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Corvini, Ferrazza, Vantaggio
Traume
Zone di Musica (2013)
1. Leave Your Love and Put It in a Dream 10:24
2. La Mantide 06:18
3. Sliding Like a Meteor 02:50
4. Teal Dreamer 03:34
5. Träume 05:04
6. Deep Side of Insanity 05:13
7. Looking At the Moon 07:32
8. Journey in the Lost 06:04
9. Another Star Is Coming to Town 06:46
Claudio Corvini - tromba e flicorno Jacopo Ferrazza - contrabbasso e basso elettrico Valerio Vantaggio - batteria e percussioni
Un trio squilibrato riguardo all'età, alla fama dei componenti, due giovani non
ancora affermati e un solista esperto, ma con un notevole bilanciamento interno.
Il nome più conosciuto fra i tre è sicuramente quello di Claudio Corvini,
trombettista dalle molteplici collaborazioni e attività, dalla musica leggera al
jazz, solista di punta, fra l'altro, della Pmjo di
Maurizio
Giammarco. Qui, però, lo si sente suonare in maniera diversa dal solito,
poiché le composizioni di Jacopo Ferrazza lo inglobano, lo avviluppano, senza costringerlo,
però, a cambiare pelle. Piuttosto il musicista argentino, romano d'adozione, è condizionato
nell'esecuzione dei motivi ad elaborare un discorso solistico tanto libero, quando
vincolato allo stile, allo specifico peculiare dei temi assemblati dalla penna del
contrabbassista. E proprio nella scelta di un repertorio originale risiede la forza,
la freschezza di questo gruppo. Siamo di fronte a composizioni provviste di una
logica interna stringente, ben individuabile. Si parte da momenti introduttivi calmi,
riflessivi, ma con una tensione che serpeggia in secondo piano, a un progressivo
aumento dell'eccitazione, anche ritmica, fino ad arrivare, in certi casi, ad un'esplosione
di energia pura. Tutto, però, è ogni volta governato, tenuto a freno; non si superano
determinate barriere, non si varcano, cioè, particolari confini. In altri brani,
comunque, i toni sono più sfumati e si rimane su tempi e modi meno decisi e vigorosi.
La tromba di Corvini si esprime con un timbro netto e definito, privo del vibrato.
Principalmente il suono viaggia sul registro medio con un accento lirico sotto traccia,
non rimarcato con forza. In certi momenti l'ottone si fonde in intermezzi jungle
style, carichi di groove e di pathos, più spesso si fa valere con un fraseggio sintetico,
epitomato, per così dire, senza perdersi in inutili ghirigori.
Valerio Vantaggio conosce il jazz, ma pure tutto quanto si è prodotto dagli
anni novanta in poi nella musica di consumo. Il suo accompagnamento con la batteria,
a volte, è fin troppo indirizzato verso il pop o la disco music, pure nelle forme
più estreme, risultando un po' troppo dominante e aggressivo. Nella maggior parte
delle situazioni, invece, il percussionista sa stare al suo posto con un drumming
acconcio e variegato.
Jacopo Ferrazza prepara il terreno, a monte come autore e a valle come bassista,
con un pizzicato agile, avvolgente e colloquiale, sia con lo strumento elettrico
che con quello acustico, facendo da termoregolatore fra le propulsive spinte in
avanti delle percussioni e la classicità, capace anche di infuocarsi, di andare
su di giri, di tromba e flicorno.
La formula di un trio così concepito, non è proprio consueta nel panorama jazzistico
italiano e internazionale. Va dato atto ai tre protagonisti di essere riusciti a
interagire fra di loro e di aver riempito gli spazi a disposizione con una musica
dotata di una vena malinconica, ma viva, vibrante e rigogliosa. Si potrebbe scrivere
"giovane" se il termine non fosse troppo abusato.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/06/2014
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