E' uscito in marzo per la francese
Label Bleu il nuovo doppio cd del
pianista
Stefano Bollani, il primo del suo nuovo quintetto. Disco e formazione
si chiamano I Visionari e di visioni musicali si compongono le diciassette
tracce dei due dischi che si legano e si dispiegano reggendosi a tre composizioni
originali dal ritmo lento e dalle lunghe e articolate improvvisazioni la
Visione numero uno, la
Visione numero due,
la Visione numero tre
di dichiarata ispirazione classica, in cui
Bollani
dà spazio e memoria alla sua passione per Prokofiev.
Il disco nasce dopo mesi di concerti che hanno creato le basi per intensi
dialoghi musicali, ricercatezze di passaggi e una strana intensità ironica "incisa"
e non esclusivamente live che
Stefano
Bollani sa portare e trasmette dal suo pianoforte e dal suo palcoscenico.
Questa nuovo lavoro francese è però un disco di jazz.
Sempre più spesso, l'ormai notissimo pianista toscano è amato, oltre che
per la sua genialità musicale, proprio per quell'ironia, per quel suo essere straordinariamente
bravo su un palcoscenico o in televisione (è sufficiente pensare al successo dei
progetti con la Banda Osiris e con lo spettacolo Guarda Che Luna) e questo
sembra poter allontanare o meglio distrarre dal suo essere musicista jazz, uomo
di jazz. Non solo ci si distrae dal suo pianoforte e dalla sua eccezionale capacità
di composizione e di improvvisazione, ma il "mondo-Bollani" suscita anche,
in ambienti prettamente jazz, una sorta di malumore, di presa di distanza da un
successo che sembra essere inseguito e non raggiunto.
Ogni singola nota de I Visionari smentisce la distanza di
Bollani
dall'essere prima di tutto pianista jazz, capace di scegliere musicisti che immediatamente
rendono la sua nuova formazione un gruppo, capace di proporre, discutere, lavorare
a nuove composizioni e capace nuovamente di aprire lo spazio del jazz.
Il jazz di questo disco "esiste" per essere ascoltato è questo per quanto
ovvio non accade spesso, anzi.
Stefano
Bollani con Mirko Guerrini (sax e flauto),
Nico Gori
(clarinetto),
Ferruccio
Spinetti (contrabbasso) e Cristiano Calcagnile (batteria) hanno
dato vita ad un disco così vicino ad un palcoscenico che quasi genera un applauso,
essendo in grado di passare da esecuzioni impegnative dal tempo serrato, dove emerge
l'abilità della sezione ritmica, come
Scartabello o
Antichi Insediamenti Urbani,
a omaggi alla musica italiana
Che cosa sono le nuvole
di Modugno e la tradizionale Mamma
mia dammi cento lire trasformata in una marcia diretta dalla voce di
Petra
Magoni, ospitando il violinista Mark Feldman che spesso interviene
e firma l'intro del disco B, riunendosi sempre nel loro essere musicisti
Visionari.
Visionario è "chi crede reale ciò che non esiste"
(recita il dizionario di lingua italiana) e nelle Visioni numero uno, due, tre
si racconta la forza della musica che rende capaci di individuare le "armi di
distrazione di massa" contro le quali si schiera il quintetto e permette di riappropriarsi
dell'attenzione all'essenziale.
Forza di questa attenzione alle distrazioni è naturalmente anche l'ironia
che è nota comunque evidente del pianoforte di
Bollani,
semplicemente dopo I Visionari forse è più esplicito su cosa essa si regga.
Il numero uno del pianoforte jazz italiano, il leader di formazioni diverse,
il jazzista in televisione, uno dei più premiati e ascoltati musicisti italiani
in tutto il mondo, in passato ha inciso con diversi cantanti e band del nostro paese:
Lorenzo, Irene Grandi, Bobo Rondelli e Marco Parente e con la resistente e combattiva
allegria dei toscani BandaBardò. In Rumore di fondo, uno dei dischi della
Banda, si canta "sordo ai rumori di fondo che riempono la città" e ci si
chiede cosa potrà salvarci dai rumori che riempiono ogni angolo e minuto del nostro
essere persone, forse un suggerimento la Banda lo ha dato, lasciando spazio ad un
assolo al pianoforte di
Stefano
Bollani, forse è questa attenzione al di là del rumore che viene espressa
dalle note di jazz de I Visionari.
Alessandro Armando per Jazzitalia
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 11/08/2006
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