Intervista a
Kenny Barron e Dado Moroni
Salumeria della Musica, Milano, 27 Maggio 2006
di Rossella Del Grande
Foto:
Daniela Crevena
Sabato pomeriggio caldissimo e precocemente estivo. Sound check torrido,
all'interno della Salumeria, in vista di un concerto serale come ne capitano di
rado. Due mostri del pianoforte, legati da profonda e ventennale amicizia, che si
esibiscono insieme, supportati da un gruppo davvero impressionante.
Stiamo parlando di Kenny Barron, uno dei maggiori pianisti jazz
di tutti i tempi,
Dado Moroni,
ex enfant prodige, ora un gigante del panismo jazz con tutta la sua simpatia e carica
travolgente, Alvin Queen, batterista prodigioso che suonò da giovane con
Coltrane e Monk e batterista titolare nell'attuale gruppo di Oscar
Peterson, e il bassista Riccardo Fioravanti, uno dei più grandi artisti
in Italia nel suo strumento.
Appena terminato il sound check, ci accomodiamo ad un tavolo nel cortiletto
della Salumeria, sotto un ombrellone, ora con una temperatura ideale, in un clima
veramente rilassato e gradevole.
Inizia così la mia doppia intervista a Kenny Barron e
Dado Moroni,
disponibilissimi e davvero molto cordiali entrambi.
R.D.G.: Come prima domanda
vorrei sapere qual è stato il musicista che vi ha particolarmente colpiti quando
eravate giovani, quando stavate iniziando a studiare, quello che vi ha fatto decidere
di voler diventare musicisti voi stessi, quello del quale avete tutti i dischi…
K.B.:
Non è facile rispondere. Ho avuto un paio di influenze forti… uno è stato mio fratello
che era anch'egli musicista, suonava il sax tenore. Un altro musicista che mi ha
influenzato enormemente è stato Tommy Flanagan. Di lui ho ascoltato praticamente
tutto. Non è che abbia tutti i suoi album….. ma lui è stato per me un'influenza
fortissima.
D.M.:
Io ho avuto la fortuna che la mia è una famiglia di jazzofili e quando sono nato
io in casa si ascoltava jazz. Mio padre aveva scoperto il jazz quando gli americani
erano venuti in Italia. Poi lui aveva conosciuto dei musicisti americani nella zona
di Genova, basso Piemonte. Loro gli avevano mandato dei dischi di jazz dagli Stati
Uniti, quando era finita la guerra. Così ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente
dove c'erano già dischi da
Louis Armstrong
a Duke Ellington, da Earl Hines a Fats Waller …. Non c'è stato
un musicista che mi abbia colpito in maniera particolare, all'inizio … di quelli
che poi diventano i tuoi amori. Diciamo che sono stato colpito moltissimo da questa
musica. Non sapevo neanche che fosse jazz, ma ho capito che questa era la musica
che amavo e che volevo fare. Avendo il piano a casa, i primi pianisti che avevo
ascoltato erano Fats Waller, Art Tatum, Duke, Oscar Peterson,
Bud Powell.
Poi
se ne sono aggiunti molti altri, lui.. (indicando Mr Kenny Barron, seduto
di fronte a noi). Ho avuto tante influenze… Ricordo un disco in particolare, "Something
Old, Something New" del quintetto di Dizzy Gillespie Prima ascoltavo
Erroll Garner e simili…. Questo fu il mio primo album bebop... Con Dizzy
Gillespie suonavano James Moody, Chris White, Rudy Collins
e Kenny Barron. Ho i dischi di tantissimi musicisti, è veramente difficile
rispondere alla tua domanda…
R.D.G.: E per quanto
riguarda musicisti con i quali avete suonato nel corso della vostra carriera? Chi
amate maggiormente?
K.B.:
Tutti! Davvero. Ma se devo proprio scegliere… Dizzy Gillespie,
Stan Getz e Youssef Lateef. Youssef non tanto per la musica,
ma proprio a livello personale, da lui imparai ad essere puntuale, ad essere responsabile,
a mantenere la parola… cose di questo tipo.
