Una serata con Bruno de Filippi
Frammenti, Ricordi Sparsi e Aneddoti raccontati dal grande armonicista, chitarrista e compositore.
19 febbraio 2004
Testo di Eva Simontacchi
Fotografie di Alberto Gottardelli
Sono le 21:00 del 19 febbraio 2004, e cade una fitta pioggia qui a Milano. Alberto Gottardelli ed io ci incontriamo per andare a intervistare e fotografare Bruno de Filippi, armonicista, chitarrista, compositore. Suo è il famosissimo brano " Tintarella di Luna", grande successo di Mina, conosciuto, suonato e cantato in tutto il mondo, e di recente riproposto in chiave jazzistica da prestigiosi nomi del jazz, tra cui Renato Sellani, Franco Ambrosetti, e la Big Band di Enrico Intra. Nella sua carriera ha collaborato con i più importanti artisti del panorama jazzistico internazionale, quali Louis Armstrong,
Gerry Mulligan, Astor Piazzolla, Lee Konitz, Barney Kessel,
Lionel Hampton e Bud Shank, per nominarne alcuni, e con i più noti jazzisti italiani, tra i quali citiamo Franco Cerri, Enrico Intra, Renato Sellani e Tullio De Piscopo. Negli anni '60 e '70 Bruno de Filippi partecipa a numerosissime incisioni anche nell'ambito della musica leggera, con cantanti del calibro di
Mina, Caterina Valente, Johnny Dorelli, Pino Daniele e
Ornella Vanoni. Negli anni '70 si intensifica la sua attività di armonicista, intervenendo con i suoi soli al fianco di
Mina, Pino Daniele, Toquinho, Rossana Casale,
Caterina Valente, Gino Paoli, e molti altri grandi artisti.
Bruno de Filippi ha suonato nei locali più prestigiosi di tutto il mondo: citiamo la
Town Hall e Birdland di New York, senza dimenticare il "Blue Note", considerato il più prestigioso jazz club al mondo, il
Green Mill di Chicago, il Pier House di Key West, e in numerosi circuiti jazzistici in Germania, Indonesia, Russia e Hong Kong. Ha partecipato al
Django Reinhardt Festival a Samois sur la Seine, e ha partecipato a parecchi altri Festival tra i quali citiamo "Jazz at the Tropics" a Miami, "Zagreb Jazz Festival", "Jakarta Jazz Festival
'95"...E proprio circa un mese fa si è esibito al
Blue Note di Milano assieme a Paolo Brioschi, Marco Ricci e Stefano Bagnoli.
L'incontro con Bruno de Filippi avviene presso la sua luminosa abitazione in zona Porta Vittoria, a Milano. Ci accolgono lui, e la sua discreta e dolce compagna Lilly Polana, artista anche lei. Crea, infatti, delle splendide opere utilizzando unicamente francobolli per fare dei coloratissimi e raffinati collages raffiguranti gatti, cavalli, draghi, cani, fiori…
Bruno ci fa accomodare nel suo soggiorno, e ci fa notare che c'è ancora un albero di Natale allestito in un angolo. Ridendo, Bruno e Lilly ci spiegano: "Perché smontarlo? Natale arriverà ancora così in fretta! E poi mette allegria!"
Inizio con la prima domanda:
E.S.: Desidererei tanto che ci raccontassi di quella volta in cui hai incontrato il grande Louis Armstrong qui in Italia, a San Remo.
B.D.F.: Devi sapere che
Armstrong l'ho sempre ammirato. La prima volta che l'ho sentito è stato su un disco a 78 giri nel periodo della guerra. Si trattava di "Saint Louis Blues". Avevo visto e rivisto moltissime volte il film "La Città Del Jazz"
per poterlo vedere, sentire...
