|
Stefano Cantini
Errante
Egea Records 2010 – Sca 155
1. Errante
2. Il corpo delle donne
3. The New?
4. Blowin In The Wind
5. Mieko
6. Angela
7. Storia di un istante
8. Beau Piece
9. Kenny
10. Il mio golfo
Stefano Cantini
- sassofoni
Fabrizio Bosso
- tromba
Ramberto Ciammarughi - pianoforte
Michel Benita - contrabbasso
Manhu Roche - batteria
EGEA Records & Distribution
C.so Mazzini, 12
12037 SALUZZO (CN)
Tel. +39 0175 217323
Fax: + 39 0175 475154
E-mail: info@egearecords.it
www.egearecords.it
Colpisce subito la frase di Pablo Neruda nella seconda di copertina del booklet:
"Io non credo all'originalità. E' un altro feticcio creato nella nostra epoca
di vertiginoso dirupo. Credo nella personalità attraverso qualsiasi linguaggio,
qualsiasi forma, qualsiasi senso della creazione artistica". Una riflessione
che non fa una grinza e che, posta così in apertura del libricino che spiega il
disco, appare rasserenante: una sorta di lettera di intenti.
Stefano
"Cocco" Cantini sembra voler rassicurare l'ascoltatore che approccia
al suo disco. Lavoro di nitido spessore, per le composizioni originali - cinque
del leader, due di Ciammarughi ed una di Benita – e per la scelta delle due cover
(per modo di dire): Blowin In The Wind (qui indicata senza apostrofo d'ellissi),
celeberrima canzone pacifista nel carniere di Bob Dylan dal 1962, riletta con particolare
grazia e tradotta in una densa ballad; brano che fa il paio con la personale rivisitazione
di Angela di Luigi Tenco, anno 1966 per restare nella forbice storica, con
una breve intro di Manhu Roche, giusta per sottolineare tutta la raffinatezza
armonica di Ciammarughi, capace di una grande varietà di sfumature e generatore
di ottimo swing.
Le composizioni di Cantini sono ben variegate, dalla main-title in medio –fast
tempo, eccellente biglietto da visita per il titolato combo, animato da una sezione
ritmica in stato di grazia. Manhu Roche, già al fianco del sassofonista toscano
in Niccolina al mare, è agile ed al contempo vigoroso, oculatamente raffinato,
dalla distribuzione complessa, a tratti asimmetrica, degli accenti. L'algerino
Michel Benita ha un senso del tempo e della misura ben poco comune, sempre
pronto ai cambi metrici ed eccellente dispensatore di colori. Ciammarughi, come
detto, conferma il suo linguaggio che attraversa gli stilemi della musica contemporanea
e del modern mainstream più disinvolto.
Fabrizio
Bosso sorprende ad ogni svolta d'angolo, con la sua dizione sempre diversa,
fresca e libera da assiomi, come accade in Il corpo delle donne, felliniano
esempio di swing.
Stefano
Cantini attinge alla sua consistente e varia esperienza che si legge
a chiare lettere in tutte le sue composizioni fresche, intense ed espressive. Tra
tutte Kenny, dalle ariose e concise improvvisazioni – un tema ricorrente
nel lavoro dal democratico respiro – e dove il sassofonista toscano spreme il succo
del soprano giocando sull'altalena con Bosso. L'interplay tra i cinque sodali è
palpabile e ciò, manco a dirlo, rende Errante ancora più gradevole.
Stefano
Cantini non è un compositore bulimico. E questo non può che essere un
merito dati i tempi di sovrabbondanza discografica. Tale dote gli consente di rilasciare
degli album sempre diversi, mai inscatolati o precotti.
Errante è vibrante, immune da leziosità, racchiuso in una robusta architettura
ritmica che contiene affreschi sonori emozionanti.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
|
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 3.961 volte
Data pubblicazione: 01/11/2010
|
|