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Dai quartieri bohemienne torna uno dei nostri sassofonisti
più rappresentativi a livello europeo,
Stefano
Di Battista, con un nuovo disco per la Blue Note francese. Album
mirato, preciso, come suggerisce il bersaglio nel package e lo stesso titolo, "Trouble
Shootin'".
Un
Di Battista dal multiforme ingegno, parafrasando Omero, in veste
di leader, sassofonista sia soprano che contralto e compositore di quasi tutti i
brani di "Trouble Shootin'". Brani influenzati dai giganti del passato (Cannonball
e il Duca su tutti), com'è giusto che sia, ma mai scontati o al sapor di "già sentito".
La creatività del sassofonista romano si fa sentire sin dalla prima traccia, "I
Will Love You", per poi esplodere in pezzi come "Under
Her Spell" (intesa perfetta tra sax e tromba) e "Alexanderplatz
Blues", in onore di uno dei locali più cari a Stefano. Solo tre le cover,
omaggi a Bobby Timmons, Kenny Burrell e Horace Silver, cover
(tanto per restare in sintonia col resto del disco) decisamente interessanti.
Il gusto per l'hard bop e per il blues si mischia ad alcune interessanti
scelte artistiche, come il voler sostituire il classico piano con l'organo Hammond
B3. Decisione saggia, visto che l'amalgama degli strumenti crea un'atmosfera molto
omogenea, che ben caratterizza l'intero album. A supportare il gioioso contralto
di Stefano quattro signori del suono: il sempre eccellente
Fabrizio Bosso,
Baptiste Trotignon, perfettamente a suo agio di fronte ad un Hammond, la
chitarra di Russell Malone e l'ottimo Eric Harland, batterista appena
trentenne, che ci tiene a sottolineare la sua presenza con un groove marcato e puntuale.
Standing ovation anche per
Nicola Stilo,
l'uomo dietro il brillante dialogo sax/flauto su "The Serpent's
Charm", e per Eric Legnini, al pianoforte della title track.
Ennesima conferma di un talento che è riuscito ad imporsi su più di una scena.
Giuseppe Andrea Liberti per JazzItalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
30/01/2011 | Una gallery di oltre 60 scatti al New York Winter Jazz Fest 2011: Chico Hamilton, Don Byron, Geri Allen, JD Allen, Butch Morris, Steve Coleman Vernon Reid, Anat Cohen, Aaron Goldberg, Nasheet Waits, Abraham Burton, Eric McPherson...(Petra Cvelbar)
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28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
04/05/2008 | 1 marzo 1984: ricordo di Chet Baker al Naima Club di Forlì: "La sua voce sottile, delicata, sofferta, a volte infantile, mi è rimasta dentro il cuore per molto tempo, così come mi si sono rimaste impresse nella memoria le rughe del suo viso, profonde ed antiche, come se solcate da fiumi impetuosi di dolore, ma che nello stesso tempo mi sembravano rifugi, anse, porti, dove la sua anima poteva trovare pace e tranquillità. La pace del genio, la pace del mito, al riparo delle tragedie che incombevano sulla sua vita." (Michele Minisci) |
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Data pubblicazione: 18/02/2008
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