Eh, si… Eravamo a San Remo, e il medico di Armstrong aveva fatto svuotare il teatro perché doveva fare delle prove con noi, ma non doveva essere disturbato… Che emozione vedendolo arrivare sottobraccio al medico! Lui ha aperto il suo astuccio, ne ha prelevato la tromba, e si è messo a suonare, senza nemmeno salutarci. Noi ci siamo uniti, con i nostri strumenti, al blues che stava eseguendo, e alla fine del pezzo è venuto a salutarci uno per uno: "Hi Folks!". E poi abbiamo incominciato a fare la prova vera e propria.
Una cosa divertente che ricordo è che sul gobbo che Louis Armstrong doveva usare per leggere le parole da dire al pubblico in serata c'erano i saluti scritti all'americana, "chow" al posto di ciao per la pronuncia….e così via….
Alla fine il regista ci ha detto: "Guardate che devo sistemare le luci, dobbiamo rifare la prova. Dieci minuti di pausa." Ed io mi sono seduto sulla pedana della batteria, e combinazione Louis Armstrong è venuto a sedersi vicino a me. Puoi immaginare, per me, che l'avevo visto e rivisto non so quante volte nel film "La Città Del Jazz", averlo lì vicino…. Non sapevo più come fare… avrei voluto toccarlo, parlargli…Balbettavo, e non sapevo più cosa dire. Allora con il banjo gli ho accennato l'inizio di questa canzone che si intitola "Do you know what it means to miss New Orleans", che era la colonna sonora de "La Città del Jazz". Così lui mi ha sorriso, ha preso in mano la tromba e ha incominciato a suonare anche lui il pezzo. C'eravamo solo io e lui, e ha anche cantato, solo per me...Solo che non c'era né un fotografo né qualcuno che registrasse, essendo stato evacuato il teatro…. Ed è rimasto tutto nel mio cuore…Questo attimo da solo con lui in duo…. E probabilmente quando poi alla fine del Festival è tornato in America, si è ricordato di questa cosa. Probabilmente forse a mia volta l'ho emozionato, perché lui era lì a fare una canzone popolare normalissima, sì, un pezzo swing che cantava in italiano, ma a un Festival in concorso con gli altri, roba da pazzi… Noi pensavamo: "Tu sei il Re del Jazz, sei il primo artista popolare che ha diffuso il jazz in tutto il mondo e sei qui a gareggiare con cantanti di musica leggera qualsiasi…." E allora si vede che questo fatto di avergli riconosciuto di essere il re del jazz, di avergli riconosciuto la sua grande statura come artista… Da là, lui si è fatto dare il mio nome dall'impresario, e mi ha fatto questa sorpresa. Mi ha inviato una sua foto con dedica…. L'impresario se l'è fatta mandare al proprio indirizzo, ma c'è il mio nome sulla busta. E quando l'ha ricevuta, mi ha chiamato e mi ha detto di raggiungerlo perché aveva una sorpresa per me. E quando vidi la sorpresa….ne fui grandemente emozionato.
A questo punto, si alza
e ci accompagna di fronte a una spaziosissima parete tappezzata di fotografie
incorniciate, ricordi, e cartelloni dei suoi concerti in tutto il mondo. E ci
mostra la busta, sulla quale spicca il nome di Bruno De "Lilippi" (il grande Satchmo ha fatto un piccolo errore di spelling….) scritta da Louis Armstrong, di proprio pugno, e la fotografia con dedica di cui ci ha appena parlato.
E' un momento emozionante. Ci spiega che ha visitato la casa di Armstrong nel Queens che è ora diventata museo, ma lui l'ha visitata quando ancora non era aperta al pubblico. E' entrato nello studio alla cui scrivania Armstrong aveva probabilmente scritto il suo indirizzo sulla busta che ora ci trovavamo davanti, incorniciata assieme alla foto. Durante quella visita, ha portato al museo la videocassetta dell'esecuzione di Armstrong a Sanremo, che loro non avevano, e di cui sono stati molto contenti.
