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Piero Delle Monache
Aurum
Parco della Musica Records (2014)
1. ABC
2. Annie
3. Nairobi
4. Blu 1
5. La festa /intro
6. La festa
7. Miramare
8. Marts
9. Fedex
10. Un giorno come un altro
11. La risacca
12. Angeli e demoni
13. Marts Dub
Piero Delle Monache - sassofoni tenore e soprano Giovanni Ceccarelli - pianoforte e tastiere Mauro Campobasso - chitarre acustica ed elettriche, live electronics, samples Tito Mangialajo Rantzer - contrabbasso Alessandro Marzi - batteria e percussioni Bepi D'Amato - clarinetto (4) Othnell Mangoma Moyo - percussioni (6, 9) Luca Aquino - tromba (7) Marco Bardoscia - contrabbasso (9) Maurizio Bianconi Aka Mess Morize - drum machine, synth, elettronica (13) Tati Valle - voce (11)
L'evoluzione di un musicista attraversa il suo passato. Così Delle Monache parte
da ciò che aveva lasciato in sospeso in "Thunupa", si prende qualcosa
che aveva già detto nel progetto A24 e rilancia tutto nel suo futuro non
semplicemente mescolando, ma creando nuove e brumose forme. Lo fa con i compagni
fidati Tito Mangialajo Rantzer e Alessandro Marzi e con la rentrée
di Giovanni Ceccarelli al pianoforte e tastiere, che aveva già accompagnato
il primo viaggio musicale di Delle Monache nel mini album "Welcome"; a completare
l'assetto arrivano le chitarre e le alchimie elettroniche di
Mauro Campobasso,
pronte a creare atmosfere tanto ruvide quanto oniriche. Il drappello degli ospiti
è ben nutrito, ognuno dei quali impreziosisce buona parte delle composizioni tutte
autografate dal fiatista abruzzese.
"ABC" apre e segna il territorio che Delle Monache ara e semina con il suo
fraseggio caldo, pesato, attento alle sfumature. Figure ritmiche e armoniche circolari
che si aprono intorno alle centellinate note di Ceccarelli, al contrabbasso legnoso
di Rantzer e all'incedere di Marzi che schiude verso la linea melodica indie.
La costruzione in crescendo caratterizza le opere del musicista abruzzese, fa eccezione
la suadente "quasi ballad" "Annie" affidata alle sapienti architetture arpeggiate
delle corde di
Mauro Campobasso e al soliloquio eloquente, carezzevole di Delle
Monache. Il flusso ipnotico-tribale che marchiava Thunupa lo si ascolta in
"Nairobi", con tutti i suoni e le contraddizioni del métissage Africa-Occidente.
L'intro di "La festa" ha il bollino di fabbrica di Rantzer con il suo assolo
"fischiato" e vibrato; bel prologo che schiude verso i profumi africani liberati
nei ritmi di Marzi e Mangoma Moyo. "Miramare" ospita Luca Aquino e la
sua inconfondibile pronuncia soffiata e nitida che abbraccia quella del leader. "Marts" e "Fedex" portano il confortevole freddo delle algide stringhe
elettroniche: l'una dentro l'altra, e la seconda che è dominata da tempi sussultanti
e agogici. "Un giorno come un altro" è una eccellente combinazione di ostinati
semoventi con un tappeto elettronico che accende delle luci psichedeliche su di
un Africa versione Terzo Millennio.
Delle Monache ha la non consueta abilità di far ascoltare dei concept-album musicali.
Infatti, la sua idea di opera esula dai titoli o dalla tematica, perché è la musica
che tiene in mano il filo rosso al quale si legano tutti: composizioni e musicisti.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/01/2015
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