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Barbara Errico
Sentimentale - Dedicato a Lelio Luttazzi
Koine (2014)
1. Mi piace (Luttazzi, Chiosso)
2. Chi mai sei tu (Luttazzi, Luttazzi)
3. Eccezionalmente sì (Luttazzi, De Palma)
4. Sentimentale (Luttazzi, Luttazzi)
5. Canto anche se sono stonato (Luttazzi, Chiosso)
6. Vecchia America (Luttazzi, Luttazzi)
7. Souvenir d'Italie (Luttazzi, Tarabusi/Scarnicci)
8. ‘Nnammurammece (Luttazzi)
9. Buonanotte Rossana (Luttazzi)
10. Love is here to stay (G. Gershwin, I. Gershwin)
11. Mia vecchia Broadway (Luttazzi, Luttazzi/Amurri)
12. Blue Skies (Berlin, Berlin)
Barbara Errico - Voce Lorenzo Hengeller - Voce (2, 5) Emanuele Donadelli - Batteria (1, 7, 9) Gianluca Nanni - Batteria (2, 3, 4, 5, 6, 10, 11, 12) Lorenzo Hengeller - Pianoforte (2, 5) Antonello Vannucchi - Pianoforte (3, 4, 6, 10, 11, 12) Franco Feruglio - Contrabbasso (1, 7, 9) Massimo Moriconi - Contrabbasso (2, 5) Giorgio Rosciglione - Contrabbasso (3, 4, 6, 10, 11, 12) Antonio Onorato - Chitarra (7, 8) Franco Feruglio - Chitarra (9) Claudio Corvini - Tromba Sandro Deidda - Sax tenore, clarinetto Saverio Tasca - Vibrafono Quartetto Pezzè - Archi (1, 9)
Poesia, garbata ironia, velata nostalgia, gioia di vivere del tempo che fu, permeano
il jazz al femminile che caratterizza il percorso della friulana Barbara Errico,
che dopo il lavoro su Sergio Endrigo del 2010,
prosegue adesso con l'omaggio in chiave jazz alla canzone italiana d'autore, e a
una delle figure più importanti che ha contribuito alla sua crescita, quel Lelio
Luttazzi di diritto annoverato fra i padri indiscussi dello swing italiano cantato.
Si respira Gershwin, Broadway, Tin Pan Alley, in questo raffinato lavoro d'interpretazione,
che ripercorre la produzione di Luttazzi, in dieci brani interpretati a suo tempo
da artisti del panorama italiano come il Quartetto Cetra, Mina, Jula De Palma.
Un album che cattura lo spirito di un'intera epoca, ovvero quegli anni Sessanta
orgogliosamente marchiati Italia, quando si costruiva un Paese credendo nel proprio
lavoro quotidiano, ponendovi entusiasmo, idee, e onestà. Quando la cultura aveva
ancora diritto di cittadinanza, anche in televisione (frequentata con talento e
successo dallo stesso Luttazzi), quando, insomma, l'Italia era ancora il Bel Paese.
Affascina, ascoltando l'album, la poesia che caratterizza i testi di Luttazzi, per
certi versi vicini a quelli di Luigi Tenco, in particolare nel brano Mi
piace, che insegue immagini intime, di rapita contemplazione del cielo, persi
nel ricordo di un amore o di un tradimento. Coinvolgente, il duetto vocale fra
Barbara Errico e Lorenzo Hengeller (in una riedizione degli storici
duetti Mina-Luttazzi), in Chi mai sei tu, serrato dialogo che xx il confronto
fra i due sessi, due individui che si scrutano e si lanciano segnali. L'eterno femminino
è irresistibile, soprattutto quando è irraggiungibile.
Si parla poi dell'età d'oro del jazz e dello swing con Vecchia America, i
ruggenti anni Venti visti con gli occhi della nostalgia, fra i varietà di Ziegfield
e le pellicole di Rodolfo Valentino, il whiskey, il charleston e il petting.
Soltanto ricordi e nulla più, sbiaditi a causa della Grande Depressione e della
Seconda Guerra Mondiale, e definitivamente sepolti dalla contestazione del Sessantotto.
Un travolgente swing apre Mia vecchia Broadway, secondo capitolo dedicato
al leggendario e spensierato American Dream, quello che sarà eternamente giovane.
A impreziosire l'album, rivelatori della predilezione di Luttazzi per il jazz, due
standard: Love Is Here To Stay di George e Ira Gershwin, e Blue Skies,
di Irving Berlin, che suggellano un album dalle raffinate atmosfere musicali, in
equilibrio fra memoria e ironia, sostenute dall'affiatamento fra gli strumentisti,
sui quali primeggia la voce della Errico, sottile come il battito dell'ala di
una farfalla, accarezza ogni singola nota. Ascoltandola, torna alla mente l'immaginaria
Anna Quentin di Iris Murdoch, metafora di un modo d'intendere il jazz, e la vita,
come uno spartito da esplorare con curiosità e fantasia.
Niccolò Lucarelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 13/12/2015
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