Vediamo i cartelloni dei suoi concerti e le sue partecipazioni ai Jazz Festival a Hong Kong, in Russia, e anche un cartellone che unisce le due arti di Bruno e Lilly: una mostra di Lilly Polana con concerto di Bruno de Filippi alla Grotta Azzurra situata nella caverna La Caurga, nelle vicinanze di Chiavenna. Mi hanno detto che si tratta di una caverna con una acustica meravigliosa.
Poi ci conduce in uno studio che ospita una enorme carta geografica mondiale su di una parete. La carta geografica è totalmente attraversata da linee tracciate in pennarello nero, che stanno ad indicare i viaggi che Bruno ha fatto fino a questo momento. Ha fatto due volte il giro del mondo. Gli mancava l'Australia, viaggio che però ha provveduto a fare di recente con la sua compagna. Il suo primo viaggio è stato fatto a Capo Nord, con sua moglie Mimì, mancata alcuni anni fa.
Ritorniamo in soggiorno e gli chiedo di parlarci di altri artisti con cui è entrato in contatto nel corso della sua lunga carriera. Bruno prende in mano un quaderno, fitto di appunti e riesco a scorgere un lungo elenco di nomi illustri nel campo del jazz e della musica leggera italiana. Nomi con cui ha collaborato, inciso, suonato, o incontrato: Leggo: Don Friedman,
Lew Tabarin, Lee Konitz, Barney Kessel, Toots Thielemans,
Astor Piazzolla, Georges Arvanitas, Bruno Castellucci, Gerry Mulligan,
Pierre Michelot, Chet Baker,
Tony Mann, Bud Shank, Louis Armstrong,
Lionel Hampton, Les Paul
(con il quale ha suonato all'Iridium di New York), e tra gli artisti italiani troviamo Lorenzo Petrocca,
Livio Cervellieri, Paolo Brioschi, Franco Cerri,
Stefano Cerri, Enrico Intra,
Gianni Ferrio, Romano Mussolini, Enos Patracchini, Massimo Morriconi, Paolo Brioschi, Stefano Bagnoli, Marco Ricci,
Gigi Marson, Angel Pocho Gatti, Pino Presti, Alberto Baldan,
Gianni Zilioli, Filippo Dacco, Gianni Basso,
Enrico Rava, Massimo Morioni, Guido Manusardi, Ada Rovatti,
Pino Massara, Mina, Johnny Dorelli, Pino Daniele, Gino Paoli,
Caterina Valente, Nicola Arigliano, e di recente, nell'ambito della musica pop, persino gli Articolo 31… e molti altri nomi ancora….
E.S.: Vedo che c'è anche il nome di
Natalie Cole…
B.D.F.: Quando mia figlia si è laureata vent'anni fa circa, come premio l'abbiamo portata allo
Sporting di Montecarlo a sentire Natalie Cole che era appena arrivata… era la prima volta che veniva in Europa, probabilmente. E ha fatto questa cosa con lo schermo, con il papà… siamo crollati. E' stata troppo grande…con l'Orchestra di
Aimé Barelli, la Big Band che ha sempre suonato al Casinò di Montecarlo. Bé, li l'ho vista dal vivo, ce la siamo goduta dal vivo.
Invece io ho conosciuto, ed è una mia amica, Helen Merril, che è stata in Italia una trentina d'anni fa…. Lei è venuta a sentirmi quando ho suonato al
Blue Note a New York. Naturalmente l'abbiamo invitata sul palco e ha cantato "Summertime"…..
Un bell'aneddoto è questo:
Jimmy Smith, il grande organista (n.d.r. organo Hammond)….L'ho conosciuto a Torino, al Teatro Carignano quando stavo lavorando con
Jannacci, alla fine degli anni '70, e al lunedì, quando faceva riposo il teatro, avevano un concerto pomeridiano con
Jimmy Smith. E non so cos'è accaduto, forse un aereo in ritardo, la gente era in attesa che arrivasse da due ore. Finalmente arrivò, con due ore e mezza di ritardo. C'era la gente che gridava… Il proprietario del locale, combinazione, ha visto che io stavo con loro quando sono arrivati, e mi ha detto: "Senta, gli dica di fare in fretta, perché la gente aspetta già da due ore…." E lui mi ha risposto in inglese: "I've waited twenty years for the people, what are two hours?" (n.d.r.: Ho aspettato la gente per vent'anni….. cosa sono
due ore?)
