Intervista a Mirko Guerrini
ottobre 2009
di Elide Di Duca
Nella tua biografia spicca la geniale intuizione che
un musicista che voglia dedicare la sua arte al jazz è costretto a passare necessariamente
per il "purgatorio degli artisti" e armarsi di santa pazienza. È cambiato qualcosa
oggi nel panorama jazzistico italiano da questo punto di vista? Bisogna ancora essere
incoscienti per essere dei buoni musicisti jazz?
L'incoscienza la ritengo una virtù. Le più grandi scoperte
nel campo della matematica e della fisica sono state fatte da scienziati ventenni
o di poco più grandi. Proprio per l'incoscienza e la totale incapacità di razionalizzare
tutto. Nel jazz, dove l'intuizione e la velocità (di pensiero, non sullo strumento),
sono requisiti necessari, l'incoscienza ti aiuta a non sederti mai, ad ammirarti
da lontano. In Italia il jazz continua a godere di una buona fortuna e popolarità,
anche se un "purgatorio" si è creato davvero. Esiste un problema, ancora forse non
ben analizzato, tra proposta e offerta, tra evento di cassetta e spazi adeguati
anche per la ricerca. Credo sostanzialmente che sia colpa della categoria, che non
riesce a prendere coscienza di un'identità che oramai si può definire forte.
Guerrini "direttore" di circo, o meglio, di Cirko. Come
nasce questo progetto? Necessità di itineranza, di rendere in musica il sogno di
una quotidianità senza dimensione domestica?
Hai già detto tutto tu! L'itineranza la intendo mentale, di anima. Mettersi in discussione
e abbandonare ogni volta le certezze per riprendere il viaggio. Questo mi interessa
della musica. Infilare in una valigia dei vestiti a caso e partire a volte con una
meta precisa,altre volte senza. E' fondamentale viaggiare però con la giusta compagnia.
Devi fidarti delle persone con le quali affronti il percorso, devi sempre sapere
di poter contare su di loro, sul loro appoggio nei momenti di incertezza e difficoltà.
Il Cirko Guerrini poi, è un circo immaginario e immaginifico, dove tutto
esiste e coesiste. Dove sì, trovi Mangiafuoco e il Clown, ma se guardi bene trovi
anche Gelsomina e Zampanò, Buster Keaton e un buffo Pinguino.
Inevitabilmente quando si pensa al tuo nome lo si accosta
a quello di
Stefano Bollani,
in virtù del fatto che la tua collaborazione con lui dura da molti anni. Con lui
hai scoperto le ricette regionali ma diciamo la verità: ti da fastidio questa cosa?
Questa è una bella domanda, non in quanto tale perchè me lo chiedono spesso, ma
per il modo in cui me la poni. Sicuramente quella di Stefano è una presenza a volte
ingombrante, ma è una presenza pacifica, serena e priva di conflitti. Ci sono, tra
noi, molte compensazioni, molte mancanze che raramente non riusciamo a colmare.
La cosa alla quale devo prestare maggior attenzione è sempre quella di rispettare
la sua e la mia personalità. Mantenere una "distanza" mentale che ci permetta di
non sentirsi mancare l'aria in nessun momento.
Cos'è per te oggi la sperimentazione musicale? Ti definisci
uno sperimentatore?
Cosa significa sperimentare? Anche un bambino che impara a scrivere è uno sperimentatore.
Se al ristorante assaggio il pollo tandoori per la prima volta sto sperimentando.
Così come se nel ragù che faccio da anni inserisco un ingrediente nuovo. Si può
essere sperimentatori e suonare solo quattro sonate di Mozart tutta la vita, andando
a cercare di volta in volta un modo nuovo di porsi di fronte al brano. Per me sperimentazione
equivale a non stare fermi. Impegnarsi in qualcosa è già sperimentare.
Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Mio padre (musicista) che usciva alle undici di sera e rientrava alle sei di mattina,
si faceva la doccia e andava a insegnare educazione musicale alle medie. Rincasava,
mangiava e andava a dormire. Il ricordo si può riassumere nella frase: "fai piano
che il babbo dorme".
