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Filippo Vignato 4tet
Harvesting Minds
Cam Jazz (2017)
1. Harvesting Minds
2. Days Are Too Short
3. Unspoken Memories
4. Just Before Leaving
5. Home
6. Trains
7. Dark Giare
8. Reflections
9. Neverland Last Days
10. Couples
11. Trust
Filippo Vignato - trombone Giovanni Guidi - pianoforte Mattia Magatelli - contrabbasso Attila Gyarfàs - batteria
Lo zeitgeist di Filippo Vignato non finisce mai di sorprendere.
Cambia tutto il trombonista – e compositore – di Thiene: dal trio che lo affianca
(eccezion fatta per Gyarfàs), pronto ad assicurare una tempesta di sentimenti, di
crepuscolari visioni infiocchettate con crescendo di volume e una costruzione angolo-circolare
che strizza l'occhio alle genti nordeuropee, come nell'introduttivo brano eponimo.
Cambia impostazione, ma la firma la si legge a chiare lettere, nelle dissonanze
bellamente incastrate dal pianoforte di Giovanni Guidi in "Days Are Too Short",
che tesse le trame per il trombone, pronto a svirgolare e dare di fioretto sulla
linea melodica. La robusta ritmica sa cogliere al balzo ogni variazione: crea ambienti
onirici nel rimpiattino tra le corde larghe e centellinate del contrabbasso di Mattia
Magatelli, i piatti e cimbali orrorificamente toccati da Attila Gyarfas, mentre
Vignato costruisce una melodia compassata e limpidamente tetra ("Unspoken Memories").
Il fraseggio di Vignato è sempre leggermente sbilenco, quel tanto da renderlo golosamente
sporco, anche quando armonia e melodia passeggiano amorevolmente a braccetto, come
in "Just Before Leaving", sotto l'ombra di tonalità medie. Alla stessa maniera
va via "Home", nella dolcezza di una costruzione dai tempi slow, perfettamente
architettata dal leader e da Guidi, mentre le spazzole di Gyarfas, pennellano il
ritmo suggerendo anche lo swing. Il passo cambia in "Trains", il cui incedere
è onomatopeico, sempre ammantato di un epocale lirismo. Uno sguardo al suo passato
recente Vignato lo da declinando il suo vocabolario, ricco di tradizione e di futuro,
nella solitaria "Dark Giare", che apre le porte del piede sghembo di "Reflections",
intimamente costruita con Magatelli, e con illuminanti sprazzi di velata atonalità.
"Neverland Last Days" riprende la testa dell'album, con suoni immersi nell'Europa
più creativa, quella che si ricorda della melodia e giostra bene sulla varietà armonica.
"Couples" ne segue l'esempio, ma con un passo più importante e tiene
in allerta l'ascoltatore tra legati, pause e intervalli inusuali. Chiude con
"Trust", un riassunto che coniuga i silenzi sulla linea melodica con un serrato
fraseggio del trombone che si fa strada tra un pedale del contrabbasso e una dinoccolata
batteria.
Un disco che segna il passaggio di Filippo Vignato nel vero Olimpo jazzistico
italiano, quello dove la creatività si associa a una tecnica inossidabile e, oramai,
riconoscibile.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 18/03/2018
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