D.M.:
Quello che mi ha fatto capire di poter fare il musicista è stato Gillespie,
anche per me è stato così. Ero a un bivio fra il fare l'avvocato oppure diventare
musicista. Dopo aver suonato con Gillespie mi resi conto che potevo guadagnare
dei soldi divertendomi, suonando la musica che amavo e suonando con dei personaggi
come lui. Dizzy un giorno mi chiese: "Ma tu cos'è che fai?", "Studio
da avvocato…", "Ma perché???? Tu dovresti fare il musicista….!!!!" Dizzy
fu proprio una svolta nella mia vita. Dal punto di vista del linguaggio, ci sono
stati due trombettisti importanti, sempre trombettisti. Il primo che mi ha veramente
cambiato, musicalmente parlando, è stato Franco Ambrosetti, il papà di questo
signore qui ….. (e indica suo figlio Gianluca, sax soprano, che è seduto vicino
a noi). Franco mi ha portato a suonare in un ambiente più moderno, anche con altri
esponenti della scena creativa europea, come Daniel Humair, ad esempio… L'altro
è stato Tom Harrell.
R.D.G.: Una domanda che
non ha nulla a che vedere col jazz… vi piace leggere?
K.B.:
Oh sì, certo! Amo leggere! Purtroppo l'unica possibilità che ho di leggere è quando
sono in viaggio, quando sono in aereo… Leggo prevalentemente per divertimento. Per
citare un autore James Patterson… ho letto tutti i suoi libri.
D.M.:
Anch'io leggo molto! Ho sempre avuto anche la passione per la natura. Sono cresciuto
a Varese vicino a un parco dove potevo andare liberamente, non c'erano le macchine,
potevamo giocare tranquillamente …. E sono sempre stato appassionato alla natura,
ai colori, agli animali. Anch'io leggo libri d'intrattenimento. Li leggo in aereo…
dove non ti metti certo a leggere Schopenauer… Mi piacciono molto i thriller,
anche i libri che parlano di processi… certi libri di Grisham… Stephen
King, perché comunque King tocca quella parte infantile che c'è in tutti noi.
E poi leggo anche un sacco di saggi, tipo "il comportamento sociale delle formiche"….
Ed ho capito che l'animale più sbadato e anche più stupido siamo proprio noi. Perché
gli altri animali non cercano di controllare l'ambiente ma di sfruttarlo in funzione
di quello di cui hanno bisogno, noi invece l'ambiente lo distruggiamo e lo sfruttiamo
molto di più rispetto a quello che realmente ci occorre. Comunque, sì, mi piace
moltissimo leggere.
R.D.G.:
Siete considerati entrambi dei punti di riferimento per molti musicisti. Quale consiglio
dareste ai nuovi talenti?
K.B.:
Ma no, non mi considero un punto di riferimento….
R.D.G.: Eppure lo è ….
K.B.:
Il consiglio che comunque darei ai giovani è di fare pratica, studiare e ascoltare.
Ascoltare tutti i tipi di musica. Io sono anche insegnante. Molti dei miei allievi
ascoltano generi molto ristretti di musica. Ascoltano prevalentemente i dischi della
Blue Note che coprono un'area molto limitata quanto a generi musicali. Se
magari dico loro di suonarmi della musica brasiliana, non hanno idea di come fare…
D.M.:
Non sono un punto di riferimento! (ride). Posso dirti qual è il mio consiglio… Come
diceva Kenny, di ascoltare tanto. Tutti i generi musicali e di andare dove ti porta
il tuo cuore. Se Art Tatum venisse oggi a dirmi che non devo suonare il piano….
lo manderei a quel paese e gli direi che voglio suonare il piano perché mi piace
e mi va di farlo. Nessuno ti può dire che cosa devi fare. Ascolta solo il tuo cuore.
Purtroppo, specialmente in Europa e in Italia, ci sono molti che seguono le mode
e le tendenze del momento e che fanno discorsi del tipo "Posso fare 20 serate
in più se faccio questo piuttosto di quello…."
