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Antonio Jasevoli Chamber Project
Quiet Journey
Parco della Musica Records (2012) MPR 037CD, DISTR. EGEA
1. La cavallina
2. Franci
3. Canzone sbagliata
4. Altrove
5. Sira
6. Habla del sur
7. Respiri di tempo
8. Pour le voyage
9. Flydian 175
10. Giostre
11. Tìe
12. Sospiro
13. Rina e Virgilio
Antonio Jasevoli - chitarra classica
e elettrica
Paolo Damiani
- Violoncello
Fulvio Maras - percussioni
Gianluigi
Trovesi - clarinetto
Il discorso potrebbe essere lungo e trovare buoni sostenitori, ma anche integralisti
dissenzienti. Ciò che si deve (dovrebbe) accettare – e di buon grado – è che il
jazz non è solo tradizionale, bebop, hard bop, mainstream (moderno o meno), free
(buono o di pessima fattura), triangolare, latino, bossanovista, o quant'altro possa
venire in mente. E' una musica, per fortuna, in evoluzione e che solo perseguendo
questa via potrà uscire dall'oscuro tunnel in cui i talebani lo vorrebbero rinchiudere.
E, soprattutto, non ha solo la targa americana, ma quella più intrigante delle "escursioni
estere (EE)". La "new wave" del jazz parla utilizzando un vocabolario contemporaneo,
ricco di influenze classiche, rock, mediterranee. Il Chamber Project di Antonio
Jasevoli viaggia in questa affascinante direzione, con il valore aggiunto – di non
poco conto – d'essere splendidamente suonato e annoverare, oltre al leader, un triumvirato
di musicisti d'esperienza e di conclamata bravura:
Paolo Damiani,
Fulvio Maras e
Gianluigi
Trovesi, che non hanno bisogno di presentazioni.
Jasevoli è un chitarrista autoctono: non sta lì a copiare nessuno. E questo non
è di poco conto, oggi come oggi. Il quarantanovenne musicista e compositore napoletano
ha radici nel rock prima di restare affascinato dalla musica contemporanea. Influenze
che si ascoltano lucidamente in ogni sua opera, a partire da "La cavallina",
dove la corsa sfrenata del nobile quadrupede echeggia nei rivoli di rock progressive
ricalcati dal clarinetto di
Gianluigi
Trovesi che traduce la solida tessitura di Damiani, Maras e lo stesso leader,
con sottigliezze timbriche del fraseggio. In "Franci" sviluppa un romanticismo
cantabile, con arpeggi chiari e incisivi, lungo le trame armonico-ritmiche perfettamente
tese da Damiani e nei colori accesi da Maras (fine dicitore), fondendosi con il
clarinetto di Trovesi. Con "Canzone sbagliata" crea belle atmosfere crepuscolari
da ballad in abiti europei. Fa capire il significa del camerismo moderno con i disegni
in chiaroscuro delle lucide note di Sira, dove Jasevoli domina le corde anche
con accenti spagnoli. E si avvicina al Medioriente arabescato sempre imbevuto di
altri dialetti, mai monocorde, in "Flydian 175"; gioca con la tradizione
bandistica nella sghemba e caracollante "Giostre" e mette in chiaro la sua
inossidabile tecnica nelle altalene metriche di "Tìe".
Paolo Damiani
firma quattro episodi musicali di "Quiet Journey": "Altrove", dal tema incalzante,
gioiosamente e raffinatamente italiano, che ben incastra i frutti sonori vivificanti
del sax alto di Trovesi; sposta il baricentro sonoro e i paralleli stilistici verso
l'Oriente che abbraccia le ruvide sonorità nordeuropee nella inarrestabile "Habla
del sur"; in "Respiri del tempo" è perfettamente narrativo negli
equilibri meticolosamente strutturati tra la tradizione della canzone profana e
il jazz più fresco, con Maras in proscenio ad agghindare con ornamenti il tutto.
Ribadisce l'avvincente verve compositiva nel dialogo musicale suggestivo
e avvolgente di "Sospiro".
Trovesi, chiude il lavoro con "Rina e Virgilio": un tappeto di morbidi respiri
musicali tra l'alto sax del compositore e la chitarra di Jasevoli.
Un piatto ricco per buongustai, consigliato anche a chi ha ancora la bocca impastata
dal sonno musicale.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 07/10/2012
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