E.S.:
Hai qualche altro aneddoto da raccontarci? Sicuramente ne avrai tanti altri…..
B.D.F.: Bé….. Vediamo… Una volta ero andato per una vacanza nella casa che ho a Riva del Garda, e sono andato a sciare sui monti lì vicino…. Sciando sono caduto, e mi sono fratturato la tibia. Dovevo tenere il gesso per quaranta giorni, e la cosa preoccupante era che di lì a 45 giorni avrei dovuto suonare con Barney Kessel per la prima volta in vita mia. Se avessi tolto il gesso nei tempi giusti, non avrei potuto partecipare, allora decisi di tenere il gesso per un periodo più lungo pur di non rinunciare… Mia moglie ha guidato l'auto fino a Torino, dove avevamo questo concerto presso l'Università, ed io mi sono disteso sui sedili posteriori in macchina… Quando salii sul palco assieme a Barney Kessel, il presentatore del concerto mi presentò così: "Ed ecco a voi l'Enrico Toti della musica!"
E.S.:
E cosa ci racconti di Duke Ellington, di Woody Herman?
B.D.F.: Questa è tutta gente che ho visto più volte:
Ellington, Count Basie, andavo sempre nei camerini del teatro Lirico, a vederli, conoscerli….
Woody Herman… A New York, al Bottom Line ho parlato con lui ancora… Poi a Nizza, più volte. I primi tempi del Festival di Nizza erano straordinari. C'era poca gente, tanti musicisti di nome, fantastici…e tutti abbordabili! Tutti seduti lì sulla panchina:
Stan Getz, Hank Jones…. Tra l'altro Hank Jones viene adesso in Italia, al
Blue Note…
Altro episodio con
Hank Jones: io ho suonato al Festival Etna Jazz, e suonavo con Enrico Intra, Franco Cerri, eccetera, e ho suonato i miei pezzi… Di solito faccio sempre un pezzo mio "Soft Drink" e poi faccio "Ma L'Amore No". E proprio mentre stavo iniziando a fare "Ma L'Amore No" è arrivato
Hank Jones con Milton Jackson al vibrafono, e si sono seduti lì, a due metri da me! Ero emozionantissimo! Insomma, alla fine del pezzo Hank Jones è venuto da me e mi ha detto: "Your tune is fantastic, it's wonderful!" (n.d.r.: Il tuo brano è fantastico!) E io gli ho risposto: "Magari fosse mio! E' di Giovanni D'Anzi!" E lui mi ha chiesto: "Do you have the music?" (Hai la musica?) E io non l'avevo, allora mi ha lasciato il suo indirizzo e gli ho spedito lo spartito di "Ma l'Amore No". Adesso aspetto che arrivi, la settimana prossima, perché andremo senz'altro a sentirlo. E' un pianista fantastico. Non so quanti anni avrà…..Così gli chiederò se gli è arrivata la musica…
E poi…. Tutte le volte che ho visto Dizzie Gillespie…. Mi ricordo che una volta in uno stadio di Bergamo hanno fatto un concerto estivo, e c'era Toots Thielemans. Io ero andato per Toots, e c'era anche Dizzie Gillespie. Andando a cercare Toots, sono finito nei loro camerini, che erano i camerini degli sportivi, cioè quelli privi di ogni servizio, con i bagni un po' spartani. E allora Gillespie è entrato, ha preso dei giornali, ha vuotato una boccettina di profumo su questi giornali e gli ha dato fuoco.
E.S.:
Ma come? Perché?
