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Alessio Colì
Genesi
Alfa Music (2020)
1. Funkat
2. Genesi
3. To Jaco
4. November
5. April
6. Topofunk
7. Ulivi di Kutra
8. Groove For Pantani
9. Feb 77
Alessio Colì - sassofoni tenore,
alto e soprano
Pasquale Paco Carrieri - tastiere, drum programming, percussioni
Donatello Palermo - chitarra elettrica
Franco Chirivì - chitarra elettrica, basso elettrico
Marco Bardoscia
- basso fretless
Valerio Combass - basso elettrico
Giulio Rocca - batteria
Alessio Borgia - batteria
Alessandro Monteduro - percussioni
Se a qualcuno è mancato il groove, il funk, il soul che si mescolano
al jazz, è arrivato il momento di ascoltare l'ultimo lavoro di Alessio Colì. A far
data da "Funkat" viene a galla tutta l'eleganza compositiva – ed esecutiva
– di un large ensemble ad incastro: piccoli combo che si alternano con alcune pedine
fisse, ovviamente con il leader sempre in scena. Il fiatista salentino enuncia il
suo personale verbo, fatto di richiami a quanto di meglio si è ascoltato negli anni
Settanta e negli anni Novanta, a cavallo tra il funk danzabile e l'acid jazz d'ascolto,
ma con una marcia in più. Colì non si accomoda nelle tornite e sinuose melodie di
un tempo, ma le rende personali. In "Genesi" si cimenta al wind controller,
sottraendo il volume sonoro, ma piegando le frasi melodiche verso ambientazioni
più colte. Frizza in "To Jaco" rinverdendo i fasti della fusion, lasciando
gestire la metrica ritmica al pulsante ed esperto basso di Valerio Combass, che
arricchisce ogni piega musicale. Alessio Colì sa essere torrenziale, sa giocare
tra legato e staccato, tiene le note in maniera impeccabile e sa accarezzare gli
accordi ingentilendo ogni percorso melodico, come nel mid-tempo di "November"
o in quello di " April". E' sorretto da un gruppo coeso (indipendentemente
da chi si alterna agli strumenti), che ha fatto proprio il suo predicato verbale,
frutto della lezione dei giganti del genere, e strizza l'occhio anche alla fusion
più tempestosa in "Topofunk". Regala piccole perle di slow, di quelli che
hanno riempito le piste da ballo degli anni che furono, acidificandone l'ascolto
con i toni più acuti del suo contralto ("Ulivi di Kutra").
Un capitolo a parte merita "Groove For Pantani", con la chitarra di Franco
Chirivì che riprende in mano – con sapiente tocco – le sonorità del funk, con riff
agogici, mentre il brano si distende in rivoli musicali evergreen. Colì chiude il
suo bel lavoro dialogando con Pasquale Paco Carrieri e le sue diavolerie elettroniche,
mai invasive e controllate con acuta sensibilità.
Un disco da ascoltare a più riprese. E anche per riprendersi la bellezza della vita.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/05/2020
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