|
Claudio Cojaniz - Franco Feruglio
Blue Africa
Caligola (2013)
1. Shining Kilimanjaro
2. Blue Africa
3. Lion's Trip
4. Ya-Hamba
5. Quicksand
6. Prayer
7. DK Blues
8. Freedom and Flowers
9. Magic Wave
10. Art Nightfall
11. Gerson "The Dog" Rumba
Claudio Cojaniz - pianoforte Franco Feruglio - contrabbasso
Per fare un'orchestra non ci vogliono tanti elementi: ne bastano
due. Tocca aggiungere, però, che sappiano suonare e che dicano cose nuove e belle.
Claudio Cojaniz e Franco Feruglio appartengono a questa casta di eletti
e qui raccontano undici intense storie, che danno luce alla loro passione e alla
capacità di scrittura del pianista friulano, autore di tutti i brani. Le loro corde
si intrecciano perfettamente mettendo a nudo blues e jazz riportandoli alla primitiva
cantabilità ("Shining Kilimanjaro") e dirompendo nella più impossibile (almeno
oggi) delle prodezze: non cadere mai nel virtuosismo fine a sé stesso. E qui, in
duo, l'inciampo poteva anche esserci. Invece, entrambi scelgono solo le note rivelatrici
ed essenziali. Cojaniz non perde tempo nel ricordarci come vada suonato il pianoforte,
anche nell'incedere sornione della blues ballad ("Blue Africa"), dove la
destra picchietta le note più acute swingando lucentemente. La capacità di Feruglio
è quella di essere sempre in corsa, sempre lì a tenere tempo, ritmo, disegnare armonie
gentili o vigorose, così nel crescente volume sonoro di "Lion's Trip", dove
l'obbligato sottolineato dalla sinistra di Cojaniz e dal passo sicuro di Feruglio
rendono imperiosa la melodia e i passaggi in scioltezza, vigorosi, cesellati dalla
mano destra del pianista. Cojaniz sembra ispirato dall'intero mondo della musica
con pieghe armoniche che si orientano verso un ragtime-fast western rivisitato (con
nuvole di profumo arabe), rinfrescato da intervalli inaspettati e tornito dal suono
granuloso, dalle note prolungate di Feruglio ("Quicksand"); abile anche nell'uso
dell'archetto, dove fa da aureola alla nota ("Prayer", "Freedom and Flowers").
Non c'è un brano che delude, un elzeviro del jazz fatto da due
eccellenti musicisti che, nonostante se lo possano permettere, hanno messo in un
angolo tutto il loro mestiere e la loro sapienza, per divertirsi e far divertire,
lasciando entrare tanta aria buona e fresca.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 1.283 volte
Data pubblicazione: 20/05/2014
|
|