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Enten Eller Orkestra
E(x)stinzione
Splasc(h) Records - distr. IRD (2012)
CD 1:
1. Intro – Le lucciole
2. Yluc Song (Alberto Mandarini)
3. La scena, gli artisti…
4. Praxis (Massimo Barbiero)
5. Prolungate istantanee
6. Mostar (Maurizio Brunod)
7. Torquemada (Alberto Mandarini)
8. Post
9. Per Emanuela (Massimo Barbiero)
CD 2:
1. Porte Basse (Massimo Barbiero)
2 Genetic Deficit (Giovanni Maier)
3 Un Rosario Profano
4. Isengard (M. Barbiero - M. Brunod)
5. Muri di Pillole
6. Denique Caelum (Massimo Barbiero)Alberto Mandarini
- tromba, flicorno, arrangiamenti e direzione
Maurizio Brunod - chitarra elettrica
Giovanni Maier - contrabbasso
Massimo Barbiero
- batteria e percussioni.
Special Guest:
Laura Conti - voce
Marcella Carboni - arpa
Giancarlo Schiaffini - trombone
Carlo Actis Dato - sax tenore, baritono e clarinetto basso
String Orchestra "B.Bruni" of Cuneo
(primi violini: Gianluca Allocco, Raffaella Azzario, Costanzo
Squadrotti, Nino Russo, Fabrizio Dutto – secondi violini: Gabriele Marchisio, Isabella
Slamig, Giulietta Testa, Cecilia Concas – viola: Mattia Sismonda, Guido Neri, David
Mosca – violoncello: Paola Mosca, Alberto Fabi – contrabbasso: Bernardino Gallo).
"E(x)stinzione" è un progetto multimediale costruito su tre piani comunicanti.
"E(x)stinzione" è un progetto multimediale costruito su tre piani comunicanti.
La parte testuale, curata da Franco Bergoglio, contiene riflessioni aspre
e corrosive sulla scomparsa delle fabbriche e, di converso, sull'annullamento della
dignità umana, oppressa da una società uniforme e massificata veicolante modelli
di comportamento sempre più inconsistenti o dannosi; la parte visiva, di pertinenza
di Luca D'Agostino fotografa splendidamente la desolazione di capannoni vuoti
e in stato di abbandono, come simulacri di una civiltà in crisi di valori e di identità;
la parte musicale, affidata agli arrangiamenti di Alberto Mandarini, cerca
di collegare l'orchestra "Bruni" di Cuneo al quartetto jazz. Di fatto si alternano
parti riservate agli archi a sezioni di dialogo fra Enten Eller e l'ensemble,
oltre a momenti solistici destinati anche agli illustri ospiti del gruppo.
Laura Conti è, poi, il vero motore dell'azione scenica. La sua voce duttile,
bene impostata e incisiva guida i protagonisti dell'opera. La "cantattrice" legge
sottolineando il carattere dei testi dello spettacolo, rivelandosi abile nel passaggio
dai toni sarcastici a quelli lirici, sottolineando pure una gamma di sfumature intermedie.
Si abbandona, in determinate sequenze, ad una modulazione melodica di rimando agli
assoli veementi dei musicisti, creando una situazione di continuità fra suono e
poesia di indubbia efficacia,. E' straniante e fuori registro, volutamente, in alcune
occasioni, oppure dura e tagliente quando le frasi esprimono indignazione o denuncia.
Massimo Barbiero,
deus ex machina dell'operazione, percuote le sue pelli o graffia i suoi piatti con
un'anima progressive rock convertita ad una sintesi stilistica ad ampio raggio,
versante bop escluso. Non dimentica i suoi ascendenti musicali, ma si cala nella
parte con uno spirito di servizio che gli fa onore. E', in questo caso, il batterista
di una big band. E' un'esperienza inedita per lui e la vive con l' atteggiamento
giusto.
Maurizio Brunod si infervora in alcuni passaggi funk o, all'opposto, quando
deve far calare la tensione, ricama arpeggi malinconici o pieni di speranza. I suoi
interventi fanno sempre sensazione, anche quando sono intenzionalmente sottotono
Giovanni Maier si esalta nei pochi spazi in assolo, pizzicando con forza
le corde quasi a voler divellere il contrabbasso. E' musicale e muscolare con un
aplomb e una sicurezza esemplari in ogni circostanza
Alberto Mandarini suda le classiche sette camicie per far quadrare il cerchio
come direttore d'orchestra. Blandisce il gruppo di archi o lo domina con lo sguardo.
Lascia più libertà apparentemente ai jazzisti, ma è sempre pronto ad intervenire
per riportare tutti sui punti concordati. Come trombettista si ritaglia assoli tanto
ispirati quanto congruenti con tutto quanto gli sta succedendo attorno.
Marcella Carboni aggiunge il timbro dell'arpa all'insieme. Non si mette molto
in mostra, ma il suo contributo è decisivo per aggiungere determinate tonalità di
colore desuete al suono complessivo dell'orchestra.
Carlo Actis Dato e Giancarlo Schiaffini sono disciplinati e molto
dentro alla parte di ospiti di un progetto importante. Nei soli, Actis Dato si scatena
provocando un innalzamento della temperatura dei brani, spettacolarizzando i suoi
interventi con l'utilizzo della respirazione circolare e con una gestualità accennata,
non sopra le righe come in altre circostanze. Schiaffini è perfetto quando imbraccia
il trombone e imperversa su una base ritmica calma o accidentata o allorché commenta,
sempre con il suo strumento, quando sta recitando Laura Conti. E' formidabile
anche quando partecipa con lo sguardo e la sua presenza all'evento a cui sta partecipando,
attraverso un silenzio pieno di concentrazione.
L'orchestra cuneese si prodiga per essere all'altezza della situazione. L'inizio
è un po' incerto, ma pian piano il livello sale. Prendono coraggio e arrivano a
giocare, sulla distanza, con questi intarsi fra tardoromanticismo, swing, rock e
free in maniera più audace.
In conclusione un disco che testimonia un atto di coraggio, di fede nella musica
e nell'arte in genere di poter incidere nella società, portando avanti "un certo
tipo di discorso" come si diceva negli anni settanta o più semplicemente ricorrendo
a scelte precise per riflettere e far riflettere sulle problematiche del mondo attuale.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/11/2012
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