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Studiottanta-Fortuna Records, 2005 – Distr. Egea
Jazzcom
Stultifera navis


1. Stultifera navis (Corrado Abbate) 02.07
2. Prisoners of crossing (Corrado Abbate) 09.16
3. Les mots et les choses (Corrado Abbate) 06.50
4. Options (Corrado Abbate) 04.54
5. Dirty dance (Corrado Abbate) 07.18
6. These foolish themes (Corrado Abbate) 08.09
7. Remote access (Corrado Abbate) 04.50
8. Dreaming in the sky (Carlo Bernardinello) 06.17
9. Gymnopédie n. 3 (Erik Satie) 04.19
10. Katharsis (Corrado Abbate) 05.43
11. The last flight of Pegasus (Corrado Abbate) 06.33

Danilo Pala - sax contralto
Luigi Di Gregorio - sax tenore
Corrado Abbate - piano
Roberto Giolito - contrabbasso e basso elettrico
Carlo Bernardinello - batteria





Per descrivere l'insolito titolo, Stultifera navis ("La nave dei folli"), e l'altrettanto particolare scelta dell'omonimo quadro di Bosch come cover del cd, "Das Narrenschiff", i Jazzcom si affidano a un passo di Michel Foucault: "Accade che il folle venga affidato ad un battelliere … non si sa dove approderà né, sbarcando, da dove provenga … egli non ha verità né patria … è il Passeggero per eccellenza: il Prigioniero del Passaggio". Di certo, questa citazione e il riferimento alla figura tardo-medievale della "nave dei folli" vogliono far riflettere anche oggi sulla condizione umana – senza luogo d'origine e senza meta – del malato di mente e, più in generale, del "diverso", ma vogliono, forse, anche suggerirci come nessun'altra forma espressiva può rappresentare meglio del jazz il "passare" costantemente attraverso stili e generi senza potersi mai definitivamente acquietare in nessuno di questi in particolare. Eppure, nonostante Stultifera navis sia ricco di musica (ben undici brani), di temi molto ricercati e di riferimenti diversi, possiamo riconoscervi ben delineata la sua matrice hardbop, che inoltre non disdegna affatto la lezione del free e della musica modale.

Forse si tratterà soltanto di una coincidenza, ma i brani più originali e interessanti di Stultifera navis sono proprio quelli più esplicitamente e strettamente apparentati con la "follia" che caratterizza il tema concettuale dell'intero lavoro. A cominciare dall'omonimo brano di apertura che, con il suo incedere incalzante, rende perfettamente l'idea della "nave dei folli" sul punto di salpare e dispiace che funga soltanto da breve introduzione, lasciando troppo presto spazio all'hardbop di Prisoners of crossing, dove effettivamente il viaggio trova il suo vero inizio jazzistico e la sua chiara definizione di rotta. Con Les mot et les choses torna Foucault, mediante il titolo di un suo testo fondamentale, in un brano dal tema molto indovinato, esplorato in tutte le sue sfaccettature melodiche nell'assolo centrale di Abbate. Un altro momento di felice "follia" è Gymnopedie nº3, celebre composizione di Erik Satie, interpretata con il dovuto rispetto, ma anche con personalità: ne risulta un esecuzione che riesce a lasciare il suo segno e a ritagliarsi un suo carattere autonomo. "Folle" è anche l'insistita citazione di Funiculì-funiculà tra le atmosfere funky di Dirty dance, che tuttavia sono più in sintonia con la rotta stabilita. Allo stesso modo, divertono anche gli sprazzi "latineggianti" in Khatarsis.

Comunque, in ogni episodio di Stultifera navis, oltre alla vivacità e a un sincero divertimento, è evidente un fluido e ben equilibrato interplay: il piano di Abbate (dieci dei dodici brani sono sua firma), che sostiene l'architettura di ogni pezzo, si muove sapientemente tra momenti solistici, interventi di raccordo e ritmica, lasciando spesso ai fiati un ruolo di primo piano. Che in una formazione acustica Roberto Giolito suoni anche il basso elettrico si nota appena, dal momento che le sonorità dei Jazzcom hanno una forte matrice anni settanta e il loro stile potrebbe quasi essere definito una sorta di fusion acustica. Non sorprende affatto, pertanto, che i Jazzcom siano stati protagonisti di un breve e fortunato tour lo scorso novembre ospitando Mike Mainieri, leader degli Steps Ahead, formazione che negli anni settanta ha fatto la storia della fusion.
Dario Gentili per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 26/05/2007

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