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Antonio Faraò
Eklektik
Warner Music (2018)
1. Eklektik intro
2. Line
3. Send to You
4. Motion
5. Europe
6. News from
7. Quiet
8. Part of You
9. Frammenti
10. Nueva Quarto
11. Through the Day
12. Rough
Antonio Faraò - pianoforte e tastiere Dario Rosciglione - basso e cori Robert Davi - voce Krayzie Bone E Snoop Dogg - rapper Walter Ricci E Claudia Campagnol - voce Marcus Miller - basso elettrico Lenny White - Manu Katchè e Mike Clark: batteria Bireli Lagrène - chitarra Didier Lockwood - violino Fabiana Sollazzo - cori
Antonio Faraò è uno dei pianisti più stimati nel panorama del
modern jazz italiano, conosciuto anche a livello internazionale grazie alla sua
frequentazione di grossi personaggi come Joe Lovano, Chris Potter o
Jack De Johnette.
Quest' ultimo cd costituisce un cambio di direzione, sotto certi aspetti, nella
sua produzione discografica. Dopo aver inciso album prevalentemente acustici, qui
Faraò fa parecchio affidamento sui suoni elettrici, circondandosi, inoltre, di musicisti
piuttosto eccentrici rispetto al mainstream o al neo-hard bop. La contaminazione
stilistica sta, infatti, alla base di "Eklektik". Il jazz viene, cioè, decisamente
ibridato da atmosfere hip hop, da passaggi riytm and blues, in alternativa a sequenze
funky, o a episodi in chiave soft-rock. Per elaborare questo sound marcatamente
metropolitano e contemporaneo, sono stati arruolati batteristi di notevole esperienza
come l'ubiquo
Manu Katchè,
o Mike Clark (già partner di Herbie Hancock), oppure il grande Lenny White, con
un passato nel Return to Forever di
Chick Corea.
In due brani è presente
Marcus Miller,
storico bassista e alter ego di Miles Davis (Alton, 26 maggio
1926 – Santa Monica, 28 settembre 1991) in "Tutu", un punto di riferimento
planetario per il jazz rock. Ci sono, poi, fra gli ospiti, due rappers di vaglia,
Snoop Dogg e Krayzie Bone, un crooner nostrano, il napoletano
Walter Ricci
e una cantante ungherese dotata di una voce penetrante, Claudia Campagnol. E' della
partita, ancora, il sassofonista Luigi Di Nunzio, un habituè dei gruppi del pianista
romano. Completano il parterre de roi degli invitati due portabandiera del jazz
francese, Bireli Lagrène e Didier Lockwood.
Con questa formazione ad assetto variabile, dotata di indubbie qualità, Faraò realizza
una proposta gradevole, fin troppo abbordabile, fondata su temi semplici e diretti,
privi di sottintesi. Su questi motivi leggeri e fluidi, il tastierista sfodera interventi
efficaci, di peso, al pianoforte o al Fender Rhodes, alzando la temperatura e il
livello della musica prodotta. Il meglio, però, lo si ascolta in un brano di pura
fusion urbana, stile anni settanta, "Rough". In questo pezzo Lenny White picchia
duro e potente sulla pelle dei suoi tamburi, tenendo tutti sulla corda, in tensione.
Il bandleader, da parte sua, costruisce una cornice elettronica ampia, assai idonea
a contenere gli interventi tirati e carichi di groove dei valorosi solisti messi
in campo
"Eklektik" è un'opera certamente nuova rispetto alla produzione precedente di Faraò.
E' un disco che vuole incontrare i gusti di una platea più vasta, aperto alle sonorità
di oggi, care ad un pubblico giovane non necessariamente interessato al jazz. Per
arrivare allo scopo la musica perde qualcosa in termini di profondità, per guadagnare
in attualità e in immediatezza. É il prezzo da pagare, inevitabilmente, quando ci
si prefigge l'obiettivo di allargare il cerchio dei potenziali ascoltatori.
Gianni Montano per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
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Data pubblicazione: 27/04/2019
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