B.D.F.: (Ride) Per rinfrescare l'aria! Questa è una cosa che bisogna ricordarsi, si può fare! Cioè, bruciare i profumi…
E.S.:
Lui è sempre stato un originale, un simpaticone, un pò mattacchione…. Poi c'era una domanda un po' intrigante che desideravamo farti. Visto che sei un polistrumentista, suoni la chitarra e l'armonica…. Ci racconti come scegli di suonare uno strumento piuttosto che l'altro? Ovviamente non mi riferisco a situazioni di lavoro, ma alle situazioni in cui sei in casa tua, rilassato e ti viene voglia di fare musica…. di suonare. Cos'è che ti spinge verso la chitarra e cosa verso l'armonica?
B.D.F.: Te lo posso dire subito, e te lo può confermare Lilly, che la maggior parte delle volte prendo in mano la chitarra… (si rivolge a lei) anche a casa tua, no? Perché è uno studio, comunque, che mi serve anche per l'armonica, perché studio l'armonia di ogni pezzo, cerco sempre di arrivare a qualcosa di meglio ogni volta. Poi sono due cose che faccio con uguale amore, perché prima, di solito iniziavo a fare i concerti con la chitarra e alla fine facevo due o tre pezzi con l'armonica, e poi man mano si è intensificata l'armonica. Quindi quello che faccio adesso è il primo tempo con l'armonica, e poi faccio con la chitarra due, tre, o quattro pezzi, secondo l'atmosfera, e poi termino con l'armonica. Ma li amo ugualmente.
E.S.:
Per cui non c'è uno stato d'animo particolare che ti spinge verso uno strumento o l'altro… Non c'è una regola in questo…
B.D.F.: No, no, assolutamente. Anche solisticamente dipende dai periodi. Però chissà perché mi è pratico tenere in mano la chitarra. Anche quando sono solo….(ride)… quando mi manca la mia compagna…abbraccio qualcosa che vibra. E poi ultimamente mi piace da impazzire accompagnare lei, (e guarda Lilly, la sua compagna), che incomincia a suonare l'armonica. Canticchia anche dei pezzi, ha una vocina delicata, ma ci divertiamo….Noi amiamo particolarmente
Diana Krall, perché ha fatto da sottofondo al nostro incontro… C'è un brano che abbiamo ascoltato e riascoltato in continuazione… (Bruno e Lilly si guardano e sorridono)
E.S.:
Ora ci avete incuriositi… Di che brano si tratta?
Lilly Polana.: Si tratta di "Let's Fall In Love"
Dopo di che, Bruno imbraccia la chitarra, e Lilly, senza farsi pregare, inizia a cantare "Let's Fall In Love". Che bella sensazione di intimità ci hanno regalato questi due artisti che hanno tanto da dire, da comunicare…
a un certo punto la cantano assieme. Un vero dono per noi, che abbiamo la fortuna di essere qui a gustare questo momento di estrema dolcezza, rispetto e tenerezza che comunicano con la musica, con gli sguardi, con la voce.
Poi Bruno e Lilly insistono perché anche noi partecipiamo a un po' di musica, e
Alberto mi suona "Misty", e la canto accompagnata da lui, poi Bruno mi accompagna alla chitarra su "Autumn Leaves". Una serata tra amici…. Si parla, si ricordano tante cose, si canta…. Che serata ricca!
Dopo questo prezioso momento musicale, riprendiamo a parlare…
Bruno prende in mano un libro intitolato "Chet Baker – La Lunga Notte Di Un Mito" (titolo originale: "Deep In A Dream. The Long Night Of Chet Baker") di James Gavin, edizioni Baldini & Castaldi pubblicato nel 2002.
Ci mostra che a un certo punto viene nominato il suo brano "Tintarella Di Luna", nel momento in cui a Chet Baker, che era in carcere, viene chiesto di suonare quel brano dai suoi compagni di carcere….
Chiedo a Bruno di parlarci della sua musica, e di "Tintarella Di Luna".
