EGEA Records & Distribution
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A ben vedere non è la prima volta che il nostro Gabriele Mirabassi incontra
musicalmente il giovane pianista brasiliano Andre Mehmari. Lo è per l'Italia,
ed è grazie all'Egea Records che possiamo ascoltare un progetto – sempre merce rara
di questi tempi – di particolare spessore, gentilmente "raccolto" e dai nitidi tratti
latino-cameristici.
Gabriele Mirabassi non abbisogna d'elogio, seppur ancora non sufficientemente
consacrato per quanto meriterebbe. Mehmari è una piacevole scoperta: classe
1977, è considerato – a giusta ragione – uno
dei giovani talenti brasiliani, con alle spalle già una consistente discografia.
Complice dell'incontro tra i due musicisti è Guinga che ha intuito il fil rouge
artistico tra i due, ed anche – a dire del pianista brasiliano – il verosimile apparentamento
topografico tra l'Umbria (patria di Mirabassi) e Minas Gerais (regione del Brasile
cara al pianista). La sincrasi dei due cognomi, come è chiaro, ha dato luogo a questo
nuovo progetto per orecchie esigenti, ma anche per distendere i padiglioni auricolari
nei momenti di maggiore tensione acustica.
Tredici piccole perle, per lo più a firma dei due, fatta eccezione per Ragsando
Seda di Guinga e Simone Guimares, e Cançao Desnecessaria, sempre di Guinga,
con Mauro Aguiar. Forma il trittico di brani di repertorio la bella canzone Vaidoso
di Moacir Santos.
La cultura popolare brasiliana si intinge nella metrica eurocolta: choro, chorinho,
rondò e romanza si abbracciano e dimostrano quanto la musica sia unica, ma non univoca.
Mehmari sfoggia un sagace gioco di interpunzione, gestisce le dinamiche e
si unisce alle folate di Mirabassi ed alle sue frasi apollinee, scolpite.
Il sincretismo di suoni e culture, che è la vera matrice di Miramari, è ben rappresentato
nelle morbide linee di Chove na minha valsa (composta da Mehmari), esempio
di empatico interplay tra i due musicisti e tra due culture musicali. Mirabassi
e Mehmari interagiscono - solo in un occasione – con due ottimi musicisti brasiliani:
il batterista Ricardo Mosca ed il contrabbassista Zé Alexandre Carvalho,
per dare vita al brevissimo intermezzo jazz di Mirabilis Mirabassi.
Ogni brano ha una sua immagine, ben dipinta e nitida, mai occidua. Un lavoro
sincero, come pochi al momento, che attraversa con inusuale freschezza le melodie
brasiliane incastonate negli stilemi occidentali.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 18/04/2010
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