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Massimo Barbiero, Marcella Carboni e Maurizio Brunod
Kandinsky
Splasc(h) Records 2012
1. John & Claude (Carboni) 5.02
2. Punto (Barbiero, Brunod, Carboni) 6.50
3. Bordo (Barbiero, Carboni) 4.23
4. Come Sunday (Duke Ellington) 5.04
5. Movimenti (Barbiero, Carboni) 3.37
6. Superfice (Barbiero, Brunod, Carboni) 6.20
7. Linea (Barbiero, Carboni) 5.27
8. Curva (Barbiero, Brunod, Carboni) 4.14
9. Tensioni (Barbiero) 2.08
10. Cristiana (Barbiero) 4.56
11. Piccolo sogno in rosso (Barbiero, Brunod) 6.05
Massimo Barbiero
- batteria, percussioin,. log drum, comet bell, wawedrums,
Marcella Carboni - arpa, loop
Maurizio Brunod - chitarre
Registrato il 12 dicembre, 2011,,. e missato il dicembre 28,
2011 al "Pollaio" di Ronco Biellese
Pier Giorgio Miotto: tecnico del suono e missaggio
"Mi sembrava che l'anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando
l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita" - Vasilij
Kandinskij
Il matrimonio tra arpa e musiche improvvisate di matrice afroamericana è sempre
stato considerato un matrimonio improbabile, dagli esiti incerti e per i più rimane
un matrimonio che "non s'ha da fare". In effetti così sovente è stato e i casi di
arpisti, noti e meno, che abbiano flirtato con la musica degli afroamericani è esiguo.
In alcuni casi poi questo strumento è stato impiegato alterandone talmente le caratteristiche
da renderlo irriconoscibile.
Marcella Carboni è musicista di sicuro talento qui chiamata ad unirsi ad una coppia
affiatatissima nel tentativo di dar vita al desiderio di Barbiero (e Brunod) di
confrontarsi con il suono elegiaco, femmineo ed ineludibile dell'arpa.
Da un punto di vista timbrico e per la reciproca capacità di ascolto la formazione
è pienamente coerente non sempre pare convincente e omogenea l'idea del fare musica
del duo e di Marcella Carboni tanto da apparire a volte più un incontro, seppur
felice, che un vero progetto di gruppo.
Questa dicotomia è particolarmente evidente nel brano d'apertura (John & Claude),
non a caso unico brano a firma Marcella Carboni in cui la memoria musicale dell'arpista,
radicata nel miglior impressionismo francese, non consente alla musica di andare
oltre una, seppur piacevole, riproposizione di stilemi raveliani e debussiani.
Le cose migliorano sensibilmente con la presenza di Brunod a far da contraltare
all'elegante ed elegiaca Carboni, con uno spostamento più deciso su suoni attuali,
è quello che accade in Punto.
Disco dalle atmosfere rarefatte e sospese in cui il silenzio è elemento costitutivo;
il ritmo è quasi sempre implicito, lento e soggetto a variazioni timbrico dinamiche
che lo dissolvono per poi riportarlo in superficie.
Album da casa di bambole, album fatato, senza streghe cattive, guerre e soprusi.
L'ecumenico Ellington di Come Sunday, appare perfettamente in linea con il
sentimento generale dell'incisione oltre ad essere una delle attraenti melodie mai
scritte. Come Sunday è anche perno su cui ruota l'incisione, giro di boa
che dovrebbe traguardare verso altre possibilità musicali. Di questo altro abbiamo
avuto un assaggio nel crescendo finale di Bordo, laddove intravvediamo la
possibilità di nuovi suoni e nuovo sviluppo musicale senza estremismi o sperimentalismi
che sarebbero estranei ai tre.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/01/2013
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