Intervista a Stefano Bollani
Bollani, Gershwin e Chailly: il trio delle meraviglie!
14 settembre 2010
di Gianmichele Taormina
E' uscito il 14 settembre 2010, in contemporanea mondiale per
la Decca, "Rhapsody in Blue", disco inciso da
Stefano
Bollani e Riccardo Chailly che dirige la Gewandhaus Orchestra
di Lipsia. In programma anche il celebre "Concerto in Fa", la "Catfish
Row" (una suite liberamente tratta da Porgy & Bess) ed un ragtime del giovane
e misconosciuto Gershwin, quel "Rialto Ripples" composto nel lontano 1917.
Occasione singolare quella di ascoltare
Stefano Bollani,
apprezzato pianista jazz oramai universalmente riconosciuto ed il Maestro Riccardo
Chailly, autorevole direttore ed interprete di pagine memorabili: da Beethoven
a Mozart da Mendelssohn a Mahler senza dimenticare l'ultimo Gershwin inciso a Cleveland
quasi trent'anni fa.
C'è voluto proprio
Stefano Bollani per riportare
il grande Maestro Riccardo Chailly sotto le grinfie pericolose di Gershwin?
Decisamente si! – afferma Bollani con
aria soddisfatta - Mi era sfuggito questo particolare! (ridiamo fragorosamente).
In realtà è stata un'idea concertata da Riccardo e dalla Universal. Dopodichè mi
hanno chiamato con un piatto di musica già preparato. Non nascondo con mia grande
sorpresa che il piatto era assai allettante!
… Un piatto mangiato di mattina presto. A quanto ho saputo
le prove in studio di registrazione iniziavano rigorosamente alle 9.30 …
Quella si che è stata una bella botta! (ride ancora). Questi
"classicisti" hanno altri orari a differenza di noi "suonatori di jazz".
Ti assicuro che un vero musicista - e in questo senso loro hanno pienamente ragione
- rende meglio quando dorme la notte e lavora al mattino che viceversa…
Com'è stato incidere con la storica Gewandhaus Orchestra
di Lipsia?
All'inizio, per via degli orari e della mia giusta tensione emotiva
è stata la cosa più difficile che ho affrontato negli ultimi anni. I primi giorni,
pensa, mi sentivo come un pesce fuor d'acqua. Riccardo è stato bravissimo nel riuscire
a traghettarmi "dentro l'acqua"…
Quali difficoltà sono emerse nel corso della registrazione?
Di interpretazione e di idee sulla musica nessuna. Io e Riccardo
ci siamo visti molte volte prima di incontrarci a Lipsia. Giunti in studio abbiamo
lavorato per una settimana intera con dei ritmi che non conoscevo. Dopo due o tre
giorni sono entrato nel loro mood, lavorando duramente senza distrazioni sette ore
al giorno. Un'esperienza che di sicuro mi farebbe bene una o due settimane all'anno.
Mi rigenererebbe cambiando la prospettiva della mia musica. Insomma sarebbe come
rinfrancarsi alle terme! (si ride ancora).
Ma allora immagino ci sia già qualcos'altro in cantiere
fuori dal tuo consueto ambito jazz…
Si! In realtà con Riccardo ci siamo già dati degli appuntamenti
nelle prossime settimane: Parigi, Amsterdam e La Scala. Quanto alle incisioni lavoreremo
su musiche di Maurice Ravel sempre in studio e sempre a Lipsia a partire dal prossimo
settembre 2011.
In che modo avete affrontato la reinterpretazione di Rhapsody
in Blue?
Quella che abbiamo inciso è la prima versione gershwiniana.
Quella arrangiata da Ferde Grofé eseguita alla prima assoluta di New York
nel 1924. Si tratta della versione per pianoforte e Jazz Band ideata da Paul
Whiteman e voluta fortemente dal Maestro Chailly.
Ad un primo ascolto è invece pressocchè esente da improvvisazione
la versione del celebre Concerto in Fa…
Infatti! Lì non c'è proprio traccia di alcuna improvvisazione.
Quel concerto fu curato nei minimi dettagli da Gershwin. E fu sua precisa volontà
quella di scrivere un'opera "americana" per pianoforte e orchestra. La Rapsodia
invece, come tutti sanno, Gershwin l'ha scritta di fretta (addirittura in treno!
n.d.r.) e forse ci credeva fino ad un certo punto. Poiché era lui l'esecutore dell'opera,
ebbe anche la genialità di lasciare molte parti "aperte" all'improvvisazione, pensando
di cavarsela meglio in quel modo…Guarda caso ho improvvisato nella Rapsodia proprio
nelle parti in cui Gershwin secondo me non aveva ben chiaro che sviluppo potessero
prendere le partiture.
Nota di colore in calce al cd è la presenza di questo raro
e poco battuto ragtime intitolato Rialto Ripples dell'allora diciottenne Gershwin…
Ci è sembrato giusto chiudere il disco in questo modo. Pensandoci
bene in realtà mancava proprio quell'elemento puramente jazzistico del Gershwin
che volevamo dipingere. Quel grande musicista cosmopolita e straordinario che proveniva
anche dal ragtime.
Progetti per il futuro? Intendo I Visionari, il progetto
brasiliano, Chick Corea o i dischi ECM con il trio danese…
Certamente! Con
Chick Corea
stiamo archiviando le registrazioni dal vivo che porteranno ad un probabile cd live.
Uscirà spero tra un anno e mezzo. Nel frattempo stiamo scegliendo il materiale.
A febbraio invece effettuerò un piccolo tour che presenterò a Bergamo Jazz con un
quintetto di musicisti americani. Di sicuro sarà dei nostri una bella sezione ritmica
composta da Larry Granadier e Jim Black Il programma prevede musiche
di Frank Zappa ma è solo un punto di partenza per fare ben altro. Sarà un bel divertimento
di sicuro!
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 18/09/2010
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