Definizione di sassofono da Wikipedia: "Il sassofono, saxofono,
o, semplicemente, sax è uno strumento musicale ad ancia semplice della famiglia
degli aerofoni. Il sassofono è inserito nella famiglia dei legni poiché, nonostante
il corpo dello strumento sia normalmente di metallo (spesso di ottone, motivo per
cui viene spesso impropriamente inserito tra gli ottoni), l'emissione del suono
è provocata dalla vibrazione di un'ancia, costruita in legno. Inoltre, la lunghezza
della colonna d'aria (e quindi l'altezza del suono prodotto) viene modificata."
Immagino tu sia rimasto affascinato da tutto questo quando hai scelto questo strumento…
No. Per comodo. Ero iscritto al Conservatorio come pianista, ma non piacendomi più
ho scelto uno strumento completamente diverso anche perchè col padre sassofonista
gli strumenti erano già in casa.
Decine di dischi nella tua carriera e collaborazioni artistiche
d'eccellenza (non le cito perché sarebbero troppe). Hai mai pensato: "ho sbagliato
completamente un progetto musicale" oppure "non sono all'altezza della persona che
sta suonando con me in questo momento?"
Di aver sbagliato completamente un progetto forse no. Di non aver fatto le scelte
giuste è capitato. O di non aver valutato aspetti esterni alla musica che però quando
metti in piedi un gruppo o un progetto sono fondamentali. Di non essere all'altezza
invece mi capita molto spesso. Negli anni ho dovuto imparare ad analizzare gli errori
e le debolezze che inevitabilmente ti porti anche sul palco. Anche perché, man mano
che cresce l'esperienza, capisci che devi convivere con l'insoddisfazione. Certo
è che suonare con chi è più bravo di te è solo un vantaggio, a condizione di saperne
raccogliere i frutti.
Una delle creature a cui dici di tenere di più è la
Millennium Bugs' Orchestra. Spiegaci i motivi.
E' stata (l'esperienza si è conclusa da poco) una cosa molto bella, nata spontaneamente
da un gruppo di giovani musicisti dell'area fiorentina che mi chiesero se volevo
arrangiare e dirigere qualcosa per loro. Siamo rimasti insieme quasi 10 anni e abbiamo
realizzato 3 cd e tantissimi concerti anche all'estero. Lo spirito che ci legava
era quello giusto, un po' da settantenni al circolino Arci, impegno e passione nei
confronti di un qualcosa da condividere e realizzare insieme. Molti di loro erano
o studenti o addirittura musicisti non professionisti, ma con una gran voglia di
fare e divertirsi insieme.
Coltrane era convinto che "A Love Supreme" non poteva
trattarsi che di un messaggio inviatogli da Dio. Anche a te arrivano messaggi di
questo tipo?
A me arrivano solo delle e-mail o sms che mi comunicano che il prossimo concerto
è stato annullato. Se poi la tua è una provocazione (e so che lo è) ti rispondo
che ognuno è libero di tirare in ballo chi vuole per giustificare il proprio prodotto.
Io penso al mestiere di musicista come quello di un artigiano. Spesso si lavora
su commissione e quindi bisogna saper produrre qualcosa che soddisfi appieno il
committente. Se questi è un autista, una fioraia o in missione per conto di Dio
(ci avevano già pensato i Blues Brothers) non ha grossa importanza. Non comprendo
chi usa però queste cose per costruire un mondo artistico effimero privo di un qualunque
spessore.
La domanda di rito in tutte le interviste che si rispettino:
progetti musicali per il prossimo futuro?
Non ci sono progetti particolari. Vorrei registrare un nuovo disco col mio quintetto
e realizzare un progetto su un musicista brasiliano semi-sconosciuto morto da poco.
Fondamentalmente vorrei continuare né più né meno a fare quello che ho fatto fin'ora:
divertirmi un sacco facendo l'unica cosa che so fare.
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 25/01/2009
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