R.D.G.: Cosa ne pensate
delle sperimentazioni e contaminazioni nel jazz?
K.B.:
Sono molto favorevole alle sperimentazioni. Aiutano la musica a crescere. Non è
detto che funzionino sempre, ma quando funzionano, è davvero fantastico. Il fatto
è che non puoi saperlo finché non ci hai provato…! Contaminazioni… è quasi lo stesso
discorso… sono forse gli esperimenti riusciti male…. Ad ogni modo sono cose necessarie,
che permettono ai musicisti di crescere.
D.M.:
Come dicevo prima, i giovani talenti devono solo seguire il proprio cuore e non
quello che dicono gli altri. La contaminazione non è una cosa obbligatoria. La sperimentazione
può sicuramente essere interessante e la contaminazione una gran bella cosa, ma
nella misura in cui non si tratta di un obbligo.
R.D.G.: Molti festival
jazz internazionali, come Montreux o Umbria Jazz, hanno ospitato pop stars o rock
stars, non solo musicisti jazz. Vorrei sapere se a vostro parere questo aiuta la
gente ad avvicinarsi maggiormente al jazz o no.
K.B.:
No. Personalmente non concordo con questa tendenza. In un festival rock non invitano
me… (ride). L'altro aspetto della questione, è che il denaro che viene dato a
Elton John avrebbe potuto essere il "mio"…. O comunque quello di altri musicisti
jazz. Dal punto di vista del business, probabilmente funziona. Ma per me, dal punto
di vista musicale, no.
R.D.G.:
E per quanto riguarda il pubblico? Non crede che il pubblico si senta un po' confuso?
K.B.:
La mia opinione è che il pubblico si faccia un'idea sbagliata di quello che è la
musica.
D.M.:
Quando decideranno di invitare musicisti jazz al festival di Sanremo, allora sarò
d'accordo. Ma ci dovranno pagare come pagano le rock star o le pop star. Attualmente
si verifica che nei festival jazz, i rapporto fra i compensi dei jazzisti rispetto
a quelli delle pop/rock stars è di 1 a 100…Certo, noi dobbiamo sopravvivere, ma
non è solo una questione di soldi … ritengo che la nostra musica sia valida e che
noi dovremmo essere maggiormente rispettati.
R.D.G.: Questo discorso
si riallaccia al precedente. Cosa ne pensate di artisti giovani come Michael
Bublé o Norah Jones, che sono sponsorizzati dalle "majors", vengono strapagati,
senza esserne poi così meritevoli, a mio avviso….
K.B.:
Sono pagati tanto perché vendono tanto. Tutto qui. Questo è l'obiettivo. Le case
discografiche investono molto per promuoverli e le vendite raggiungono gli obiettivi
prefissati. Non si tratta di jazz. Assolutamente. Non ho niente contro Norah
Jones, ma non è una jazzista. E' una persona molto simpatica, semplice, non
si dà arie da diva, ma non è una jazzista. Una certa fascia di case discografiche
è interessata solo ai cantanti. Non agli strumentisti.
D.M.:
Norah Jones ha vinto 8 Grammies, ancor più di Charlie Parker… che
posso dire? In taluni casi questo aiuta… Molte persone ascoltando pop o rock hanno
scoperto qualcosa che non conoscevano…. Ascoltando Sting hanno sentito un
sax o un piano… ed hanno scoperto
Brandford
Marsalis o Kenny Kirkland. Però se ascoltano Norah Jones…
si domandano che genere sia…. Si è spesso portati in un certo senso a pensare che
tutto quello che non è musica classica e che abbia più di tre accordi sia jazz…
K.B.:
Sting mi piace. Ma si tratta di musica di livello molto più elevato, armonicamente
e ritmicamente, rispetto al genere pop. Io stesso ho registrato alcuni brani di
Sting. In definitiva è solo questione di qualità.
R.D.G.: Un brano che
suonereste in questo istante?
K.B.:
Chissà…. Probabilmente un brano brasiliano.
Ma non è così importante… in fondo sono sempre le stesse 12 note… l'importante è
che sia buona musica.
