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Dirty Six
Dirty Sux
Jando music - Via Veneto Jazz Millesuoni (2019)
1. Haze
2. Waiting for D
3. Flying Horses
4. Andrà bene
5. Parmenide
6. Keep calm
7. Landscape
8. Malaga
9. Il fiore purpureo
10. Red hot
Daniele Scannapieco - sax Claudio Filippini - piano Loreno Tucci - drums Tommaso Scannapieco - bass Gianfranco Campagnoli - trumpet Roberto Schiano - trombone
Mancava questo tipo di energia che solo dei "cattivi" ragazzi sono in grado di
profondere suonando e interagendo continuamente. Ciò che emerge è che sia che si
stia accompagnando o effettuando un solo, vi è alta carica energetica. C'è da dire
che le composizioni sembrano apposite ma è anche vero che chi suona trasmette un
piacere e una voglia di esserci molto coinvolgente. come nell'iniziale "Haze"
e in "Waiting for D" e "Flying horse" con degli ostinati ribattuti
dal piano sul quale tutti offrono spunti ritmici, armonici, melodici più che interessanti.
Questo far andare la musica dove si avverte in base alla dinamica del momento è
una caratteristica che rende l'ascolto imprevedibile ma c'è da fidarsi poiché l'esplorazione
è ampiamente agevolata da individualità di spessore ed una coesione che non genera
mai una "confusione" d'intenti.
"Andrà bene" e "Keep Calm", due titoli che di questi tempi li si assocerebbero
a eventi molto recenti e forse, non volendo, anticipati. L'incedere è tipico di
chi vuole suggerire di "resistere" e ben augurare una sorta di luce in fondo al
tunnel, un auspicio di positività al quale affidarsi. Un viaggio senza tempo per
"Parmenide" e allegria per "Malaga", altri spunti per unisoni, ritmi
che colorano e definiscono, individualità agili.
Ci si è mai chiesti che musica potrebbe descrivere lo sbocciar di un fiore e il
suo mutar colore, posizione a seconda della luce e dell'atmosfera? "Il fiore
Purpureo", oltre a richiamare un hard bop attualizzato, sembra voler raccontare
cosa accade in un prato fiorito in una giornata primaverile, sicuramente ventosa.
Così come "Landscape", col suo raffinato incedere si offre come base di un
qualsiasi landscape che si voglia immaginare e a cui si è affezionati.
Chiudere con "Red hot", una "marcia" attualizzata che ricalca un congedo
musicale di sicuro effetto. Allegro, molto ritmato, con soli di tutti questi "dirty
six" componenti di una band che fa divertire, ascoltare musica elegante e che ricorda
che la musica d'insieme è, innanzitutto, essere un insieme. Good shot.
Marco Losavio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/01/2021
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