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Cristiana Polegri ha una bellissima voce chiara e pulita, orgogliosamente
italiana, e una grande maturità interpretativa nonostante la giovane età (finalmente
una cantante che non si sforza di imitare ad ogni costo le voci nere!!!). Ha anche
un bellissimo suono di sax alto, che evoca certi altosassofonisti del passato, e
un timbro personalissimo e caldo persino al sax soprano. Inoltre ha un curriculum
di tutto rispetto, che è valso a questo disco la collaborazione di arrangiatori
e solisti di livello internazionale.
Date queste premesse ci si aspetterebbe da Cristiana almeno un minimo
di protervia, come spesso capita di riscontrare in giovani che hanno la fortuna
di poter disporre di così grandi risorse. Invece, nel "mare magnum" di reinterpretazioni
della canzone d' autore italiana in chiave jazz, questo bel disco colpisce proprio
per l'umiltà di approccio, oltre che per originalità e organicità progettuale.
L' autrice racconta con grande semplicità di essersi innamorata del repertorio
di Umberto Bindi dopo averne cantato un brano durante uno spettacolo teatrale,
e di averne voluto approfondire lo studio avvalendosi della conoscenza di persone
storicamente vicine a Bindi stesso (quali Massimo Artesi e il pianista
Stefano Scartocci). In realtà "Bindi in jazz"
è il risultato di quattro anni di ricerca appassionata: è un viaggio alla riscoperta
dell' "anima jazz" di brani che non hanno nulla da invidiare ai più classici standard
del repertorio americano. Soprattutto, a prescindere da tutto questo, è un disco
bellissimo, di facile ascolto ma profondamente emozionante.
E' apprezzabile la sensibilità con cui Cristiana Polegri affronta
un repertorio che non appartiene alla sua generazione, proponendo arrangiamenti
interessanti che esaltano la bellezza intrinseca di queste musiche senza infarcirle
di orpelli inutili. Bisogna precisare che ciascun brano è affidato ad arrangiatori
diversi e che nel disco la Polegri, oltre che da solista, suona spesso anche
in sezione: da parte della titolare ciò è indice di grande rispetto nei confronti
dei colleghi che arricchiscono il progetto, ma è anche un gioco interessante che
rende il disco articolato e vario.
Tra i brani si segnala Io e il mare,
emozionante duetto con Franco Califano il quale risulta perfettamente a suo
agio e non affatto decontestualizzato. Inoltre si segnalano i brani che Cristiana
esegue in duo, rispettivamente al sax soprano e alla voce:
Rame (inedito di Bindi), accompagnata dal piano
di Riccardo
Biseo, e La musica è finita,
con Marco Siniscalco al basso elettrico (interpretazioni da brivido –
spero che Cristiana faccia presto un intero disco, in duo).
Personalmente ne rimango coinvolto anche ascoltando
Meglio di così, che contiene uno splendido solo
di
Stefano Di Battista al sax soprano, e che ritengo sia uno dei brani
più belli del disco. Faccio presente che questo brano non appartiene a Bindi ma
alla stessa Polegri, che si rivela degna di massimo rispetto anche come autrice.
Gianni Rubolino per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 24/12/2007
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