D.M.:
Non saprei rispondere, onestamente. Ci sono milioni di pezzi che mi piacciono….
Ma dipende. Ultimamente sto lavorando su
I Thought About You, un
pezzo che mi piace, ma sicuramente fra una settimana suonerei qualcos'altro.
R.D.G.: C'è qualcuno
che avete incontrato nel corso della vostra carriera, a cui vorreste dedicare qualcosa
o che vorreste ringraziare in particolar modo?
K.B.:
Io vorrei ringraziare tutti i bravi musicisti che ho incontrato. Ho imparato molto
da tutti loro. Sono molto grato alla mia famiglia e a mia moglie per il sostegno
e la pazienza…. E' importante, quando si deve viaggiare così tanto.
R.D.G.: Ha dedicato un
pezzo a qualcuno in particolare?
K.B.:
Sì, ho scritto un pezzo dedicato a Abdullah Ibrahim. Il pezzo si chiama proprio
Song for Abdullah. Lui
suonava a New York, tutti i lunedì sera con un saxofonista. Quella musica era molto
spirituale. Rimasi molto colpito.
D.M.:
Io voglio dire grazie alla mia famiglia, naturalmente, perché mi ha sempre dato
il massimo sostegno, indipendentemente da tutto. In Italia, voglio ricordare
Franco Cerri
e Gianni Basso che accettarono di suonare con me quando ero così giovane.
E Franco Ambrosetti. Poi Tom Harrell, Jimmy Woode che era un
fantastico bassista dal quale ho imparato molto. Purtroppo è scomparso l'anno scorso.
Woode suonò a lungo nella band di Duke Ellington, ma oltre a Ellington
suonò anche con Charlie Parker, Miles Davis, Billie Holiday,
Art Tatum, Sarah Vaughan ed Ella Fitzgerald!!! Poi ancora
Dizzy Gillespie e Kenny Barron.
R.D.G.: Il vostro "trio
delle meraviglie", con chi lo fareste?
K.B.:
Ah, è difficile. Ci sono così tante grandi combinazioni possibili…. E non è nemmeno
detto che pur mettendo assieme tre grossi nomi debba funzionare…. A volte si creano
rapporti speciali con alcuni musicisti. Voglio dire, possono esserci davvero tante
possibilità. Ho suonato per moltissimi anni e con grande piacere con Ben Riley
alla batteria e Ray Drummond al basso. Ultimamente ho suonato con un bassista
giapponese, Kiyoshi Kitagawa, e un batterista cubano, Francisco Mela.
Quindi, voglio dire… ci sono troppi "wonder trio"….
D.M.: Io già suono per fortuna
in situazioni di cui sono molto soddisfatto. Il mio trio ideale sarebbe con Paul
Chambers e Roy Haynes… mi piacerebbe troppo… ma non è possibile, perché
Paul Chambers è morto. Ricordo il disco di Phineas Newborn "We
Three"….Ho già diversi gruppi con cui mi piace suonare: con Riccardo
Fioravanti, con due batteristi, Enzo Zirilli e
Stefano Bagnoli.
Non saprei scegliere fra loro, li vorrei entrambi. Poi c'è il bel quartetto con
il trombettista belga Bert Joris, Dré Pallemaerts alla batteria,
Philippe Aerts al basso. Un altro gruppo con Peter Washington e
Lewis Nash. Ho suonato con
Enrico Rava,
Roberto
Gatto….Sinceramente sto già suonando con musicisti con i quali mi sento
molto ispirato. Ho già i miei "wonder groups" e non mi posso proprio lamentare!
R.D.G.:
Che rapporto avete con la musica classica?
K.B.:
Amo la musica classica. Non suono più musica classica, comunque la studiai per dieci
anni, dai 6 ai 16. L'ho suonata per molto, molto tempo. Ma devo dire che non sono
bravo….. vorrei poter tornare indietro e rimettermi a studiare… Amo molto i compositori
impressionisti francesi, e trovo fenomenale Scriabin.
