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Massimo Barbiero & Giovanni Maier
Code Talkers
Monk Records (2011)
1. Opening;
2. Veleno;
3. Contrast;
4. Lo stagno;
5. Neve:
6. Blues for Us;
7. Cristiana;
8. Teachers & Students;
9. Denique Caleum;
10. Ending
Massimo Barbiero
- batteria e percussioni
Giovanni Maier - violoncello
Monk records 2011
Massimo Barbiero
e Giovanni Maier si conoscono bene, incidono, però, per la prima volta in
coppia. Entrambe annoverano nel loro curriculum precedenti esperienze in duo. E'
recente l'uscita di "Denique caelum" licenziato dal batterista insieme alla cantante
Rossella Cangini. Maier, invece, ha registrato una lunga serie di duetti:
fra gli altri con Guido Mazzon e Claudio Lodati.
Non si tratta della testimonianza di un'occasione estemporanea, di un incontro fortuito,
come accade in altre situazioni. I due hanno, infatti, una lunga consuetudine in
"Enten Eller" e aver programmato un disco senza la presenza degli abituali compagni
di viaggio è segno della volontà di dare vita ad un qualcosa di significativo oltre
l'esperienza del gruppo.
Il Cd è costituito da dieci brani che lasciano fluire la musica in modo naturale
e spontaneo. La scelta di fondo è quella della libera improvvisazione, anche se
i pezzi vengono a volte attribuiti a uno dei due protagonisti. Per la maggior parte
sono firmati, comunque, da ambedue i titolari del progetto.
I ruoli si appalesano dal confronto reciproco. Maier suona il violoncello, a
volte privilegiando il pizzicato, in sequenze contrabbassistiche con un fraseggio
stretto molto ritmico. Quando usa l'archetto, invece, fa risaltare la cantabilità
severa e scarna di un motivo creato in divenire, su cui può elaborare un discorso,
muovendo da uno spunto da ampliare e modellare. In alcuni casi il suo strumento
può avvicinarsi alla chitarra con strappate adatte a costruire un clima, un ambiente
sonoro particolare.
Massimo
Barbiero accompagna a modo suo e, di fatto, è più solista del partner.
Sceglie di volta in volta le percussioni più consone a seguire le intuizioni del
sodale o lo anticipa preparando un'atmosfera, un campo operativo da sondare e da
"coltivare". Adopera la batteria per realizzare strutture movimentate su cui, poi,
il violoncello interviene per dare forma ad un tema da cui ripartire, di concerto,
per sviscerarne le potenzialità in un colloquio aperto all'inserimento di elementi
diversi e comporre un disegno bene organizzato, pur se elaborato "all'impronta".
Non si avverte un senso di uniformità ascoltando il disco. Si alternano tracce distinte
nel carattere e nello sviluppo, ma pervase dal comune sentire dei due protagonisti.
Meritano attenzione in specie Neve con un inizio segnato da una selva
di percussioni e l'incedere del violoncello archettato su un'aria "para-free". Poi
si cambia registro, il brano prende ritmo e una batteria coloristica sottolinea
il solo ispirato del musicista friulano. Da qui in poi suonano jazz riconoscibile
e di qualità. Anche "Blues For Us" si fa apprezzare: i due partono insieme scavando
nelle radici di un blues, ognuno per conto suo. Quando si impone il pizzicato il
tema diventa più evidente e "domestico". Lo strumento ad arco tratteggia una melodia
indubbiamente afroamericana e il sodale viene dietro con cassa, piatti, tamburo
e spazzole.
Con questo disco Barbiero e Maier raggiungono almeno due obiettivi: verificano la
loro intesa, la loro concezione musicale congruente e dimostrano che si può improvvisare
anche con materiali di tipo diverso, di sapore africaneggiante o jazzistico, realizzando
suoni affabili, abbordabili pure per un pubblico non introdotto a questo tipo di
musica.
"Code Talkers" si lascia decodificare, se solo lo si ascolta senza preconcetti
e ci si lascia coinvolgere privi di remore e di sovrastrutture mentali o di genere.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/11/2011
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