B.D.F.: In pratica, io ho avuto questa chance, perchè pochi hanno avuto la fortuna di avere un pezzo di grande successo che ti permette di non avere problemi economici e di intraprendere altre cose per esempio nel jazz, di andare in America a cercare il tuo posto, a cercare fortuna. E difatti io poi l'ho trovata conoscendo subito Don Friedman, il grandissimo pianista che mi ha fatto suonare per la prima volta al "Fat Tuesday" che era uno dei locali più importanti di New York, e in seguito al
Birdland, e in seguito abbiamo registrato un disco a New York intitolato "Bruno de Filippi in New York with
Don Friedman Trio" recentemente ristampato dalla Carosello.… (n.d.r. Seguiranno poi con la stessa formazione: "You And The Night And The Music" – 1995; "Lili Marlène" – 1996; "You My Love" - 1998). Certo che quando poi non hai problemi economici immediati, sei facilitato, e questo io lo devo sinceramente al successo del mio pezzo. Però nello stesso tempo, essendo grato di questo gradimento avuto dal pubblico per questo pezzo, io ne ho scritti tanti altri di qualità. Questo è un grande successo commerciale, insomma. L'ho sempre ritenuto commerciale, chissà perché, ora cominciano a suonarlo tutti, anche i jazzisti. Ma in ogni caso lì forse ho il rincrescimento di aver lavorato tanto anche avendo a disposizione dei grandi cantanti, ma non è uscito più niente di eclatante. Comunque basta, ho già avuto la mia parte. Sono felicissimo, perché tanti vorrebbero avere una "Tintarella Di Luna"…. Sono curioso di sentire la versione di Renato Sellani, che l'ha appena inciso….
Il pezzo più bello che ho scritto è, secondo me, "Mimi", che è quello che ho scritto per mia moglie, del quale c'è un arrangiamento bellissimo per big band. Mi capita qualche volta di suonarlo con l'orchestra di Enrico Intra, e anche con Paolo Tomelleri… E' di uno struggente…. Se c'è un pezzo del quale veramente sono orgoglioso sia armonicamente sia melodicamente
è questo. Adesso vado a Monaco a suonare con la big band, e mi porto gli arrangiamenti di questo pezzo. Ogni volta che lo faccio…. È un po' commovente, però nello stesso tempo mi dico: "Guarda che bella melodia ho composto…" "Soft Drink" è un bel pezzo, è il mio porta-fortuna si può dire… Quando sono in Germania dicono che è il mio "Gluecksbringer".
L.P.: In Germania Bruno viene anche soprannominato "L'uomo dalla
Lingua d'Oro" (così avevano scritto in un articolo…)
E.S.:
Se in questo momento, pensando al percorso fatto fin qui, un percorso molto ricco di incontri, conoscenze, esperienze, dovessi ringraziare qualcuno sia da un punto di vista umano, sia dal punto di vista della carriera come musicista, chi vorresti ringraziare?
