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Vibeguitar Quartet
The Duke
Fo(u)r (2014)
1. The Duke bossa version (Dave Brubeck)
2. A la Monk (Guido Di Leone)
3. Livia (Saverio Tasca)
4. Butch (Saverio Tasca)
5. NYC Subway love song (Giuseppe Bassi)
6. Half step whole step (Guido Di Leone)
7. Everything Happens To Me (Tom Adair – Matt Dennis)
8. For Evans (Giovanni Scasciamacchia)
9. The Duke swing version (Dave Brubeck)
10. Full moon and empty arms (Buddy Kaye – Ted Mossman)
11. Isfahan (Duke Ellington – Billy Strayhorn)
Saverio Tasca - vibes Guido Di Leone - guitar Giuseppe Bassi - double bass Giovanni Scasciamacchia - drums
email: info@four-edition.com
web: http://www.four-edition.com
The Duke: molteplice album; l'essenza della capacità di saper suonare (quasi) tutto
con maestria più che assodata da parte del Vibeguitar quartet.
Con un album che lancia un chiaro segnale al divertimento collettivo il valente
quartetto formato da Saverio Tasca (vibes),
Guido Di Leone
(guitar), Giuseppe
Bassi (double bass), Giovanni Scasciamacchia (drums) delinea
una traiettoria abbondantemente battuta che assume, in questo caso, i connotati
di una sperimentazione sonora che abbraccia, (in)consuetudinariamente, tutte le
intenzionalità musicali.
Proprio la commistione chitarra – vibrafono conferisce ulteriore leggerezza al sound
che avvolge questi cinquantasette minuti di musica "assemblata", nella quale emergono
vene di solismo radicate in una tradizione ben codificata e che democratizza ogni
singola voce in un continuum sonoro livellato, accomodante di conseguenza: fluente
all'ascolto.
Colpiscono le scelte di repertorio, su tutte "Isfahan"(Strayhorn – Ellington) di
rara poesia compositiva e "Everything Happens To Me"(Adair – Dennis) in cui
emerge una chiara, assimilata sensibilità storica; da non sottovalutare le composizioni
originali "NYC Subway love song" in cui Bassi trasla una visione "rappresentativa"
dello strumento in un pezzo dal risultato avvincente, "Half step whole step" in
cui Di Leone emerge stilisticamente sempre ad un livello rappresentativo ben consolidato,
quasi prosastico, "Livia" in cui la sonorità presente di Tasca suggella un ambiente
sonoro ricco di evanescenti suggestioni musicali e "For Evans" in cui Scasciamacchia
porta riporta in auge quella maniera timbrica, qui dedicataria, di accompagnare
contrappuntisticamente.
Un disco capace di conquistare anche l'orecchio più refrattario, un giogo magistralmente
collaudato alla, sacrosanta, prosa musicale.
Antonella Chionna per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 29/03/2015
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