Un progetto dei Fabularasa, registrato presso lo studio Mediterraneo di Santeramo in Colle, Bari Missato da Massimo Stano e Leopoldo Sebastiani La foto di copertina è di Giuseppe Ottolino
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Fabularasa
en plein air
1. Una giornata serena
2. Il campo dei girasoli
3. Al Safar
4. Allende
5. Fiorile
6. Vecchio Frac
7. Case Portoghesi
8. Lontano amore
9. Giovanni, telegrafista
10. Dolenda Carthago
11. Diario di un seduttore
Luca Basso - canto
Vito Ottolino - chitarra classica, acustica, elettrica, battente
Leopoldo Sebastiani:
Basso elettrico, synth-bass, percussioni
Giuseppe Berlen - batteria, percussioni
con:
Paul McCandless - sax soprano, oboe,
corno inglese, flauto etnico
Bruno De
Filippi - armonica
Nicola Stilo
- flauto
Abbes Boufrioua - canto, percussioni.
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Album d'esordio per i Fabularasa, En Plein Air, che letteralmente
in francese significa "all'aria aperta" o poeticamente "a pieni polmoni", forse
per i testi di grande lirismo e gli arrangiamenti di particolare spessore. Progetto
curato nei minimi dettagli, anche per le foto di copertina e del libretto, che ci
aiutano a perderci con lo sguardo in campi di margherite, o nel blu indaco del cielo,
descrivendo tutta la magia dello spazio.
Una giornata serena, quindi, come incipit
dell'album, dove gli arrangiamenti curati da Vito Ottolino alla chitarra,
Luca Basso alla voce nonchè autore di tutti i testi,
Leopoldo
Sebastiani al basso elettrico e Giuseppe Berlen alla batteria,
si muovono cesellando con maestria il suono delle parole attraverso una studiatissima
ricerca compositiva.
Nei Fabularasa nulla è lasciato al caso. La ricerca sonora approda
stilisticamente ad improvvisazioni dal gusto più jazzistico nel
Il Campo di Girasoli con la collaborazione del
percussionista Cesare Pastanella alle congas e ai bongo e di
Nicola Stilo
al flauto.
In Al Safar la melodia si apre a sonorità
più mediterranee vestendo il testo di sonorità magrebine, grazie anche alla collaborazione
di Abbes Boufrioua, rendendo in musica le immagini del poeta- cantante
Luca Basso: "Come era bianca l'Algeria e come è scuro il muro della gendarmeria".
A sottolineare l'impegno civile e non soltanto introspettivo dei temi trattati,
anche i brani Allende vincitore del premio Amnesty
2004 e Fiorile
dedicato alla liberazione dell'Italia.
Due i tributi ad altrettanti due grandi maestri della musica italiana:
prima Domenico Modugno con Vecchio Frac,
per sola voce e chitarra, arrangiata da Vito Ottolino e simil recitata da
Luca Basso e, poi, Giovanni telegrafista
di Enzo Jannacci, uno tra i brani più significativi del poliedrico artista
milanese.
Preziosissima la collaborazione in quasi tutte le composizioni del polistrumentista
degli Oregon Paul McCandless, che in Dolenda Carthago,
scritta a quattro mani con il regista teatrale Stefano di Lauro, si esprime
al meglio con un lungo assolo al flauto etnico.
Infine, Diario di un Seduttore ritorna
ad una scrittura più intimista, supportata dal basso elettrico di
Leopoldo
Sebastiani, anche autore della musica con Luca Basso e degli
arrangiamenti con tutti Fabularasa.
Non resta che citare le parole di Luca Basso: "anche il silenzio
ha una sua musica misteriosa, ma se la cerchi non suona" e allora non ci resta
che abbandonarci a grandi respiri.
Mariagiovanna Barletta per Jazzitalia
04/05/2008 | 1 marzo 1984: ricordo di Chet Baker al Naima Club di Forlì: "La sua voce sottile, delicata, sofferta, a volte infantile, mi è rimasta dentro il cuore per molto tempo, così come mi si sono rimaste impresse nella memoria le rughe del suo viso, profonde ed antiche, come se solcate da fiumi impetuosi di dolore, ma che nello stesso tempo mi sembravano rifugi, anse, porti, dove la sua anima poteva trovare pace e tranquillità. La pace del genio, la pace del mito, al riparo delle tragedie che incombevano sulla sua vita." (Michele Minisci) |
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Data pubblicazione: 14/08/2008
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