|  | Elisabetta Serio Sedici
 
 
  Via Veneto (2018)
 
 1. Afrika
 2. Little Lies
 3. Freedom
 4. Il cielo sotto di me
 5. Rumors
 6. Trees
 7. Mr P
 8. Brad
 9. 7 Reasons Why
 
 
 
Elisabetta Serio -  pianoforteSarah Jane Morris -  voce (1)
 Fulvio Sigurtà, Tromba - 1,2, 4, 7, 9)
 Jerry Popolo, Sassofoni - 3, 5, 6)
 Marco De Tilla -  contrabbasso
 Leonardo De Lorenzo -  batteria
 
 Peppino De Filippo ha contribuito alla globalizzazione e sdoganamento 
di un principio tanto napoletano, quanto ineluttabile: Non è vero… ma ci credo, 
consegnando ai posteri anche una memorabile commedia, e accendendo più luminosi 
e ironici riflettori sulla smorfia napoletana; e nella cabala napoletana il numero 
sedici rappresenta una ben determinata parte anatomica che, qui per pudore, corrisponde 
a una zona dove – un tempo si diceva – "non batte il sole". 
 Il sedici è il numero al quale
Elisabetta 
Serio è particolarmente legata, e in questo disco si narrano di fatti 
e persone che la pianista e compositrice napoletana tiene stretti nel suo cuore. 
Si parte dall'"Afrika" declamata, con il solito nerbo e autenticità, dalla 
voce di 
Sarah Jane Morris, su belle trame tessute dal pianoforte vigoroso e attento 
alle sfumature e sui ricami acuti della tromba di Sigurtà che ne scala il corpo 
sonoro. Non ci sono standard e/o cover: e questa è un'altra bella notizia (anche 
novità). "Rumors" dispiega accenti europei ed evidenzia la qualità di tocco 
e di articolazione della Serio e una sua particolare attenzione per la melodia.
 
 La roccaforte della pianista è il trio, con
Marco de Tilla 
e Leonardo De Lorenzo: e con entrambi si trova a meraviglia nel botta e risposta, 
nel farsi cullare da una ritmica sempre pronta a spronarla, sia nei tempi più soft-slow, 
come in " Freedom", brano d'antan, che sembra fatto apposta per esaltare 
il lirismo del sassofono tenore di 
Jerry Popolo, 
e sia lì dove gigioneggia un groove scalpitante ("Rumors"). Ne "Il cielo 
sotto di me", la Serio disegna paradigmi classici nei quali la tromba soffiata 
e arrochita di Sigurtà si inserisce a meraviglia. Due importanti dediche trovano 
altrettanto importanti composizioni: la prima è Pino Daniele, con il quale
Elisabetta Serio 
ha collaborato; "Mr P" rappresenta tutte quelle sensazioni che la musica 
di Pino Daniele trasmetteva, con la capacità – questa anche della Serio – di mettere 
pace tra l'italica melodia e il fumoso jazz d'oltreoceano. L'altro chapeau
è per il suo mentore spirituale (o almeno uno di questi): Brad Mehldau, ossequiato 
in "Brad" con una perfetta scansione delle note e pause di gusto impressionistico, 
che fanno capolino anche in "7 Reasons Why", eccellente chiusura per un bel 
disco dal carattere forte e dai mille colori.
 
 Alceste Ayroldi per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 1.830 volte Data pubblicazione: 18/08/2018
   
 
 
 
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