European Jazz Expo. International Talent
Showcase
Cagliari, Fiera Internazionale, 20-21-22 novembre 2009
di Enzo Fugaldi
foto di
Francesco
Truono
L'imperdibile appuntamento cagliaritano, in un novembre piacevolmente
scaldato dal sole, presentava come ormai ogni anno dal
2004 i suoi numeri da sogno, con 9 sale, oltre 200 artisti coinvolti
per più di 50 concerti, con il consueto grande e meritato successo di pubblico.
Il Premio EJE 2009
alla carriera quest'anno è andato a
Enrico Rava,
il musicista italiano più noto nel mondo, che a settant'anni sembra essere entrato
in una seconda giovinezza, e si alterna senza posa fra progetti riuscitissimi, suonando
splendidamente.
Un momento chiave dell'expo è stato poi l'omaggio a Lester Bowie,
un ricordo gioioso e festoso che ha ricordato il legame profondo che legava l'indimenticabile
trombettista dell'Art Ensemble of Chicago alla Sardegna.
Ritagliarsi il proprio festival all'interno delle molteplici proposte
è operazione estremamente impegnativa, ma molto interessante, vista la enorme varietà
e ricchezza delle proposte della vulcanica direzione artistica di Massimo Palmas.
Il festival che ha vissuto chi scrive è solo una delle tantissime possibili
combinazioni di eventi disparati che l'expo cagliaritana offre ogni anno, che non
consistono solo in tantissimi concerti, ma anche, solo per citare alcune cose, in
incontri con l'alta cucina sarda, presentazioni di novità librarie e di periodici
(era presente anche il nuovo editore del mensile Musica Jazz, 22publishing), masterclass
e seminari, persino un jazz garden per piccoli dai 3 agli 8 anni, numerosi interessantissimi
stand, la presenza di tanti direttori di festival da ogni parte del mondo, di importanti
etichette discografiche …
La
sera prima dell'inizio dell'Expo, all'interno della Basilica di San Saturnino, un
luogo di suggestiva bellezza, Elena Ledda ha donato al pubblico presente
delle preziose emozioni, proponendo i canti e i suoni profondamente spirituali di
"Cantendi a Deus", il cd pubblicato dall'etichetta Sardmusic. La grande interprete
del canto popolare sardo era accompagnata dalle voci di Simonetta Soro e
Rossella Faa, dalla voce recitante di Lia Careddu e dal quartetto
Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santulussurgiu, dalla mandola di Mauro Palmas,
dalle chitarra a dieci corde di Marcello Peghin, dal basso fretless
di Silvano Lobina, dai sassofoni e dalla voce di Gavino Murgia, con
Michele Palmas alla regia dei suoni. Elena Ledda ha il merito di perpetuare
la grande tradizione del canto sardo, un canto mediterraneo dal sapore antichissimo
e di bellezza incomparabile, rendendolo vivo e attuale, palpitante e fresco, con
un'operazione di straordinario valore culturale e artistico. Particolarmente riuscita
questa sua ultima proposta, che consiste in buona parte in un repertorio tradizionale
riveduto con cura amorevole rispettandone l'essenza, tra canto gregoriano, nenie
pasquali e natalizie, ninne nanne, rosari, ave marie, recitativi, restituiti con
atmosfere intense e raccolte da un ensemble nel quale spiccava il sax di Gavino
Murgia, che forniva un contributo improvvisativo di ottima fattura, integrato
alla perfezione con i canti di carattere modale.
Il festival è stato inaugurato al Palazzo dei Congressi – una sala ampia
e comoda purtroppo dall'acustica pessima – da un ricordo filmato e recitato di
Sandro Capriola, una delle colonne portanti della diffusione del jazz in
Sardegna, recentemente scomparso.
Dopo
aver ricevuto il suo meritatissimo premio alla carriera,
Enrico Rava
ha schierato sul palco il suo quintetto con
Gianluca Petrella
al trombone, Giovanni Guidi al piano, Gabriele Evangelista al contrabbasso
e Fabrizio Sferra alla batteria. Abiti nuovi per le sue note composizioni,
proposte quasi senza soluzione di continuità con arrangiamenti che sfruttavano molto
bene i diversi colori della tromba e del trombone nell'esposizione dei temi, da
Certi angoli segreti a Algir Darbughi, per citarne alcune. In tutte
il leader ha preso assoli di grande intensità, mostrandosi in forma eccezionale,
ma ha anche lasciato grande spazio agli altri membri del quintetto, dal sempre più
maturo Giovanni Guidi al travolgente Petrella, ben sostenuti da Sferra
e dal contrabbassista, un sorprendente nuovo talento di appena diciannove anni.
