Daniele Scannapieco non ha certo bisogno di 
presentazioni, soprattutto per il pubblico italiano. E 
Lifetime, suo ultimo lavoro, il terzo da leader, può solo accrescerne 
la fama a livello nazionale e internazionale, che in questi anni si è conquistato 
in diverse incisioni e sul palco con collaborazioni eccellenti e come co-leader, 
insieme a Bosso, 
del quintetto High Five. Ma non è solo il nome di Scannapieco a catalizzare 
immediatamente l'attenzione; Lifetime, infatti, vede il tenorista salernitano 
accompagnarsi a una formazione di altissimo livello:
Di 
Battista e
Boltro 
a completare un'invidiabile sezione di fiati, Mazzariello al piano e hammond,
Rosciglione e Ceccarelli a formare una sezione ritmica italo-francese 
di tutto rispetto. 
Non si può certo dire che Scannapieco abbia avuto timore a circondarsi 
di musicisti – e amici, si sente – dalla così spiccata personalità musicale. E nemmeno 
si può dire che questi ultimi non si siano messi al servizio di un progetto in cui 
ognuno ha contribuito anche a livello compositivo. Il risultato – lo scrivo subito 
perché risalta già al primo ascolto – è un affiatamento e un interplay davvero straordinari, 
nonostante non sia affatto perduta l'occasione di apprezzare gli assoli vigorosi 
e vertiginosi di Scannapieco,
Di 
Battista e
Boltro, 
ma su questo c'era da scommetterci a carte coperte. 
Lifetime suona spontaneo e diretto – vitale, per rifarsi al titolo – in 
ogni suo brano; niente di cerebrale e nessuna invenzione esotica al di là del linguaggio 
del jazz e della sua anima più sincera e autentica. E non è poco, anzi. Gli appassionati 
di jazz, anche i più puristi, quelli stanchi delle contaminazioni più improbabili, 
del "tutto è jazz" e degli spazi sconfinati del nord, possono finalmente trovare 
soddisfazione nelle buone dosi di swing di Lifetime 
e Red Hot (impreziosita da un pregevole 
assolo di 
Boltro), nel groove di Dede's Mood
e Waiting For D. , nella ballad coinvolgente 
di Dark Light; ma tutto Lifetime è un 
saggio di bop in grande stile, con decise inflessioni hard-bop. E di certo non dispiaceranno 
a nessuno il sentito omaggio a
Michel 
Petrucciani (ancora Francia) di Goodbye Mr. 
P.  e il tema ammiccante e la ritmica trascinante di 
Fenomeno. Per chi, infine, ancora si chiede di 
cosa siano capaci Scannapieco e
Di 
Battista quando incrociano i loro sassofoni, 
Fast Lane è la risposta che non ammette 
repliche. 
Dario Gentili per Jazzitalia 
 
 
 
 
 
 | 27/08/2011 |  Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena)  |  
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   | "Road Song" Tony Monaco,Eddy Palermo, Flavio Boltro,Ray Mantilla and friends Tuscia in Jazz 2008Tony Monaco,Eddy Palermo,Flavio Boltro,Paolo Recchia,Francisco Mela, Geggè Munari, Ray Mantilla,Carl PotterEddy PalermoArenown... inserito il 20/11/2008  da lermici - visualizzazioni: 7006 |  
 
  
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			Data pubblicazione: 20/09/2008
	  
 
 
 
	
  
	
		
		
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