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Joe Barbieri
Dear Billie, a letter to Billie Holiday
store.joebarbieri.com
1. I'm A Fool To Want You
2. The End Of A Love Affair
3. The Very Thought Of You
4. I'll Be Seeing You
5. I Get Along Without You Very Well
6. Dear Billie
7. What A Little Moonlight Can Do
8. Don't Explain
9. When You're Smiling
10. Facendo i conti
Joe Barbieri - voce, chitarra Luca Bulgarelli - contrabbasso Pietro Lussu - pianoforte Gabriele Mirabassi - clarinetto
Ci sono cantautori che quasi inevitabilmente, come per un destino
tracciato da qualche impercettibile daimon, si muovono in territori vicini
al jazz, e coi jazzisti collaborano dal vivo e su disco. Mi viene in mente in proposito
il mai dimenticato
Gianmaria
Testa, che di Barbieri peraltro fu ospite sul disco «Respiro».
Joe Barbieri vive un mondo musicale persino più ampio,
che ingloba anche certa world music, come testimoniato dalla presenza nel
suo capolavoro del 2009, «Maison Maravilha», di una voce simbolo della scena
cubana, Omara Portuondo. Ma tornando al jazz, non è raro incontrare il nostro insieme
a jazzisti come Jesper Bodilsen, contrabbassista noto per aver fatto parte del "trio
danese" di
Stefano Bollani, o al nostro Luca Aquino. E trovare sui suoi dischi lo
stesso Bollani, Fabrizio Bosso,
Paolo Fresu.
Con Aquino, nel 2013, Barbieri aveva realizzato il suo primo esplicito omaggio a
una grande figura del jazz,
Chet Baker,
con «Chet lives!», coinvolgendo anche jazzisti come
Furio Di Castri,
Nicola Stilo,
Stacey Kent.
Nel 2019, con un trio di noti jazzisti italiani, torna a cimentarsi
col jazz, stavolta con un omaggio che sulla carta si presentava piuttosto difficile
per un cantante uomo: Billie Holiday. L'approccio di Barbieri è diretto, e affronta
di petto otto classici del repertorio di Lady Day, affiancandovi solo due brani
composti appositamente, il primo dei quali, Dear Billie, racconta di tutto
l'amore per la cantante, salutata con versi come "I miss you so much, I do/
I need you so much, I do/ And I'm believing/ You're standing here
my dear". Un amore totale che non si può non condividere, e che Barbieri, grazie
al suo particolarissimo timbro vocale e a un buon senso dello swing, riesce a sostanziare
in un disco altamente raccomandabile. Alla riuscita dell'opera hanno contribuito
con grande professionalità e cura Bulgarelli e Lussu, ma ogni intervento del clarinetto
di Mirabassi, qui jazzistico come non mai, è pura poesia. Azzeccata la scelta di
non utilizzare una batteria, strumento del quale non si sente la mancanza, né nelle
ballad né nei brani a tempo mosso, e che rende la musica piacevolmente colloquiale
e intimista. Tutte le interpretazioni risultano azzeccate e godibili, e What
A Little Moonlight Can Do è affidata al solo clarinetto. La chitarra accompagna
la voce nella citata Dear Billie, in Don't Explain, e nella
finale Facendo i conti, canzone molto tipica dello stile di Barbieri, che
si conferma uno dei cantautori più interessanti della scena italiana.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/02/2020
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