A tu per tu con Giovanni Ceccarelli di Matteo Mosca - Aprile 2012
Parliamo innanzitutto della tua formazione
musicale: le influenze e cosa ti ha spinto a fare della musica una professione
Ho cominciato a suonare il pianoforte a sette anni, per seguire il mio migliore
amico, che prendeva lezioni collettive da un'insegnante privata a Fabriano, mia
città natale. Poi ho scoperto il jazz, una folgorazione, a tredici anni, spulciando
nella discoteca di mio padre: "Blue Monk" suonata in piano solo da Thelonious
Monk, e "Blues in F" del trio di
Bill Evans
sono stati i primi brani jazz da me ascoltati. A vent'anni ho deciso di dedicarmi
con serietà alla musica, incoraggiato da
Rita Marcotulli,
con la quale studiavo all'epoca, da Lorenzo Fontana, mio amico ed uno dei
primi musicisti con i quali ho collaborato, e seguendo l'esempio esistenziale di
mio zio, il pittore Aurelio C.
Quali sono stati i musicisti con cui hai maggiormente suonato,
e che ti hanno ispirato di più?
Prima di tutti lo scomparso Eddie Wied, pianista di Portland, Oregon, mio
primo insegnante di jazz. Con lui è poi nata un'amicizia ed insieme abbiamo registrato
un CD a due pianoforti, "The Street Dancer". Il musicista dal quale ho più imparato
è
Lee Konitz, suonando con lui e discutendo, nei numerosi viaggi
fatti insieme per andare a suonare. Il suo approccio puro all'improvvisazione mi
affascina profondamente ed ha molto stimolato la mia crescita artistica. Il mio
grande amico Ferruccio Spinetti è musicalmente molto vicino a me: c'è tra noi
grande empatia, per cui la musica scorre facile senza il bisogno di spiegare le
cose. Dopo tanti anni di frequentazione, finalmente stiamo realizzando insieme dei
bellissimi ed importanti progetti artistici."
Vedo con piacere che fai la spola tra
Italia e Francia: attualmente in quali progetti sei coinvolto? Anche didattici,
eventualmente…
Per essere precisi, ultimamente faccio la spola tra Parigi, Roma e Beirut. I miei
progetti principali sono l'attività solistica ed il gruppo InventaRio. Dopo l'uscita,
nel 2011, del CD "Météores", insieme al mio
produttore francese Pierre Darmon di Bonsaï Music, stiamo pensando ad un
nuovo lavoro discografico che, probabilmente, registreremo entro quest'anno. Con
InventaRio, gruppo fondato da me e
Ferruccio
Spinetti e completato da Dadi e Francesco Petreni, siamo
reduci di un'esperienza artistica fantastica! A maggio è uscito il nostro secondo
CD, intitolato "InventaRio incontra Ivan Lins" e realizzato interamente
insieme al grandissimo compositore, cantante e pianista brasiliano. E' pubblicato
dalla prestigiosa Blue
Note / EMI e vede la partecipazione di grandissimi ospiti, uno fra tanti:
Chico Buarque!
Visto che viaggi molto allora, pensi che la crisi italiana
abbia coinvolto anche la creatività musicale e più precisamente jazzistica? Se sì,
pensi che riusciremo a colmare il gap con il resto d'Europa?
A me sembra che, nonostante la profonda crisi politica ed economica che colpisce
l'Italia da diversi anni, il jazz italiano continui ad attraversare creativamente
una stagione assai florida. Tanti sono i musicisti italiani apprezzatissimi all'estero;
in generale ciò che li contraddistingue fuori del territorio nazionale, a mio avviso,
sono l'estro creativo ed una spiccato lirismo solistico.
Attualmente (Aprile 2012), Météores è il tuo ultimo lavoro
discografico, in trio con Ferruccio Spinetti (contrabbasso) e Francesco Petreni
(batteria). Siamo curiosi di sapere le tue impressioni, come si colloca stilisticamente
rispetto agli altri tuoi lavori, cosa c'è dentro... Météores è un disco importantissimo nell'arco della mia carriera artistica.
Per la prima volta mi sono cimentato in un'intera registrazione dedicata al classico
trio di pianoforte jazz. Ho deciso di farlo, una volta raggiunta una certa maturità
a livello espressivo; infatti questo lavoro discografico è quasi interamente dedicato
a mie musiche. Ho giocato in casa, collaborando con Ferruccio e Francesco, che sono
amici con i quali suono da vent'anni: c'è stato bisogno veramente di pochissime
parole e la musica in studio scorreva con grande fluidità. "Météores" vede inoltre
la collaborazione con David Linx e Fausto Mesolella, che vi partecipano
ed hanno scritto bellissimi testi a due miei brani. E proprio di "Ti Odio", inciso
con Mesolella, abbiamo realizzato il mio primo videoclip... insomma: "Météores"
è stato un disco denso di soddisfazioni.
Bene, parliamo quindi di InventaRio
incontra Ivan Lins, di prossima uscita: siamo curiosi di sapere cosa ci riserverà
questo lavoro, quali atmosfere stilistiche evocherà e se c'è continuità con il precedente
lavoro del gruppo. Ivan Lins aveva partecipato al nostro primo CD "InventaRio" ed aveva amato
il nostro modo di suonare, così è nata l'idea di realizzare un intero disco insieme.
Prodotto da InventaRio, è un CD voluto con grande passione, interamente dedicato
alla musica di Ivan Lins, più due omaggi alla canzone italiana. Gli arrangiamenti
sono originali e quasi tutti i brani sono interpretati in nuove versioni linguistiche:
italiano soprattutto, ma anche napoletano, inglese e, naturalmente, portoghese.
Questo giocare con varie lingue è sicuramente un segno di continuità con il nostro
primo disco, oltre naturalmente al sound del gruppo. Questo nuovo disco vede certamente
un arricchimento ulteriore: l'incontro con un grandissimo musicista come Ivan
Lins, un musicista che si definisce "totale" e non c'è niente di più vero! Oltre
alle interpretazioni vocali di Ivan e di Dadi, partecipano a questo disco alcuni
prestigiosi ospiti, tra i quali Chico Buarque, Vanessa Da Mata,
Samuele Bersani,
Fabrizio Bosso
e Maria Pia
De Vito. Il 13 aprile è uscito il single "Camaleonte (Camaleão)" con
ospiti Jessica Brando e Maria Gadú, poi il CD "InventaRio incontra Ivan Lins"
uscirà l'8 maggio per la Blue Note / EMI."
Ci sono due grandi categorie di compositori: quelli più
metodici, che si mettono sul tavolo e spremono le meningi, e altri che la notte
fanno sogni meravigliosi, e la mattina, con una facilità disarmante, trascrivono
un album intero. Com'è il tuo approccio alla composizione? In quale categoria ti
collochi?
Io penso di far parte di una terza categoria, mista se così si può dire... Innanzitutto,
io compongo al pianoforte. La creazione può rivelarsi qualcosa di assai facile e
veloce, oppure un brano può crescere, svilupparsi e trovare la sua forma definitiva
nel corso di anni... dipende da tante varianti. Personalmente, per comporre, ho
bisogno di focalizzare la mia fantasia su qualcosa: un nuovo disco da registrare,
un nuovo gruppo per cui scrivere, una persona, un libro, un'immagine... Ora mi sento
più maturo a livello compositivo, nel senso che penso di aver trovato una mia cifra
espressiva.