VVJ 038
Edizioni Via Veneto Jazz per Millesuoni s.r.l., 2002 |
Stefano Battaglia – Michele Rabbia
Stravagario
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Millenaria (4.18)
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Fluxus (7.16)
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Quem te alumia me da' luz (5.33)
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Body music (4.27)
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Elogio dell'assenza (2.27)
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Altalena (8.26)
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Invocazione (3.04)
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Cantus Firmus (3.07)
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Oltre frontiera (3.45)
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Passaggi improvvisi, improvvisi paesaggi (3.02)
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Giada e alabastro (1.44)
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Baco da seta (4.25)
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La boite de jeux (1.26)
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Vano preambolo (2.24)
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Exilio (3.46)
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Di un'ombra (4.53)
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Afghana (4.24)
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Madre delle stelle (2.44)
All compositions by M. Rabbia and Stefano Battaglia
Michele Rabbia
percussions
Stefano Battaglia
piano
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Millesuoni s.r.l. (Via Veneto Jazz)
Via Faa' di Bruno 8
00195 Roma
Tel. +39(06)37513593
Fax +39(06)37513596
email:
viavenetojazz@start-group.com
millesuoni@tin.it
La ricerca di Stefano Battaglia e quella di Michele Rabbia
hanno in comune la formazione (classica per entrambi), l'attrazione sensuale per il jazz, l'amore per la musica colta del ‘900, che si spingono in particolare a due dei grandi temi su cui si muove l'evoluzione musicale: mi riferisco al mondo del suono, della ricerca della sua espansione ed al tema dell'improvvisazione.
Stravagario
si sviluppa su due filoni ben precisi: da una parte l'improvvisazione pura, radicale, la musica che nasce nell'istante, dall'altra alcuni temi scritti da Battaglia utilizzati come piano di lavoro aperto all'accadere, all'attimo, agli intrecci sinergici tra le timbriche di percussioni e pianoforte. Talvolta l'espansione delle sonorità passa pure per la scelta di strumenti preparati, modalità espressiva portata all'ennesima potenza nel percussionismo di
Rabbia, che, appoggiando sulle membrane percussioni lignee o metalliche, sfrutta i tamburi come casse di risonanza per nuove, imprevedibili sonorità.
Forse, una delle caratteristiche più impressionanti di questo disco (che pur esprime sprazzi di grande virtuosismo), sta nel potere di percepire le possibilità timbriche di trattamento del suono degli strumenti acustici di questi due musicisti dalla straordinaria sintonia. In brani come
Cantus Firmus
e Altalena
il piano di Battaglia lascia respiro alla produzione di ampie gamme armoniche, il suono è sempre controllato, le corde del piano sono lasciate libere per il tempo tecnico utile alla sua espansione nell'aria. La capacità evocativa ben imbrigliata nella tecnica sopraffina: l'esperienza d'ascolto non deve sacrificare nulla, nessun costoso tributo all'altare dell'improvvisazione totale. Ogni nota è profondamente sentita, riflesso dell'anima a cui l'eccellente tecnica è sottomessa, piegata alla necessità del suono di quell'irripetibile istante.
Gli echi delle filosofie orientali, cui il genio di Cage fu grande debitore, si avvertono nella perfezione formale di ogni singolo evento, di fronte al quale gli stessi musicisti paiono essere quasi degli spettatori stupiti di quel che accade, come se il loro corpo fosse solo un reagente, un tramite della stessa perfezione di quell'attimo.
Un disco che merita le orecchie di ogni buongustaio della Musica senza confini, dall'appassionato di musica colta e contemporanea a quello di jazz.
Nicola Lott
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 24/04/2003
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