Rai Trade
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Anthony Braxton + Italian Instabile Orchestra
Orchestra (Bolzano Creative) 2007
1. Composition No. 63
2. Composition No. 92 part 1
3. Composition No. 164 part 1
4. Composition No. 92 part 2
5. Composition No. 164 part 2
6. Composition No. 59
Tutte le composizioni sono di Anthony Braxton.
Anthony
Braxton - direzione, alto sax, sopranino sax
Alberto Mandarini - tromba
Guido Mazzon - tromba
Pino Minafra
- tromba
Lauro Rossi - trombone
Giancarlo Schiaffini - trombone
Sebi Tramontana - trombone
Martin Mayes - corno francese
Eugenio Colombo - alto sax, flauto, flauto basso
Gianluigi
Trovesi - alto sax, clarinetto in Mi bemolle
Daniele Cavallanti - sax tenore
Carlo Actis Dato - sax baritono
Emanuele Parrini - violino
Paolo Damiani
- violoncello
Umberto Petrin - pianoforte
Giovanni Maier - contrabbasso
Vincenzo Mazzone, Batteria - canale destro
Tiziano Tononi, Batteria, Percussioni - canale sinistro
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A quasi 19 anni dalla sua fondazione, da un'idea
del trombonista pugliese
Pino Minafra,
l'IIO si dimostra più agguerrita ed in forma che mai sotto la direzione di uno tra
i musicisti creativi per antonomasia della storia del jazz, il sassofonista e compositore
americano
Anthony
Braxton (4 giugno 1945, Chicago, Illinois), assieme al quale suscitò
un indescrivibile entusiasmo al festival jazz di Bolzano nell'estate del
2007. Questo tredicesimo CD della collana "Tracce"
di Rai Trade, lanciata e curata da Pino Saulo, ripropone, con una qualità
acustica impeccabile per nitidezza e splendore, il concerto del 16 giugno. Non sembra
essere facile riuscire a spiegare il proprio pensiero musicale e non solo – ricordiamo
che Braxton ha frequentato anche corsi universitari di filosofia – ad una serie
di musicisti che non sono solo dei semplici accompagnatori, bensì provengono da
svariati contesti, nei quali spesso rivestono un ruolo di protagonista. Eppure tutto
ciò è avvenuto con apparente, ad un primo ascolto, almeno, semplicità, lavorando
su spartiti che non contengono note musicali, ma soprattutto disegni, diagrammi,
per spiegare quando un solista deve intervenire e in che posizione spaziale deve
collocarsi.
Sei le tracce del CD, ma le composizioni, tutte con titolo numerico, secondo
la consuetudine del leader, sono in realtà 4, soltanto che la n°92 e la n°164 sono
divise in due parti, eseguite non consecutivamente. Il concerto si gusta dall'inizio
alla fine senza fatica, senza cali di interesse, assaporando i numerosi assolo,
a partire da quelli di
Braxton
al sax alto e al sopranino, ossia il soprano non diritto ma ricurvo, pur se di dimensioni
ridotte. Proprio nel brano di apertura, vicino all'organizzazione compositiva di
certa musica contemporanea, ma con guizzi repentini di ogni strumento che tendono
a spezzare l'ordine e a rifuggire dal compitino, dopo una serie di suoni acuti dei
due archi, delle trombe sordinate e di fiati sullo sfondo che conferiscono un'atmosfera
misteriosa, ad un certo punto interviene uno stop, che dà il via ad un assolo di
40 secondi al contralto, ricco di sonorità simili a quelle del verso di un'anatra,
da parte di
Braxton.
I musicisti ricevono così una scossa, uno stimolo, che induce quasi a una rincorsa
reciproca che si conclude con uno stop finale, perfetto per rilanciare il brano
successivo.
La traccia 5 si caratterizza per un vigoroso break di fiati che urlano
e stridono come fossero dei volatili in preda al terrore. Il tema melodico dell'ultima
traccia è descritto dal sax soprano del leader, affiancato da riff all'unisono.
I sassofoni gradualmente si impongono con dei fremiti di ribellione, quasi ad impersonificare
l'anima di un individuo, travolta ed annientata dal sistema. A quel punto si ritorna
alla calma apparente dell'inizio, a significare forse la brace che cova sotto la
cenere.
Un complimento finale ai batteristi che, collocati in canali separati,
sembrano essere ognuno una metà dello strumento che diventa intero nell'interagire
simultaneo.
Giovanni Greto per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 07/04/2009
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