Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana
Serata Gershwin
Concerto in Fa Maggiore per pianoforte e orchestra
Rapsodia in Blue
Un Americano a Parigi
Orchestra Sinfonica Siciliana
direttore Donato Renzetti
pianoforte Stefano Bollani
Palermo, Teatro Politeama "Garibaldi"
26 – 27 novembre 2010
di Antonio Terzo
Una performance brillante, quella che ha visto protagonisti
Stefano
Bollani e l'Orchestra Sinfonica Siciliana, diretti da Donato Renzetti
ed impegnati nel più conosciuto repertorio orchestrale di George Gershwin:
Concerto in Fa Maggiore e la celeberrima Rapsodia in Blue, inframmezzate
da un altro capolavoro gershwiniano, il delizioso "poema sinfonico" Un Americano
a Parigi. Un'esibizione molto attesa, come confermato dal "tutto esaurito" registrato
non soltanto per i due appuntamenti programmati, ma pure dalla prova aperta del
mattino.
Una "Serata Gershwin" nata presumibilmente sull'onda dell'uscita dell'album Decca
che il jazzista milanese e un altro autorevole direttore, il maestro Riccardo Chailly
(alla guida della Gewandhausorchester di Lipsia), hanno voluto dedicare all'opera
del grande compositore americano, ma che si inserisce perfettamente all'interno
della splendida stagione dell'emerita Fondazione orchestrale siciliana, quest'anno
impegnatasi in repertori orchestrali contemporanei, con vari concerti rivolti alle
musiche da film, fra cui quelli diretti da Ennio Morricone e da Luis Bacalov:
una scelta che, assieme a questa "Serata Gershwin", pone l'organico siciliano e
le professionalità che vi ruotano intorno non soltanto al passo con i tempi, ma
anche al livello delle più grandi orchestre europee, anch'esse di recente uscite
dall'ambito prettamente "colto". Un indirizzo che potrebbe costituire una nuova
sfida affinché l'Orchestra possa continuare a produrre e lavorare, a dispetto della
situazione culturale non certamente felice che sta attraversando il nostro paese.
L'après-midi del 27 novembre parte con il Concerto in Fa e subito
si viene investiti da un inedito "swing sinfonico", con Bollani che si cala perfettamente
nel suo ruolo di esecutore, facendo respirare il suo piano insieme all'orchestra:
è l'Allegro del primo movimento.
Nell'Adagio, Andante con moto, le note blue sono sottolineate dalle
trombe, punzecchiate dalle acciaccature del piano, che diventa largo e arioso in
assolo, quasi danzante: Bollani è impeccabile nell'eseguire fedelmente le partiture,
aggiungendo il proprio spirito di navigato jazzista ma non una nota in più. Terzo
ed ultimo movimento del concerto l'Allegro agitato, in cui il pianista ruba
con le vibrazioni del suo tocco percussivo un tempo trascinante e battente, quasi
incitando gli inserimenti delle sezioni orchestrali. La chiusura con il crescendo
finale lascia trapelare la soddisfazione di tutti gli esecutori, orchestra in testa.
Interpretazione molto agile quella di Un Americano a Parigi, il maestro Renzetti
a tenere in punta di bacchetta le sfumature policrome di cui la scrittura gershwiniana
si compone e trasmetterle ad un organico sensibile e ricettivo, artefice di un'ottima
prova con tutti i suoi strumentisti, in prima fila e nelle retrovie.
È lo stesso Renzetti a rilevarlo, raccontando di avere avuto l'occasione di dirigere
l'Orchestra Sinfonica Siciliana per la prima volta nel
1977, provenendo allora dal podio della Scala di Milano e compiacendosi
di trovare anche nel capoluogo siciliano un'orchestra vitale e ricca di grandi professionalità.
Un'orchestra, ha aggiunto, che va salvaguardata come espressione di un alto livello
di cultura, ricordando le grandi difficoltà in cui versa la cultura in Italia, un'affermazione
accompagnata dall'applauso della platea.
La Rhapsody in Blue segna il culmine della serata, con un'interpretazione
pulsante dell'Orchestra e
Stefano
Bollani che finalmente può esprimersi anche improvvisando, in quelle
parti che Gershwin – che secondo la leggenda compose la Rapsodia durante un viaggio
in treno – lasciò abbozzate per piano e che lui stesso si incaricò di interpretare
alla prima assoluta dell'opera. Un equilibrio fra l'elasticità dei tempi dell'improvvisazione
solistica sui numerosi e variegati temi concatenati, e la perfetta rendition
delle partiture offerta dalla compagine orchestrale e dai suoi solisti: e un lungo
applauso sottolinea il tripudio finale.
Il fuori programma, quasi annunciato, ha visto Bollani prodursi da solo al piano
in una serie di bis, che hanno ulteriormente entusiasmato i non adusi all'ambiente
del jazz ed alle estemporaneità del pianista fiorentino d'adozione: ad una
A Foggy Day, tanto per rimanere in tema gershwiniano, segue
Per Elisa, nella versione liberamente tratta da un usurato e saltellante
78 giri, quindi Besame Mucho, un romantico calypso e, ciliegina
sulla torta, una gigionesca Anema e core, tutte molto apprezzate dal pubblico.
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 01/01/2011
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