Giovanni Ceccarelli
Daydreamin'
Magnatune (2010)
1. Notte d'Estate
2. Sagittarius
3. Oceano
4. Daydreamin'
5. Riflessioni
6. Namibia
Giovanni Ceccarelli - pianoforte
Christophe Panzani - sassofoni
Nicolas Rageau - contrabbasso
Antoine Paganotti - batteria
Giovanni Ceccarelli gioca coi numeri. E il 2 sembra il suo preferito: due
i tipi di pubblico a cui si rivolge (il primo di neofiti, il secondo di intenditori);
due mood diversi per i suoi brani -uno rilassato in opposizione all'altro,
più brioso-, due tendenze distinte nel comporre (un lato più tradizionalista, l'altro
più à la page). Perché mescolare, evolutivamente come musicalmente, dà il
frutto migliore e fortifica la specie.
Daydreamin', di Giovanni Ceccarelli, soffre di questa malattia,
questo bipolarismo: sei tracce, tutte a suo nome e registrate nel 2008 a Parigi,
con Christophe Panzani al sax, Antoine Paganotti alla batteria e
Nicolas Rageau al contrabbasso (tutti artisti italo – francesi, un
altro segno della "malattia"?). L'album è disponibile dal 2010 solo in formato digitale
(Magnatune, iTunes e Amazon).
Molta varietà e nessuna monotonia, dicevamo, grazie all'alternanza di brani riflessivi
ad altri più movimentati, di metrica tradizionale a quella più inconsueta (come
il 5/4 di Notte d'Estate o il 7/8 di Oceano, ma bisogna proprio farci
caso, contare con le dita i quarti. E la sottile differenza tra un tempo dispari
e un buon tempo dispari sta proprio in questo, Brubeck docet). Anche
gli stili sono molto variegati: più tradizionalmente jazz e rilassato per Notte
d'Estate, di stampo più pop, ma non per questo banale, per Daydreamin',
che vanta anche un vero e proprio ritornello. Notare come qui, ad un'orecchiabile
introduzione ed una batteria che batte i consueti 1 e 3, venga affiancata un'armonia
per nulla semplice. Un bicordo ostinato di basso, solido e senza troppi fronzoli,
introduce Sagittarius. Il sax soprano di Christophe Panzani è il flusso
di coscienza in Riflessioni, sul tappeto offerto dalla batteria di Antoine
Paganotti. Namibia, invece, che vede come ospite il contrabbassista
Ferruccio
Spinetti, è stata registrata dal vivo al Teatrino Campana di Osimo.
Oltre al suggerimento etnico del titolo, l'uso delle percussioni ricorda lo sperimentalismo
(paragone un po'azzardato) di certo progressive stile Larks' Tongues in
Aspic part I dei King Crimson, o addirittura viene rievocato qualche
sapore grunge dal giro di basso.
Alcune delle numerose influenze si concretizzano con la citazione del sax di
A Love Supreme (min. 2.30 di Sagittarius) o del piano, che letteralmente
prende in prestito un giro di accordi dall'introduzione di "So What" (min.
6.06). Dettagli di stile, testimonianza che questi musicisti sanno fare del labor
limae anche nelle improvvisazioni.
Ceccarelli riesce, (ma ci era già riuscito e ci riuscirà ancora con formazioni
diverse, come fece l'anno dopo con
Lee Konitz, in Waxin' in Camerino), ad essere un leader
molto democratico, tanto che basso e sassofono fanno spesso da padroni. Come se
"Giovanni Ceccarelli" non fosse stampato in grande sulla copertina.
C'è qualcosa nel modo di suonare di questi musicisti, che va oltre l'evocativo;
è quasi sinestetico. Si pensi al contrabbasso morbido e cullante in Oceano,
scivoloso e sbarazzino in Daydreamin'. Oppure al piano, tumultuoso insieme
alla batteria nel solo di Oceano, letteralmente "pensante" in Riflessioni.
Toccare, sentire, volare, a partire da qualcosa di intrinsecamente immateriale
e astratto come la musica. Daydreamin' in fondo, significa sognare ad occhi
aperti…
Matteo Mosca per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/07/2012
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