Schema Records - 2006
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Mario Biondi
Handuful Of Soul
1. O Child Runs Free
2. No Mercy For Me
3. This Is What You Are
4. Rio De Janeiro Blue
5. Slow Hot Wind
6. A Handful Of Soul
7. Never Die
8. On A Clear Day
9. Gig'
10. I Can't Keep From Cryin' Sometime
11. No Trouble On The Mountain
12. I'm Her Daddy
Mario Biondi - voce
Luca Mannutza
- piano
Fabrizio Bosso
- tromba, flicorno
Daniele Scannapieco - sax tenore
Pietro Ciancaglini - contrabbasso
Lorenzo Tucci - batteria
Sandro De Bellis - percussioni
Gianluca Petrella
- trombone #3
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Chi è Mario Biondi? Sicuramente uno dei nu-jazz crooner più richiesti
del momento. Il cantante siciliano ha navigato tra generi musicali diversi e si
è imbarcato in avventure differenti. La sua assoluta naturalezza espositiva e la
sua voce,l'hanno consacrato nel gotha del soul, antesignano del modern sound che
mutua dal jazz, lo scompone e lo ricompone in archetipi black particolarmente accattivanti.
Il successo che lo impone ai network di maggior ascolto, è solo l'apice
dell'iceberg. Mario Biondi ha lavorato duramente per giungere ad una tale
perfezione vocale, un black sound che evoca ricordi storici.
I dodici brani che formano The Handful of Soul,
lavoro prodotto con la consueta maestria da Luciano Cantone e dalla Schema
Records, sono trascinanti e…tracimanti. Tutti limpidamente ballabili e cantabili
grazie anche alle note sferzate dagli High Five, quintetto aduso a ritmi
sempre diversi e che riesce a sposare le zigzaganti fenditure del bop con le adornanti
misture della lounge music, ma sempre tenendo in conto le robuste sonorità
ritmiche del soul.
Bosso,
Mannutza,
Scannapieco, Ciancaglini e Tucci, corroborati dagli interventi
di De Bellis e di
Petrella,
hanno ben racchiuso, in un dadaistico dipinto, la voce e le sonorità del leader.
Colpiscono per la particolare eleganza espositiva le avventure saggistiche
di No Mercy for Me,
Handful of Soul e Never
Die, così come l'accurata interpretazione di
Slow Hot Wind di Henry Mancini, e il tourbillon
ritmico, opportunamente deep, che scolpisce This is what
you are. Rielaborata con acuta raffinatezza la "evergreen"
I'm Her Daddy di Bill Whiters.
Al termine dell'ascolto: una pioggia di colori suonanti invadono la mente.
Passato e futuro del soul si incontrano nell'agorà della "new groove
dimension".
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 23/04/2007
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