| Jacopo Ferrazza Woodtales
 
 
  Not one label 2021
 
 1. Blackbird (Lennon/McCartney)
 2. Waiting (Ferrazza)
 3. My dear son (Ferrazza)
 4. Les amants (Pieranunzi)
 5. Little song for you (Ferrazza)
 6. Stardust (Carmichael)
 7. Leaving ocean and back again (Ferrazza)
 8. Choro pra Gianlu (Zeppetella)
 9. Hope (Ferrazza)
 10. Memories from a farmer (Ferrazza)
 11. Sophisticated Lady (Elliington)
 12. A new world (Ferrazza)
 
 
 Jacopo Ferrazza -  contrabbasso, arco, voce
 
 Jacopo Ferrazza è uno dei più richiesti bassisti in circolazione. 
Fa parte di We 4 di a
Fabrizio Bosso, 
fra l'altro, ed è membro di Norma ensemble, quartetto comprendente anche 
Marcello Allulli, Enrico Zanisi e Valerio Vantaggio. "Wood tales" è il suo 
primo disco in solitudine ed è stato inciso durante la pandemia nello scorso anno. 
Nell'album si avvicendano composizioni originali, a firma di Ferrazza, standards, 
due classicissimi, brani di musicisti italiani quali Zeppetella e Pieranunzi, ma 
per l'inizio si sono scelti i Beatles con Blackbird. Il giovane musicista laziale 
non punta tanto sul virtuosismo, quanto sull'espressività melodica, illustrando 
e decorando i motivi con variazioni tematiche flessuose e aggraziate. La cavata 
è rotonda, il fraseggio veloce, pulito, tecnicamente inappuntabile. Sono particolarmente 
riuscite soprattutto le versioni di "Stardust" e di "Sophisticated Lady". 
Nell'evergreen di Carmichael il tempo è addirittura rallentato. Il basso fruga dentro 
il refrain per scandirne distintamente le parole, senza prendersi alcuna licenza 
formale, offrendo un'interpretazione di Polvere di stelle all'insegna della sobrietà. 
Il pezzo di Ellington, invece, ha un'introduzione spagnoleggiante, finchè si arriva 
all'enunciazione del ritornello e da lì in poi si assiste ad un gran dispendio di 
note, di abbellimenti, di circonvoluzioni virtuose. Fra le takes originali, in special 
modo "Waiting" e "Memories from a farmer" custodiscono un abito classico-romantico, 
sottolineato pure dall'uso dell'archetto. "A new world", la traccia finale, è, invece, 
l'unica in cui vengono utilizzate le sovraincisioni, a servizio di un'aria cautamente 
rockegggiante, aperta verso nuovi confini e nuove avventure. Si finisce con qualche 
accento rock, cioè, dopo che si era cominciato con una interpretazione tesa e vibrante 
di "Blackbird", tratta dall'album bianco dei Fab four, una pietra miliare della 
pop music, quasi ad aprire e a chiudere idealmente un cerchio. Realizzare un cd di solo contrabbasso (aiutandosi in qualche frangente con la 
voce) non è un'impresa di poco conto. Jacopo Ferrazza, supportato da buone 
conoscenze e da una adeguata dose di coraggio, riesce a superare la prova, confezionando 
un album certamente apprezzabile, dotato di logica e di consequenzialità. Gianni Montano per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Inserisci un commento
 
 
 
| Questa pagina è stata visitata 480 volte Data pubblicazione: 04/09/2021
   
 
 
 
 |  |