Intervista a Marcus Miller Blue Note Milano, venerdì 27 ottobre 2010 di Eva Simontacchi
Lo stile innovativo nato da una felice combinazione di groove, soul e abilità tecnica
sconvolgente, ha fatto di
Marcus Miller
uno dei più noti bassisti in ambito Jazz, R&B, Fusion, con una lista di credits
impressionante e con all'attivo la vittoria di Grammy Award anche in veste di compositore
e produttore. La rivista Bass Player lo ha nominato tra i dieci bassisti più influenti
degli anni '90, e gli ha affibbiato l'epiteto
di "Superman Of Soul". Ma il suo curriculum mostra ben più di questo, dalle esperienze
giovanili da compositore, arrangiatore e produttore, agli anni di militanza nella
band di Miles Davis, fino all'ascesa di vera e propria superstar mondiale
della fusion, o soul jazz, o funk che dir si voglia.
Durante il primo set,
Marcus Miller
(basso elettrico e clarinetto basso) e la sua band, Sean Jones (tromba),
Alex Han (sax), Federico Gonzales Pena (tastiere) and Louis Cato
(batteria), hanno eseguito brani originali composti da
Marcus Miller
e alcuni brani facenti parte del progetto "Tutu Revisited", omaggio a Miles Davis;
"Blast," "Splatch", "Amandla", "Jean Pierre Went Into Cherockee", un emozionante
"September" che è sfociato in "In A Sentimental Mood" con il clarinetto
basso, "Aida" and "Tutu".
Dopo un concerto al Blue Note che ha registrato il tutto esaurito per varie serate di fila
e per entrambi I set, in cui il bassista e polistrumentista ha regalato al pubblico
forti emozioni, groove inimitabile e un sound inconfondibile, incontro
Marcus Miller
nel backstage del Blue
Note, dove risponde gentilmente alle nostre domande.
Questa sera hai fatto ancora una volta un omaggio a Miles Davis, a parte
l'aver presentato anche tuoi brani originali. Stai presentando il progetto Miles
Davis?
Nell'ultimo anno e mezzo ho portato in tour "Tutu Revisited", e in effetti siamo
stati già qui l'anno scorso con questo progetto, nel quale abbiamo suonato i brani
di Miles Davis. Dato che siamo già stati qui con quel progetto, per questa
serie di concerti l'ho aperto un po', aggiungendo i miei brani originali, e suonando
solo alcuni dei brani di Miles tratti da "Tutu", perché questa è l'ultima città
del tour di "Tutu Revisited", poi abbiamo terminato. E faremo qualcos'altro.
Prima di iniziare l'intervista stavi forse dicendo che c'è un tuo nuovo disco
che forse in Italia non è ancora arrivato?
Si, ho un disco nuovo, ma penso che sia anche in Italia. Si tratta di "A Night
In Montecarlo". E' un disco inciso live a Montecarlo con Han, il trombettista Roy Hargrove, e il cantante Raul Midòn, accompagnati da una orchestra
sinfonica.
Hai in mente nuovi progetti o nuove idee di cui potresti parlarci nell'intervista?
Parlerò dell'album di Montecarlo perché abbiamo fatto alcuni concerti. Abbiamo
fatto quel concerto a Monaco con l'Orchestra Filarmonica, e ne abbiamo fatto
uno a Tokyo tre settimane fa con la Tokyo N.H.K. Orchestra. E' stato bellissimo.
Sto sperimentando cose diverse ogni volta. Poi ho fatto il progetto con Stanley
Clarke e Victor Wooten, sai, il progetto con i tre bassisti (incluso
me), e poi ho realizzato l'album con l'orchestra, e il progetto Tutu Revisited,
dunque sto cercando di proporre qualcosa di nuovo ogni volta.
In effetti questo era l'obbiettivo della mia domanda…. Se c'è qualcosa dietro
l'angolo a cui stai pensando e di cui noi ancora non sappiamo nulla…..
Certo, c'è qualcosa che sta bollendo in pentola, ma non ne posso ancora parlare.
Sarà una sorpresa!
Quando pensi di ritornare a Milano? Hai varie serate di fila per i tuoi concerti,
ed è tutto esaurito. Ogni volta che ritorni è così.
Non lo so. Potremmo fare dei concerti in estate, ma può anche essere che non
si facciano, perché sono venuto qui piuttosto spesso.
Ma hai sempre la sala gremita, con gente che non riesce ad entrare perché
non c'è più posto. Il pubblico ti reclama!
Si, e voglio che continui ad essere così! Qualcuno una volta mi ha detto:
"Come posso sentire la tua mancanza se non te ne vai mai via?" (ride)……..