D.M.:
Io non ho mai studiato musica classica. Il mio maestro di piano, che Kenny conosce,
Flavio Crivelli, genovese, un personaggio straordinario, studiò con Arturo
Benedetti Michelangeli. All'inizio non amavo la musica classica… stavo per dire
che iniziai per caso con l'ascolto di "Thelonious" Bach…. Cioè, voglio dire….
Johann Sebastian Bach, il Clavicembalo Ben Temperato. Successivamente
Franz Liszt, Chopin, quindi gli impressionisti francesi. C'era un
film del 1980 intitolato "The Competition"
con Richard Dreyfuss e Amy Irving…era la storia di un ragazzo e una
ragazza che partecipano ad una gara pianistica e si innamorano. La colonna sonora
del film era il concerto n. 3 di Prokoviev per piano e orchestra. Fantastico. Poi
Fauré, Satie, Débussy, Ravel … Francis Poulenc
e Olivier Messiaen. La sto scoprendo lentamente. Io sono un "fiore sbocciato
tardi" per la musica classica. Non la suono, l'ascolto.
R.D.G.: Che tipo di musica
ascoltate per diletto?
K.B.:
classica, jazz, pop, mi piace Anita Baker…. Si può trovare musica di qualità
anche nella musica commerciale.
D.M.:
Ascolto musica classica, ascolto molto anche la radio, in macchina, e alla radio
fanno pop music, non so dirti nessun nome…
R.D.G.: Ma non ti dà
fastidio "certa" musica?
D.M.:
Molto! Per contro, mi piace molto Stevie Wonder, il suo ultimo album è fantastico.
Lo considero un grande musicista. Non ti saprei dire… amo tutti i tipi di musica
purché sia "buona"…..Quanto alla musica "brutta" io credo che non ci sia peggior
musica del "jazz brutto"…. Cioè, una musica pop suonata così così, può passare.
La musica jazz suonata così così non esiste…. O è brutta o è meravigliosa! L'ultimo
cd che ho comprato è stato un cd di musica classica, appunto questo concerto n.
3 per pianoforte e orchestra di Sergei Prokoviev.
R.D.G.:
Quale disco consigliereste ad un vostro amico?
K.B.:
Ce ne sono molti… non necessariamente di jazz. Un disco che mi ha colpito ed emozionato
moltissimo è stato "Here's to Life"
della cantante Shirley Horn. Ogni volta che lo ascolto mi fa venire i brividi.
Ho consigliato spesso questo album a molte perone. Anche ai miei studenti che non
ascoltano cantanti. Parlando invece di un disco strumentale, direi che uno dei miei
preferiti è "Impressions"
di John Coltrane.
D.M.:
Per ragioni sentimentali, "Ben
and Sweets" della Verve, con Ben Webster, Harry (Sweets) Edison,
Hank Jones, George Duvivier e Clarence Johnson. Amo
questo disco perchè sta esattamente a metà strada fra il jazz tradizionale ed il
jazz moderno. Consiglierei tutto di Duke Ellington. Anch'io amo molto
Shirley Horn e mi piace moltissimo il suo modo di suonare il piano, sa creare
bellissimi accordi con pochissime note.
R.D.G.: Qual è stato
l'ultimo pianista jazz che ha cambiato qualcosa? Che ha lasciato il segno…
K.B.:
In passato Duke, Monk, Bud Powell, Bill Evans, Cecil
Taylor… E' una domanda che richiederebbe più di due minuti per rispondere….Comunque
la musica cambia in continuazione.
McCoy Tyner.
Il piano jazz si sta tuttora evolvendo.
Brad Mehldau?
Sì, stavo proprio per fare il suo nome, lo ammiro ma non lo considero un pianista
veramente innovativo. Ad ogni modo ritengo che il piano jazz sia in buone mani!
Piuttosto, sono io che dovrei evolvermi...!