B.D.F.: Prima di tutto ringrazio mia madre che mi ha dato questo amore per la musica che è stravolgente. Mi ricordo quando ero piccolino, lei mi diceva: "Tu non ti staccavi mai dalla musica"… Mi sdraiavo in terra perché avevamo il radiogrammofono, e aveva gli altoparlanti in basso. Io mi sdraiavo lì e non mi muovevo più…. Conoscevo tutte le trasmissioni, e stavo lì ad ascoltare, sentivo tutto. E poi non so quanto ringraziare tutti gli amici che mi vogliono bene, a cominciare da lui (fa segno verso Alberto Gottardelli), e che contraccambio veramente con tutta l'anima… Ieri sera sono stato al
Gimmi's, c'era
Memo Remigi. Ho incontrato un sacco di gente che conoscevo e hanno voluto a tutti i costi che suonassi un pezzo. Sono andato su e ho suonato un pezzo che avevo inciso con
Pino Daniele che si chiama "I say I' stò 'ccà" (lo accenna, con la voce). E poi abbiamo incominciato a improvvisarci sopra. E' stata una cosa incredibile… A parte il volume… Loro usano dei volumi paradossali. Infatti poi quando sono uscito, avevo gli acufeni…. Penso di avere seminato bene, di avere dato sempre nella mia vita di musicista. E quindi, siccome ho aiutato tutti, forse oggi sto godendo di un riscontro positivo, molto forte. Poi dopo, l'incontro con Lilly è stato determinante. Mi ha riempito la vita dopo quello che mi era successo di grave prima (n.d.r. Bruno si riferisce alla scomparsa dell'amatissima moglie Mimi). Adesso con lei mi sto divertendo come un pazzo, perché anche lei comincia a suonare l'armonica…. E così…. Ho girato il mondo e lo sto girando ancora, finché ce la farò, perché a un certo punto…. L'ultimo giro che abbiamo fatto del mondo è stato un po' pesantino, tant'è che comincio ad accusare i voli lunghi. Però non demordo. Ho tre concerti in Germania, va bene, questi sono vicini, ma dopo ne ho uno a Naples in Florida a novembre, e quindi dopo ci attacchiamo qualcos'altro e andremo da qualche altra parte…
E.S.:
In modo da potere allungare il viaggio, vedere posti non ancora visti...E' questa la cosa interessante….
B.D.F.: No, anche per rivedere posti già visitati, per esempio Key
West, dove sono già stato, è stato bello rivederlo con Lilly, che non lo
conosceva, Key West… Mia figlia l'ha chiamato il "paese dei balocchi". E' un
posto dove sono tutti uniti, giovani e anziani… L.P.: Abbiamo visto una donna cieca
novantenne sedersi a un pianoforte e cantare, ha cantato un sacco di standards,
meravigliosamente. Una donna viva, piena di spirito…. Che viene ancora apprezzata. Diciamo che il pubblico era tutto formato da gente over-70 o da over-80… Gente che si sente ancora giovane, e che ha ancora molto da dare, da divertirsi. Gente che si veste di colori sgargianti e che ama ballare e vivere.
Mi rivolgo ora a
Lilly Polana, chiedendole della sua arte, di come le sia venuta questa originalissima idea di creare delle splendide figure (gatti, draghi, animali, fiori…) utilizzando solamente dei francobolli o dei frammenti di francobollo. E lei, con la sua voce morbida, dolce e delicata, ci spiega che lavorava nel settore della filatelia per la ditta Beli, in Svizzera, ed essendoci molto scarto (i francobolli non perfetti venivano messi da parte), decise di farli rivivere salvandoli dalla distruzione. Chiese il permesso al suo capo di poterli utilizzare, e così ebbe inizio la sua opera. Ci racconta che si tratta di un materiale che la affascina, che le piace al tatto, e con il quale lavora con molto trasporto. Bruno ci porta al computer, e ci mostra una serie di opere meravigliose, coloratissime, vive. Sembra impossibile che dei francobolli colorati possano dare un'espressione così viva agli animali di Lilly Polana. I gatti hanno uno sguardo incredibilmente sornione. Ci complimentiamo con lei per la sua creatività e perizia. Per Bruno ha creato un'opera con un gatto che suona una armonica, intitolato "Harmonic-Cat", l'armonica è vera, ed è incollata all'opera…. Possiamo ammirare questo quadro appeso alla parete, tra bellissime foto ed altri ricordi. Una casa piena di storia, di vita… Ogni oggetto ha un significato, e ringraziamo tanto Bruno per avere voluto condividere con noi tante cose, tanti ricordi e tante emozioni stasera.
Per chi desiderasse prendere visione delle splendide opere di Lilly Polana, segnalo il suo sito:
www.lillypolana.ch, e per chi desiderasse visitare il sito ufficiale di Bruno de Filippi, segnalo anche il suo:
www.brunodefilippi.it.
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Data pubblicazione: 10/04/2004
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