Ancora a Rava si deve un altro momento chiave dell'Expo, l'esibizione
del Parco della Musica Jazz Lab, la nuova formazione creata dal trombettista all'interno
dell'Auditorium di Roma, con alcuni tra i jazzisti giovani più rappresentativi.
A Cagliari con Rava c'erano Mauro Ottolini al basso tuba e al trombone,
Daniele Tittarelli al sax alto, Dan Kinzelman al
sax tenore, Marcello Giannini alla chitarra elettrica, ancora Giovanni
Guidi al piano,
Stefano Senni al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria.
La freschezza della compagine, una sorta di all-stars di nuovi talenti, e
gli ottimi arrangiamenti di Kinzelman, danno alle composizioni originali di Rava
(tra cui Lavori casalinghi e The Fearless Five) rinnovata linfa, con
un concerto riuscitissimo e ricco di sorprese.
Ancora
Rava si è esibito, in qualità di guest star, nell'omaggio a Lester Bowie,
fortemente voluto da Isio Saba per ricordare il trombettista dell'AEoC nel decennale
della sua scomparsa. E proprio Saba ha svolto le funzioni di presentatore della
serata, con alcune esilaranti "incursioni" di Don Moye. La direzione della
musica era affidata a Mauro Ottolini e ai suoi Sousaphonix (oltre al leader
al trombone e basso tuba, Daniele D'agaro al sax tenore e al clarinetto,
Dan Kinzelman al sax tenore, Fulvio Sicurtà alla tromba, Enrico Terragnoli
alla chitarra, Giorgio Pacorig al piano Fender,
Danilo Gallo
al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria). Affiancati da Moye alla batteria
e alle congas, e da
Antonello
Salis alla fisarmonica, hanno suonato con grande coinvolgimento ottimi
arrangiamenti di molti brani composti o suonati spesso da Lester, come Charlie
M., Funky Aeco con la presenza di Joe Bowie, trombonista fratello di
Lester e del trombettista Gerald Brazel, Silver Threads Among the Gold,
B Funk, Villa Tiamo, con ospite al piano il figlio di Lester Bahnamous,
Strawberry Mango, Rio Negros, appartenente al repertorio del quintetto
di Bowie, con un assolo di
Enrico Rava
di incredibile energia, e l'immancabile Odwalla, la sigla finale di ogni
concerto dell'AEoC, con ospite al piano Giovanni Guidi. Altri brani eseguiti,
Lester di Salis per sola fisarmonica e il classico New Orleans, presente
come altri suonati nella serata nel cd di Ottolini "Sousaphonix" recentemente edito
dalla Cam Jazz.
Un
altro omaggio, questa volta a Miles Davis, è stato tributato da uno dei suoi
compagni di viaggio dell'ultimo periodo,
Marcus Miller.
Lo strepitoso bassista elettrico e multistrumentista ha suonato una rivisitazione
delle musiche di "Tutu", all'insegna di un funk robustissimo, accompagnato da comprimari
giovani e giovanissimi, come Christian Scott alla tromba, Alex Han
al sax alto, Federico Gonzales Peña alle tastiere e Ronald Bruner
alla batteria. Superato il primo impatto, quello cioè di ascoltare "Tutu" senza
Miles, lasciandosi andare al flusso della musica, rimane un velo di perplessità
dinanzi alla proposta di Miller, che se da un lato sorprende per le qualità tecniche
di tutti i musicisti, non convince a pieno forse proprio per il medesimo motivo:
una musica troppo "perfetta", molto "berkleeiana", senza modifiche significative
all'originale, e forse senza sufficiente pathos.
Un'altra compagna di viaggio di Davis, la percussionista Marilyn Mazur,
si è esibita a Cagliari con un quartetto composto dai danesi Fredrick Lundin
ai sassofoni, Krister Jonsson alle chitarre e Klavs Hovman al basso.
