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Per una volta non è inutile partire dal titolo di un disco per cercare
di raccontarlo. L' estate indiana è quella che noi chiamiamo l'Estate di San Martino.
Quei brevi giorni in cui i colori tristi dell'autunno sono immersi in un aria tersa,
tiepida. Il lavoro di questo giovanissimo quartetto immerge l' ascoltatore in un'
atmosfera malinconica, e allo stesso tempo calda. I quasi 48 minuti di "Indian
Summer" sono intrisi di un lirismo strano, tenue ed appassionato allo
stesso tempo. Un lirismo che contagia l'unico brano non firmato dal leader, l'ornettiano
"Round Trip". Ci sono tracce consistenti di
minimalismo nei dieci brani, ma è un minimalismo che ha sempre in vista un discorso
poetico sospeso, indefinito, aperto.
Un opera affascinante e, soprattutto, molto originale. Sorprendente se
si tiene conto che Guidi ha 21 anni ed altrettanto giovani sono i suoi tre
compagni di avventura, con i quali stabilisce un dialogo sempre ricco di sviluppi
e sorprese. Vengono in mente, ascoltandoli, le parole con cui Zawinul definisce,
una volta e per tutte, l'interplay jazzistico: "we always solo, we never solo".
Quello che tuttavia intriga di più è l' originalità del progetto. Un'originalità
che si riscontra tanto nella scrittura del leader quanto nel modo di suonare dei
quattro. Certo, ci sono tracce di tutto il lungo cammino del il jazz; echi di
Bill Evans,
Charlie Haden, Miles Davis (l'uso dei silenzi nel pianismo
del leader), Paul Motian, del grande quartetto europeo di
Jarrett.
Ma "Indian Summer" è un lavoro assolutamente personale e descrive un paesaggio
sonoro e poetico riconducibile solo a Giovanni Guidi ed ai suoi partners.
Enrico Rava,
che di Guidi è scopritore e mentore pronostica per il suo pupillo un avvenire straordinario.
Questi primi esiti sembrano dargli ragione.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 08/07/2007
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