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Lorenzo Tucci
Tranety
Albòre 2011 ALBCD 013 DISTR. EGEA
1. Moment's Notice
2. Afro Blue
3. Hope
4. Equinox
5. Solstice
6. Wise One
7. Ivre A Paris
8. Lonnie's Lament
9. Cousin Mary
10. After The Rain
Lorenzo Tucci
- batteria
Claudio Filippini
- pianoforte
Luca Bulgarelli - contrabbasso
E' sempre bene volgere lo sguardo al passato, con la giusta deferenza e rispetto,
senza emulare o dissacrare a tutti i costi. Molte volte tale sguardo è meramente
speculativo, tanto per musicare qualcosa, perlopiù senza sapere bene neanche ciò
che si è fatto. Di tutt'altra pasta è fatto
Lorenzo Tucci
ed il suo modus operandi rispecchia pienamente la sua personalità. Il suo
precedente "Touch" (Schema Records, 2009) ha sorpreso, è piaciuto ed ha venduto
bene (quasi un miracolo in tempi bui). Lì scavava nel sound di Kenny Clarke in
combine con Francy Boland, dando piena prova di sapere cosa stesse facendo.
Qui declina il difficile verbo del più grande tra i giganti:
John Coltrane.
E lo fa con una bella rasoiata "alla Occam", eliminando qualsiasi fiato e riducendo
all'essenziale gli strumenti; tanto a sottolineare che, se la musica è bella, non
c'è bisogno di arzigogoli vari che possano riempire le orecchie. Ma ci vogliono
ottimi musicisti affinché il suono restituito possa essere di valore e, quindi,
Tucci sceglie due sodali bravi e rocciosi che, come lui, hanno cognizione di causa
dell'impervio percorso:
Claudio Filippini,
giovane pianista pescarese, già da tempo sulla cresta dell'onda grazie a numerosi
connubi musicali che lo hanno reso celebre ai più, stante la sua indiscutibile abilità
tecnica; Luca Bulgarelli, contrabbassista di vaglia e che, oramai, non abbisogna
più d'elogio.
Lorenzo Tucci
sa anche scegliere bene nell'ampio repertorio di Coltrane e sa incastrare le sue
due composizioni, Hope, slow-tempo splendida, contrappuntata dalla
batteria ed il tema sviluppato da Bulgarelli in stato di grazia; e Solstice
che riprende Equinox, mercè l'ostinato della sinistra di Filippini,
e la sviluppa in freschezza. Un brano è firmato dal pianista abruzzese: Ivre
a Paris una moderna ballad, dai lineamenti cantabili e dalle maglie aperte,
ricca di invenzioni improvvisative.
Lorenzo Tucci
guida senza invadere, anche allorquando il ritmo sembra farla da padrone - come
in Afro Blue - non straborda mai, pur dando ampia prova
della sua abilità tecnica, del suo preciso senso del tempo ed una spiccata definizione
delle dinamiche.
Claudio Filippini
riesce a fondere magistralmente la delicatezza del pianismo classico con la muscolarità
di un certo jazz post-bop (specialmente in Moment's Notice e Lonnie's
Lament). I tre si trovano alla cieca e riescono a creare un'immagine Oleografica
di Trane, sintetizzandone il suo universo espressivo. Un disco che ci ricorda come
si possa fare qualcosa di bello senza strafare e senza aspettare la Manna da oltreoceano.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/05/2011
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