All'età di Luca Aquino, Dante Alighieri
– pare – abbia scritto La Divina Commedia, "rivolutionary road" dell'impianto metrico
e letterario trecentesco. A trentacinque anni, il trombettista sannita vuole sconvolgere
i teoremi e affastellare le correnti e i suoni, anche attraverso gli algoritmi elettronici.
Un lavoro multiplo, frutto – anzi, evoluzione – di quanto ascoltato nel
precedente "Sopra le nuvole". Aquino serve un piatto ricco di vivande ben
mescolate e dai gusti differenti: sapido, sicuramente, ma fatto anche di frange
tematiche acide e volontari feed back verso l'elettrificazione davisiana.
Certo è che Luca Aquino non indossa alcuna maschera: è schietto
sin dal brano di apertura Jumpiering, una serie
di frames o collage di ciò che si ascolterà nei quattordici brani a seguire. Live
loop, live electronics, distorti riff elettrici della chitarra, stop tempo, ritmi
jungle, drum'n'bass. Ma non solo. Il musicista campano tiene ben in mente quanto
di meglio abbiano offerto i "giganti" della tromba, anche nei suoni più dolci, soffiati
ed in strutture melodiche slow (Ninna nanna per la piccola
Sara, di
Marco Bardoscia,
A piccoli passi di Giovanni Francesca, dagli
echi metheniani).
Saltano all'occhio due partecipazioni di "lusso":
Maria Pia De
Vito e Roy Hargrove. La vocalist partenopea dà piena prova
(ove mai ce ne fosse stato il bisogno) delle sue assolute doti vocali ed interpretative:
prima nella calzante rivisitazione della splendida No Surprises
dei Radiohead, ammantandola di rara eleganza e, poi, in
No Casualites a sua firma, un incontro tra Africa
ed Europa su tessuti elettronici. Il trombettista texano, invece ingaggia un singolar
tenzone con Aquino nella scoppiettante Nuvola grigia.
Aquino è un fiume in piena che esonda idee e musica globale. La sintesi
del suo pensiero è ben racchiusa in Lunaria,
album polimorfo che non dà nulla per scontato, anche nel tributo al Maestro Miles,
con l'appassionata e sentita rilettura di All Blues.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 13/09/2009
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