Roy Hargrove Quintet
Blue Note di Milano, venerdì 26 marzo 2010 – secondo set
Testo di:
Eva Simontacchi
Fotografie di: Daniela
Crevena
"Earfood" (2008, Emarcy) è l'album che il virtuoso trombettista statunitense
Roy Hargrove ha inciso con il suo quintetto (Roy Hargrove, tromba
e flicorno; Justin Robinson, sax alto e flauto;
Gerald Clayton,
piano; Danton Boller, basso; Montez Coleman, batteria); un album che raccoglie la
sua sfaccettata visione musicale fatta di standard memorabili, di ritmi sostenuti,
ballad toccanti e di un superbo interplay tra musicisti oltre a soli da brivido.
Una volta denominato il "Giovane Leone", ora Roy Hargrove capeggia a pieno
titolo il Jazz Pride statunitense.
Raggiunta
la maturità ed il pieno controllo del suono, ricco di sfumature ed emozioni, ma
anche capace di un potente Hard Bop Power quando necessario, il quarantenne trombettista
presenta in questo album un repertorio che consiste di brani suonati live in tour
con il proprio quintetto, e di alcuni brani originali. Non è questo però l'album
che è in vendita questa sera sugli scaffali del botteghino del
Blue Note,
nonostante il progetto in programma sia quello del Quintetto, bensì "Roy Hargrove
Big Band Emergence", un progetto coraggioso e ambizioso, soprattutto in un momento
storico come questo. Perché per pensare di portare in studio, e poi fuori per concerti,
una big band di 19 elementi in un periodo di crisi economica come questo bisogna
essere veramente intrisi di fiducia, e il veterano della tromba Roy Hargrove
lo è, ed è anche motivato. Infatti esprime il suo pensiero in questi termini: "Era
un progetto che andava realizzato, spiritualmente e musicalmente parlando".
Al
Blue Note di
Milano è con il suo quintetto; mancano però il pianista
Gerald Clayton
ed il bassista Danton Boller rispetto all'originale formazione dell'album in quintetto.
Stasera suonano con lui: Justin Robinson (sax alto e flauto), Jonathan
Baptiste (piano), Ameen Sultan Saleem (basso) e Montez Coleman
(batteria).
Il concerto ha inizio con un celeberrimo brano di Isham Jones, "There
Is No Greater Love" in cui Roy Hargrove presenta il tema in maniera elegante
ed essenziale con la tromba con sordina. Il secondo brano della serata è "I'm
Not So Sure", a sua firma, track n. 1 dell'album "Earfood", il cui tema
viene presentato da sax e tromba. Ascoltiamo poi "Style", ancora un brano
da lui composto, in cui l'introduzione è eseguita dalla tromba, che viene raggiunta
poi dal sax nell'esposizione del tema, e "After The Morning" di John Hicks,
eseguito splendidamente al pianoforte da Jonathan Baptiste. Il brano cresce
sempre più man mano che entrano gli altri strumenti del quintetto per culminare
nel finale in cui la tromba di Hargrove trascina il pubblico in sala in un viaggio
fatto di energia pura e suono. Gli acuti nel finale fanno quasi male e colpiscono
al centro del cuore. Hargrove si riconferma un vero fuoriclasse della tromba, dotato
di un suono brillante e personale che lo rende riconoscibile e unico, e di una sensibilità
non comune. Ottimi gli interventi di Justin Robinson, che alterna scale e
frasi velocissime a frasi e melodie cantabili. Chiude questo bellissimo brano la
sezione ritmica in trio, con un pianismo lirico di Jonathan Baptiste, in cui tutte
le dinamiche si attenuano.
In "Never let Me Go" abbiamo il piacere di ascoltare la voce sensuale
di Roy Hargrove, che canta morbidamente il tema, alternando i testi
alla voce del flicorno nella seconda esposizione. Anche "Speak Low", presentata
in forma ballad, viene eseguita al flicorno, e abbiamo di fronte un Roy Hargrove
elegante, raffinato, che parla la lingua del cuore. Da un mood si passa ad un altro
con una performance di "Invitation" velocissima in cui la tromba del leader
saltella ritmica, morbida e sonora, sulle armonie per poi fondersi con il sax e
cedere la parola al sax stesso, che a sua volta la passa alla batteria per un solo
carico di power che entusiasma il pubblico. Il brano inizia solo con la voce del
contrabbasso, suonato dall'ottimo Ameen Sultan Saleem. Sul brano "Invitation"
Roy Hargrove presenta la band, ma il pubblico chiede più musica, chiede un bis.
Tornano sul palco i musicisti e questa volta salutano il pubblico del
Blue Note
con "Soul For Melody" di Hargrove, in cui il trombettista e Justin Robinson
scendono dal palco suonando i loro strumenti. Suonano passando tra i tavoli, e salendo
e scendendo le scale del
Blue Note
uno davanti all'altro tra il pubblico fino a risalire al loro camerino, lasciando
sul palco la sezione ritmica. Si alza Montez Coleman, e lascia la scena a piano
e contrabbasso, che il pubblico a questo punto accompagna ritmicamente con il battito
delle mani, finché rimane per ultimo Baptiste al piano e termina la performance,
lasciando il palco vuoto di persone ma pieno di strumenti.
Roy Hargrove è un trombettista di rara eleganza dotato di energia, fraseggio
e suono immediatamente riconoscibile ed estremamente personale. E' un musicista
poliedrico e variegato, e si esprime in molti modi diversi riuscendo sempre a tenere
l'ascoltatore sul filo del rasoio, facendolo divertire e facendo sì che la serata
passi (purtroppo) in un lampo.
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/11/2009 | I Triad Vibration al Blue Note di Milano: "Una bellissima serata, il sound dei Triad Vibration è coinvolgente, energetico, ipnotico, riporta alle radici...si passa da contaminazioni jungle, tribali, funky, etniche a influenze world music, jazz, latin jazz, blues, e addirittura house." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 02/05/2010
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