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Giancarlo Schiaffini Sebi Tramontana
Wind & Slap
Rudi Records (2011)
1. Quiet as a Bone [3.07)
2. As Tone lies Lost [1.54]
3. As the Heartless Ghost [5.21]
4. As they Dive [2.12]
5. As in my Bones [2.22]
6. This Shade [3.08]
7. Beautiful Roots [3.45]
8. Holy Leaves [3.00]
9. In the Wind's Wakes [1.49]
10. As a Purple Sofa [3.20]
11. She was Still Stoned [4.10]
12. As an Empty Stone [2.18]
13. As a Strange Tongue [3.16]
14. About Sleepwalkers and Wind [5.06]
15. Stones and Deadwood [6.58]
16. Wind and Slap [4.30]
Giancarlo Schiaffini - trombone,
euphonium, tuba
Sebi Tramontana - trombone. euphonium
Dopo una lunga frequentazione nell'"Italian instabile orchestra" e la collaborazione
con i "Phanta brass", Schiaffini e Tramontana pubblicano il primo cd in duo. Si
tratta di sedici brani, di cui tredici incisi in studio e tre dal vivo che testimoniano
la comunanza di interessi, di intesa e di intenti fra i due specialisti degli ottoni,
famiglia del registro grave. Schiaffini si ascolta sul canale destro e suona, oltre
al trombone, il bombardino e il basso-tuba. Tramontana risponde sul lato sinistro
con uno strumentario analogo, escludendo l'euphonium. Il dialogo, totalmente improvvisato,
assume connotati differenti fra la parte "live" e il resto delle tracce. Prevale,
nei primi tredici brani, la ricerca timbrica, insistente e insistita. I due musicisti
usano in modo canonico o anti-convenzionale i loro ottoni, quasi sempre "sordinati",
producendo suoni puri, precisi o raddoppiati, sporchi, ridondanti, andando a cercare
le profondità e scalando le vette, in un colloquio fecondo di spunti, idee, ma,
in fin dei conti un po' monocromatico, privo di evoluzioni, di pathos. Un bel saggio,
un po' accademico, delle possibilità che possono offrire due trombonisti con una
notevole familiarità con la storia del jazz e ottime conoscenze della musica contemporanea.
Nei brani dal vivo, invece, si insinua una certa qual nostalgia per i grandi modelli
di un passato anche remoto. Aleggiano, infatti, all'interno di un discorso piuttosto
libero e ardito, i fantasmi dei trombonisti dell'era swing o le ombre dei capiscuola
del dixieland. Pare quasi che i due musicisti, dopo essersi spinti in avanti verso
il futuro, vogliano ripensare ai maestri della tradizione, in modo indiretto e sottotraccia,
ma avvertibile e, in certi momenti, palpabile. Qui si possono apprezzare i momenti
migliori del disco.
In "About Sleepwalkers And Wind", dopo un inizio molto aggressivo e un dialogo stringente
e articolato, i toni si fanno più soft in una conversazione su altezze di suono
diverse con brandelli di melodia accennate, che finiscono in una citazione di un
clima blues, vagamente ellingtoniano. In "Stones And Deadwood" dentro ad un'esposizione
variegata delle facoltà universali degli strumenti gravi, si può recuperare il simulacro
di un motivo autenticamente jazzistico, ma delle origini della musica afroamericana.
In "Wind And Slap" il dialogo è condotto attraverso un swing implicito, prima e,
via via più presente e carnoso, in un tête-à-tête esaltante per la modernità
di una riproposizione scarnificata, ruvida, ma efficacissima, di un blues rurale
attualizzato.
A conti fatti i tre brani finali rappresentano un colpo di coda, una deviazione
nettamente positiva, per un Cd per il resto fin troppo coerente e omogeneo. In tutta
l'incisione si possono ammirare la tecnica e la cultura musicale di Schiaffini e
Tramontana, indubbiamente, ma è l'ultima tranche del disco che esce da un discorso
coeso e specialistico per arrivare a "scaldare i cuori" anche dei non appassionati
del trombone, perchè "sa" di antico e di contemporaneo e mantiene alta la tensione,
anche emotiva, in chi ascolta.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/09/2011
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