D.M.:
Direi
Keith Jarrett, come ultimo artefice di un cambiamento. Cambiamento significa
che da quel momento in avanti, ognuno, diciamo molti pianisti, si mettono a suonare
a quel modo. Lui viene da Bill Evans e Paul Bley, se dico Evans
devo dire Art Tatum e Nat Cole. Molti hanno cercato di suonare
come Keith
Jarrett, da quando ha fatto dischi con la ECM, Esbjörn Svensson
ad esempio. Diciamo in particolare quei musicisti che non hanno profonde radici
nel blues e nella tradizione. Intendo quei musicisti che non si sentono in quel
determinato modo, non dico che sia negativo. Ma loro si sentono più vicini a questo
tipo di suono in quanto è più vicino probabilmente al suono che ci circonda, alla
nostra cultura. A me non ha mai attirato, perché io sono cresciuto in un altro tipo
di ambiente musicale… ho sempre ascoltato musicisti come Duke… Jarrett
quindi non mi ha mai toccato particolarmente, lo apprezzo e lo rispetto, anche
se non sempre, per via del suo carattere, suona come saprebbe. L'ho ascoltato suonare
certe volte poco ispirato. Suona sempre benissimo, ma quando è ispirato è veramente
straordinario. Poi ce ne sono altri,
McCoy Tyner
ha influenzato molto. E' stato come Erroll Garner. Con Jarrett vi
è stata maggiore libertà. Comunque voglio dire.. io sono vivo e mi evolvo, ogni
giorno. E bisogna lasciare che la musica faccia il proprio corso.
R.D.G.: Ultima domanda
per tutti e due… il vostro sogno musicale?
K.B.:
Mi piacerebbe fare un disco con un'orchestra d'archi. E comunque fare qualcosa che
mi piace, senza dovermi preoccupare se venderà o no.
D.M.:
Come dicevo in un'altra intervista, archi ma con Ornette. Orchestra classica,
basso, senza batteria, al piano non necessariamente io, magari Kenny, e
Ornette che suona le melodie col sax alto. Questo è il sound che ho in mente…
Io potrei anche non suonare, ma solo comporre o dirigere. Comunque mi considero
fortunato perché sto facendo già quello che desidero. Un'altra cosa che vorrei,
è che la gente ascoltasse di più la musica. Se molti ascoltassero maggiormente la
musica sono convinto che non si combatterebbero l'un l'altro. Pensi che Saddam Hussein
o Bin Laden ascoltino musica? No, non l'ascoltano… E' per questo che sono dei pazzi.
Credo che anche nel corso della storia tutti quei folli pericolosi che ci sono stati
non ascoltassero musica…Questo è il mio sogno: ascoltare musica e stare bene, più
Ornette!
R.D.G.: Grazie Mr. Moroni!
Le ultime due domande sono per Mr Barron.
R.D.G.: So che ha dedicato
molti anni all'insegnamento. Insegna ancora?
K.B.:
Sì, insegno ancora. Qualche anno fa ho lasciato l'insegnamento presso un'università
nel New Jersey perché qualcuno mi invitò nel 1999
a dirigere una scuola di musica. Amo molto insegnare.
R.D.G.: Ritiene che ogni
musicista di talento possa essere anche un buon insegnante?
K.B.:
Non necessariamente. Bisogna essere capaci di trasmettere le informazioni, di comunicare…
R.D.G.: Per finire, vorrei
una sua testimonianza. Sappiamo che lei suonò insieme a
Stan Getz in occasione della sua ultima performance prima di morire.
Era il marzo 1991, Getz morì in giugno.
Durante quelle sessions fu registrato l'album "People
Time", a Copenhagen. Qual è il suo ricordo di quell'esperienza, sia come
musicista che come uomo?
R.D.G.:
Stan Getz non riuscì a finire. Riuscì a suonare i primi tre giorni,
ma soffriva molto e il quarto giorno non ce la fece. Fortunatamente avevamo fatto
tantissima musica i primi tre giorni.
Stan Getz è stato davvero un musicista notevole e una delle figure che
hanno esercitato una grossa influenza su di me. Sono stato felice di essere con
lui in quei giorni.
R.D.G.: Grazie, Mr Barron!
Abbiamo finito…
K.B.:
Beh, direi che non è andata malaccio…..!!
..::Le foto del
Concerto::..
Daniela Crevena
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
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Data pubblicazione: 14/07/2006
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