Auand Records di Marco Valente
via XXIV maggio, 40
70052 Bisceglie (Ba) Italy
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e-mail:
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Alcuni lamentano una certa staticità del jazz,
chiuso nelle standardizzazioni e in rivisitazioni non sempre felici. Troppo spesso
si aspetta la "manna musicale" dagli States, quasi con l'assoluta certezza che solo
loro possano contribuire a creare forme diverse della colonna sonora afroamericana.
Stereotipi, consolidati modus dicendi qualunquistici. Certo, vi sono etichette
che alimentano questo fare e pubblicano di tutto e di più e, senza colpo ferire,
almeno apparentemente, depauperano ogni e qualsiasi attività di ricerca. Bene, l'Auand
non è di certo una di queste labels. La conferma proviene dalla produzione di
Downtown di Roberto Cecchetto, eclettico
chitarrista milanese, già componente dello storico Electric Five di
Enrico Rava.
Cecchetto ha sempre prediletto l'esplorazione. Ha suonato e studiato elaborando,
mai uniformandosi.
Downtown ne è la naturale conferma. Un viaggio che il chitarrista compie
con Giovanni Maier al contrabbasso, già suo compagno dai tempi dell'Electric
Five, ed anche egli fine innovatore di suoni e colori,e Michele Rabbia alla
batteria e percussioni, un moto perpetuo di scansioni ritmiche ed emozioni acustiche.
Where are you echeggia
Pat Metheny,
quello di un tempo, quello capace di sconvolgere la nota. Ma il brand di Cecchetto
si fa decisamente sentire.
Uptown sfida la gravità sonora. Densa di scavi
armonici che coniugano sentimento e professionalità. Il funk di
Do It mette in evidenza l'eloquenza abrasiva della
chitarra di Cecchetto ottimamente contrappuntata da Maier.
La ricerca di nuovi spazi sonori si dipana in Oslo
Hotel, rigata da rughe oriental rock, capaci di trovare un respiro del
tutto particolare.
Il linguaggio del leader si sfilaccia in Rio Dreams
con fraseggi disarmonici che esaltano le intonazioni di Rabbia.
Poi l'urban sound di Downtown che libera
la fantasia di Maier, suoni ripresi con particolare calore espressivo, in
Sun Eyes e 3 Points
of View.
Un disco da ascoltare con attenzione particolare soprattutto negli schiumanti
assoli, come nella conclusiva Tierra del Fuego.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
21/06/2009 | Bologna, Ravenna, Imola, Correggio, Piacenza, Russi: questi ed altri ancora sono i luoghi che negli ultimi tre mesi hanno ospitato Croassroads, festival itinerante di musica jazz, che ha attraversato in lungo e in largo l'Emilia Romagna. Giunto alla decima edizione, Crossroads ha ospitato nomi della scena musicale italiana ed internazionale, giovani musicisti e leggende viventi, jazzisti ortodossi e impenitenti sperimentatori... (Giuseppe Rubinetti) |
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Data pubblicazione: 22/06/2008
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