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Oregon
In stride
CamJazz 2010
1. Hop-to-it
2. As she sleeps
3. Naçao
4. Summer's end
5. On the rise
6. Glacial blue
7. Song for a friend
8. Petroglyph
9. The cat piano
10. In stride
Paul Mccandless - fiati
Ralph Towner - chitarra/pianoforte
Glen Moore - contrabbasso
Mark Walker - batteria
CAM JAZZ is a label of the KEPACH group
KEPACH Music S.r.l. - All rights reserved
Via Cola di Rienzo, 180 - 00192 Rome (Italy)
Tel: (39-06) 6840791
E-Mail: info@CamJazz.com
Web Site: www.CamJazz.com
La straordinaria avventura degli Oregon ha compiuto quarant'anni, un traguardo celebrato
con un tour mondiale e con la pubblicazione di "In Stride", registrato a New York
all'inizio del 2010.
Lo loro collaborazione comincia nel 1970, quando il chitarrista Ralph Towner,
il contrabbassista Glen Moore, l'ancista Paul McCandless e Collin
Walcott, studioso di musica indiana e suonatore di sitar e tabla, decidono di
esplorare un'inedita sintesi di strumentazione classica europea, armonie del jazz
americano e influenze musicali da ogni continente. Variamente accostata all'estetica
new age, alla world fusion e al jazz da camera, la musica degli Oregon è caratterizzata
da un'intensa interazione d'insieme, dall'attenzione ai contrasti timbrici e naturalmente
dall'estrema apertura ad ogni influenza culturale. Unitamente all'approccio innovativo
e dinamico, la band ha sempre mantenuto centrali l'improvvisazione e la composizione
collettiva, elementi che ne attestano saldamente l'appartenenza alla tradizione
jazz. Dopo la scomparsa di Walcott, avvenuta nel 1984 in un incidente stradale,
il gruppo ricorre per qualche anno al percussionista indiano
Trilok Gurtu, che nel 1996 viene
sostituito, da Mark Walker. Innumerevoli sono stati i capolavori che gli Oregon
hanno saputo disseminare lungo il loro prolifico cammino; da "Icarus" e "Ghost Beads"
(composizioni che hanno varcato i confini del pianeta da quando gli astronauti dell'Apollo
hanno battezzato così due crateri lunari), a "Music Of Another Present Era", da
"Winner Light" a "Ecotopia", da "45th Parallel" a " Always, Never, Forever," a "Beyond
Words" fino agli ultimi capolavori "Oregon In Moscow" con la Tchaikovsky Symphony
Orchestra della Radio di Mosca, "Prime" e "1000 Kilometers".
Con "In Stride", recente lavoro per la
CAM Jazz, gli Oregon giungono a quota ventotto nella discografia ufficiale
e il risultato non delude le aspettative.
Un disco intenso, sempre ai confini della ricerca e della sperimentazione ma
caratterizzato anche da veri capolavori ricchi di lirismo e forte intensità come
la favolosa ballad dalle sonorità evansiane "Summer's End" o la poetica "Aeolus"
o la colta ed evocativa "On The Rise".
In tutto il disco si assaporano gusti fortemente narrativi, caratterizzati da
un'accuratezza degli impasti sonori davvero fuori dal comune e nel tipico stile
del quartetto. Fin dal brano d'apertura, "In stride" mostra con fragorosa
potenza cosa e quanto ha ancora da dire un gruppo come questo. Gli intrecci sonori
tra Towner e McCandless disegnano lunghissimi dialoghi tra i due solisti, come una
sorta di onirico volo pindarico in cui i due, senza mai voler primeggiare, mostrano
la loro vivace e fantasiosa vitalità fatta di narrazioni, idee e d'immensa bravura.
Dal canto loro, la solidità di Moore e l'esuberanza di Walker ne sono il perfetto
equilibrio e costituiscono le basi perfette per una struttura solida e del tutto
paritetica.
Tutto il lavoro si dipana con semplicità intelligenza, cultura e ricchezza di
brio e conferma dunque la bontà di una formula ben collaudata e consolidata nel
tempo ricca di certezze per una proposta musicale capace di rinnovare le emozioni
ad ogni ascolto. Le stesse emozioni si sono avvertite assistendo alla loro esibizione
italiana.
La prima data del loro tour europeo è stata in occasione del festival "Eventi
in Jazz 2010" in Busto Arsizio (VA). Incanto, magia, genialità, sono state le
indiscusse star di un concerto effervescente, in cui una straripante platea estasiata
ed entusiasta, ha tributato il doveroso successo. Nelle oltre due ore il quartetto
ha offerto emozioni di rara bellezza e perfezione stilistica, ripercorrendo i momenti
più significativi ed intensi della loro longeva carriera artistica: da "Pepe Linque"
a "Green And Golden" fino a "Witchi-Tai-To" assieme a molti brani tratti dalla loro
ultima fatica " In stride".Come si poteva facilmente immaginare, l'esibizione ha
confermato l'altissima qualità sia sul piano compositivo, sia su quello strumentale:
è sempre stupefacente ascoltare la raffinatezza e la monumentale bravura di Towner
alla chitarra e al pianoforte o di McCandless, delicatissimo all'oboe, impetuoso
al soprano e al sopranino, profondo al clarone, così come di Glen Moore virtuoso
anche al basso elettrico o di Walker, precisissimo e ricco di quella giovanile vitalità.
Malgrado possano vantare quasi mezzo secolo d'attività artistica e dell'aver
scritto tra le più importanti pagine della storia della musica contemporanea, gli
Oregon non si sentono ancora appagati e hanno dimostrato questa energia e questa
vivacità con la voglia di mettersi in gioco ed il desiderio di sperimentare nuove
vie e nuove sonorità dedicando perfino una lunga parte del concerto interamente
all'improvvisazione.
L'intensità e la sinergia dei suoni era perfetta, la genialità delle soluzioni
sorprendente e sgorgava limpida e pura nota dopo nota in ogni improvvisazione ed
in ogni brano.
Ma è stata, soprattutto, la profonda passione che muove ancora dopo tanti anni e
tantissimi concerti questi fantastici musicisti, e per l'intera durata del concerto
ad aver commosso, entusiasmato e regalato una grande pagina di vita oltre che di
musica.
Alessandro
Carabelli per Jazzitalia
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
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Data pubblicazione: 02/01/2011
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