Polosud Ps059
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Lorenzo Hengeller
Il giovanotto matto
1. Inno di Mameli
2. Il tic
3. In Bruno veritas
4. Gran vals
5. Lo swing del giornalaio
6. Brava
7. Papaveri e papere
8. Embè
9. Ninna nanna per Carla
10. Pummarola boat
11. Le tue mani
12. Buonanotte al mare
13. Fraseggio in mi b
14. Amaramente
Lorenzo Hengeller - piano e voce Marco De Tilla - contrabbasso Nicola De Luca - batteria Annibale Guarino - sax tenore e cori Nicola Rando - sax alto Carlo Lo Manto - chitarra Roberto Del Gaudio - cori Bruno De Filippi - armonica Gabri Statuti - cori Ninni Pascale E Ettore Sciarpa - cori
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"Il giovanotto matto" è il titolo di una
canzone portata al successo da un popolare cantante italiano, Ernesto Bonino,
negli anni '40, erano gli anni di Fred Buscaglione,
Alberto Rabagliati e Natalino Otto. Bonino amava lo swing proprio
come Lorenzo Hengeller che ha voluto chiamare questo suo ultimo album proprio
come quel successo di Bonino, a suo tempo soprannominato "Mister Swing".
Una volta inserito nel cd-player il cd di Lorenzo Hengeller, la
prima cosa che si ascolta è un frammento audio tratto dal film "Non ci resta
che piangere" di Benigni e Troisi in cui proprio quest'ultimo
decanta ad alcuni sprovveduti una strofa dell'inno di Mameli. È un inizio che sorprende
ma nelle tracce seguenti si scopre che il musicista napoletano ama quella canzone
italiana imbevuta di jazz che prima, i già citati Bonino, Rabagliati,
Otto e Buscagliene, e dopo Lelio Luttazzi, Renato Carosone
e il Quartetto Cetra, si divertirono a scrivere ed interpretare.
In mezzo a brani come "Il Tic","Lo
swing del giornalaio" ed "Embè" che
riprendono questa tipologia di canzoni, Hengeller inserisce alcuni brani
strumentali, come una bella ballata che vede in primo piano l'armonica di
Bruno
de Filippi, "in Bruno Veritas",
uno stupendo reprise per solo piano di "Brava",
scritta da Bruno Canfora per la magnifica voce e il grande talento di
Mina. Poi sorprende ancora per un frammento musicale che prende spunto dalla
musichetta che identifica una nota marca di telefonini e più avanti ci si imbatte
di nuovo nel recupero di un altro brano d'epoca come "Papaveri
e papere" con ospite Angela Luce, nel rifacimento di due brani
del mai dimenticato
Gorni Kramer, "Buonanotte al mare"
e "Fraseggio in Mi b" e in una bella canzone
inedita scritta dallo stesso Hengeller, "Le tue
mani".
Per completezza citiamo anche le rimanenti "Ninna
nanna per Carla", un intermezzo strumentale sempre di Hengeller,
la "Pummarola Boat" del Quartetto Cetra
e la conclusiva "Amaramente" di Carosone
e Bonagura.
Molti argomenti e tante citazioni, forse troppe, per stare insieme nello
stesso album. Si ha l'impressione che si sia voluto eccedere forse per stupire,
ma io penso che Lorenzo Hengeller avrebbe potuto fare a meno di quelle citazioni
extra-musicali per le quali ha dovuto anche tener conto della par condicio.
E questo perchè il suo cd sarebbe certamente risultato più gradevole e discreto
anche solo con gli originali, così ricchi di swing, o con quella bella e raffinata
canzone quale è, "Le tue mani". Non comprendo la necessità e l'opportunità
di inserire il medley con l'Inno di Mameli, l'Avanti Popolo e la declamatoria
di regime contro il diffondersi del jazz nell'Italia fascista. Non comprendo la
citazione di Bella ciao in "Embè" e trovo fuori luogo il riprendere
il tema di una suoneria telefonica. Per il resto l'album mette in risalto le doti
di Lorenzo Hengeller come musicista e compositore, mi auguro che si rivelino
in pieno nelle prossime produzioni.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/03/2007
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