"Sorpreso.
Molto sorpreso, ammirato ed euforico per le positive esecuzioni dove i pezzi
originali, ritrovati e rispettati, hanno una fisionomia nuova e la sapiente
interpretazione jazzistica non distrugge i brani ma li valorizza" -
Ennio Morricone
Enrico Pieranunzi
rilegge Ennio Morricone
(FELICE
LIPERI -
La Repubblica)
«Sorpreso, ammirato ed euforico», così Ennio Morricone esprime i
sentimenti suscitati dall'ascolto di suoi brani nell'elaborazione di Enrico
Pieranunzi, Marc Johnson e Joey Baron. Anche perché, come
sottolinea il maestro, si tratta di una riscoperta di «fisionomie musicali
nuove che non cancellano le melodie originarie ma anzi le valorizzano».
Ecco
perché c'è molta attesa e curiosità per ascoltare dal vivo queste nuove
riletture jazzistiche di temi cinematografici; l'occasione si è presentata all'Alexanderplatz
dove il trio Pieranunzi, Johnson, Baron ha presentato infatti, in anteprima, le
rielaborazioni raccolte in un cd della Cam
Jazz. Etichetta specializzata nelle incisioni di colonne sonore ma che
ha un prestigioso precedente nel campo delle rielaborazioni jazzistiche di
colonne sonore con il fortunato album che Roberto Gatto ha dedicato ai
temi musicali composti da Armando Trovajoli per la rivista
Rugantino
e dove, tra l'altro, figurava lo
stesso Enrico Pieranunzi al pianoforte.
Ma l'incontro comunque non era casuale perché, come racconta lo stesso
Pieranunzi, «durante gli anni '70 e '80 ho avuto un rapporto ravvicinatissimo
con la musica di Ennio Morricone suonando come "studio man" in decine di film la
cui colonna sonora era stata scritta da lui. Ritrovarmi ora ad arrangiare quella
musica in modo che potesse funzionare come veicolo d'improvvisazione per il trio
è stata una "full immersion" mozzafiato».
E il progetto si presenta ancor più speciale perché è stato realizzato
con «due musicisti straordinari per sensibilità, feeling e fantasia come
Marc Johnson (contrabbasso) e Joey Baron (batteria) con i quali ho
condiviso una storia musicale lunga e importante (è questo il quarto cd che
realizziamo insieme)».
Magia e passione per la musica di Ennio Morricone nelle rielaborazioni del
vecchio amico Enrico, sono entusiasticamente ricambiate dai due grandi musicisti
americani che in questo modo interpretano idealmente un sentimento diffuso fra
artisti e pubblico statunitense nei confronti del maestro romano. Anche la
selezione dei temi operata da Pieranunzi non è meno sorprendente perché propone
momenti molto noti come il motivo conduttore de "La
voglia matta" (1962), "Addio
fratello crudele"
(1971), "Le mani sporche"
(1979) a fianco di altri meno conosciuti come quello di "Escalation"
(1968), "Incontro"
(1971) fino a composizioni più recenti come "Stanno
tutti bene" (1990) e "Mio
caro dottor Grasler"
(1990) che ha particolarmente entusiasmato Joey Baron.
Ancora una volta suggestioni melodiche catapultate nella fantasia
creativa dell'improvvisazione in un concerto che si annuncia fra i più
emozionanti di questo autunno musicale.
Pieranunzi suona
Morricone, ed Ennio elogia
(Ivo Franchi
-
Il Giorno)
Enrico Pieranunzi incontra Ennio Morricone. Ed è un incontro
inatteso, quello tra il più colto e sentimentale dei pianisti jazz italiani e
uno tra i geniali protagonisti della musica da film. Al repertorio di colonne
morriconiane è infatti stato dedicato l'appuntamento di domenica
25 novembre
alla
Salumeria della Musica, dove
Pieranunzi è salito sul palco in compagnia del suo «dream trio» che
vede il billevansiano Marc Johnson al contrabbasso e Joey Baron
alla batteria.
Con il jazz, Morricone ha rapporti sporadici e occasionali. Di curiosità
più che di amore, forse. Ma per questo progetto, sfociato in un cd dal titolo «Enrico
Pieranunzi, Marc Johnson, Joey Baron Play Morricone»
(Cam), ha avuto parole di elogio: «Sono sorpreso. Molto sorpreso, ammirato ed
euforico per le positive esecuzioni dove i pezzi originali, ritrovati e
rispettati, hanno una fisionomia nuova e la sapiente interpretazione jazzistica
non distrugge i brani ma li valorizza». Ma, attenzione, qui non troverete i
brani classici e più battuti, dei western all'italiana. Qui fa capolino il
Morricone di film come «Addio
fratello crudele»
(Patroni Griffi), «La
voglia matta» (Luciano
Salce) o «Romance»
(Pierro Schivazappa).
Un trio d'assi
(Claudio
Sessa
-
Corriere della Sera)
A quasi vent'anni Enrico Pieranunzi incrocia il proprio
raffinatissimo pianoforte con gli strumenti di due giovani maestri della scena
statunitense: il contrabbasso di Marc Johnson, che fu l'ultimo
collaboratore del sublime pianista Bill Evans, e la batteria di Joey Baron,
a proprio agio con tutte le avanguardie.
Il trio ha registrato insieme dischi e si considera un gruppo "fisso",
benché le distanze e i reciproci impegni lo costringano ad una vita saltuaria.
E' dunque rara l'occasione alla Salumeria della Musica, dove i tre hanno
presentato la loro ultima produzione discografica, "Play
Morricone".
Per Pieranunzi, che ha anche arrangiato tutte le composizioni del celebre
autore di colonne sonore, si tratta di un curioso tuffo nel passato: negli anni
'70 e '80, il pianista romano ha partecipato proprio alla realizzazione di
diverse colonne sonore di Morricone. Forse anche per questo il disco non
presenta le solite atmosfere morriconiane; il pianista ha recuperato i temi di
film meno battuti, recenti come "Jona
che visse nella balena"
di Faenza e "Stanno
tutti bene" di
Tornatore, o più lontani come "Addio
fratello crudele" di
Patroni Griffi e "La
voglia matta" di Salce.
Accomuna le varie composizioni una fluida qualità collettiva, che gli
estimatori del trio gli riconoscono anche quando interpreta i più battuti
standard americani, e un peculiare gusto introspettivo, palpabilissimo perfino
nelle esecuzioni più vivaci ritmicamente. Ma al di là dell'occasione "tematica",
la musica dei tre fuoriclasse va goduta per quello che è: una palmare
dimostrazione di come si possa fare jazz pienamente contemporaneo pur rimanendo
amorevolmente allacciati alla gloriosa tradizione del trio pianistico.
Anche se oggi i riflettori sono tutti per i trii di Keith Jarrett e
di Brad Mehldau, la formazione di Pieranunzi, Johnson e Baron ha le carte
in regola per accontentare chiunque voglia ascoltare una diversa modalità con
cui far interagire, in piena creatività, le invenzioni di un pianoforte, un
contrabbasso e una batteria.
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05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
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Data pubblicazione: 17/12/2001
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