Un concerto a fasi alterne, avviato con un brano ornettiano, per poi passare a brani
d'atmosfera basati su momenti percussivo-vocali, non sempre di grande incisività,
ma anche a brani movimentati e ricchi di drive, con rimandi ad atmosfere
progressive, molto riproposte in questi ultimi anni.
Gavino
Murgia ha presentato il suo nuovo cd "Megalitico", in assenza del vibrafonista
Tortiller, con Michel Godard al basso tuba e al basso elettrico,
Luciano Biondini alla fisarmonica e
Pietro Iodice
alla batteria. Il titolo del cd fa riferimento all'architettura nuragica, e la musica
del gruppo si costruisce a strati come la struttura di un nuraghe, poggiando sulla
solida base fornita da Godard e Iodice, e su ritmi jazzistici, come anche etnici
e mediterranei. A far da collante, la sempre pertinente fisarmonica di Biondini,
che fornisce la struttura armonica per gli assoli al sax soprano del leader, che
sfoggia un fraseggio molto efficace e un timbro caldo e pieno. Suggestiva anche
la voce da basso di Murgia, profondamente radicata nella tradizione vocale sarda,
e utilizzata anche a fini ritmici.
Probabilmente più adatte all'ascolto su disco, nella resa di un buon impianto
hi-fi, le musiche di "Sangam", registrate per l'ECM, e alcune composizioni
recenti nel progetto del sassofonista norvegese Trygve Seim, accompagnato
da una folta compagine di musicisti di altissimo livello di area nord-europea, tra
i quali
Arve Henriksen alla tromba e Frode Haltli alla fisarmonica. Brani
di ampio respiro, scritti, rigidamente strutturati, più vicini al mondo classico
che a quello jazzistico, che tuttavia a tratti emergeva gettando sprazzi di luce
calda in una atmosfera di fondo piuttosto algida.
Ben
altri suoni arrivavano dagli Stati Uniti, con il Focus Trio di Marc Cary e il piano
solo di Vijay Iyer. Cary, già noto per aver accompagnato Betty Carter e Abbey
Lincoln, era a Cagliari con David Ewell al contrabbasso e Sameer Gupta
alla batteria e percussioni. Composizioni originali di ampio respiro, caratterizzate
da frequenti cambiamenti di tempo, un pianismo solido e vivace con radici nell'hard
bop, poggiante sull'insolito drum set di Gupta comprendente le tablas, che
caratterizzava felicemente la musica prodotta con la fantasia e il senso del ritmo
tipici dei percussionisti indiani. Ospite in un brano il trombettista italiano residente
in America Fabio
Morgera. Il breve set in solitudine del pianista statunitense
di origini indiane Vijay Iyer ha dato al pubblico cagliaritano, in uno spazio
intimo e raccolto, il senso di un raggiunto equilibrio fra tradizione e innovazione,
con uno sviluppo dei brani mai scontato, buona tecnica al servizio delle idee, una
sobrietà di tocco davvero rara. Ha eseguito sue intriganti e variegate composizioni
(Tasting, Blues for Sun Ra) e una Imagine di Lennon di sognante
bellezza.
Tra gli ultimi concerti dell'EJE, il duo "Stunt", l'atteso incontro
tra il pianoforte preparato e la fisarmonica di
Antonello
Salis e la tromba, il flicorno e l'elettronica di
Fabrizio Bosso.
Già protagonisti di un cd per l'etichetta Parco della Musica Records, i due hanno
letteralmemnte travolto la folla degli ascoltatori con un ininterrotto happening
musicale, dove gli standard e le canzoni suonate (Body And Soul, Estate, Caravan,
Over the rainbow, Tintarella di luna, Besame Mucho, Domenica è sempre domenica
per citarne alcune, sino al bis morriconiano) sono solo dei pretesti per celebrare
una festa sonora, dove il rischio dell'incontro estemporaneo si fa, come per incanto,
compiuta realizzazione musicale. La debordante fisicità di Salis e la sempre crescente
maturità di Bosso si incrociano dunque felicemente, all'insegna di una creatività
forte e sincera. Un ottimo modo per avviare alla conclusione questa edizione
2009 dell'Expo cagliaritana.
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 20/12/2009
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