuale), quanto invece ad una esperienza ludica,
squisitamente formativa tanto per il musicista che per l'ascoltatore, in cui è piacevole
immergersi e lasciarsi condurre, fare il gioco di chi suona.
Chi non ha avuto la fortuna di ascoltare dal vivo gli sviluppi di tanta
creatività al concerto dell'Università del Melo – ma altresì chi questa fortuna
l'ha avuta – non dovrebbe perdere l'occasione di ascoltare questo splendido capitolo
della carriera di due pianisti che, negli ultimi anni, si stanno affermando come
voci principali e conduttrici nel panorama jazzistico italiano e che confermano
ancora una volta un talento ed una creatività di altissimo livello.
Achille Zoni per Jazzitalia
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
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Data pubblicazione: 21/11/2007
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