Intervista a Guido di Leone Autore: Alceste Ayroldi
maggio 2020
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Guido, tu sei il direttore della scuola di musica Il
Pentagramma di Bari. Quali effetti hanno provocato le restrizioni in conseguenza
del Covid-19 sull'attività della scuola?
Il Pentagramma è chiuso dal 10 marzo, una buona parte dei costi gestionali è rimasta
invariata, con le ovvie conseguenze e rischi di una ripresa zoppicante. Ma tutto
ha anche dei risvolti positivi: per esempio, paradossalmente, i rapporti fra noi
insegnanti si sono intensificati, ci siamo stretti intorno ad una così grossa problematica.
E io, da direttore e amministratore della nostra grande scuola, non mi sono mai
sentito solo. Lo stesso posso dire di molti nostri studenti e amici sostenitori.
Durante la quarantena, quali attività sono state svolte
al fine di proseguire la didattica?
Alcune lezioni individuali on line e, per quanto riguarda le materie teoriche, un
quantitativo colossale di dispense preparate dai nostri insegnanti di teoria. Grazie
a questa situazione abbiamo anche potuto dare l'avvio alla scrittura di un testo
di storia della musica jazz con l'aiuto tuo, caro Alceste e di tutti i nostri insegnanti
stabili e amici internazionali con cui spesso Il Pentagramma collabora. Sono stati
anche realizzati decine di video musicali amatoriali e professionali e di guide
all'ascolto.
Quali sono le prospettive future e come vi state organizzando
al fine di tutelare gli allievi e i docenti nel momento in cui ci sarà la ripresa
delle attività? Siamo in attesa di avere autorizzazioni e protocolli ufficiali che ci
consentano di riavviare le nostre attività, seppur parzialmente. Siamo vittima di
un'Italia indecisa, che si dimentica di noi che non siamo né una palestra né un
circolo aziendale. Potremmo riprendere le lezioni individuali, siamo già pronti
con pannelli in plexiglass, spazi ampi, finestre per una migliore areazione, ma
attendiamo. Se e quando questa situazione si sbloccherà, le nostre intenzioni sono
di rimanere in attività anche nei mesi di luglio e agosto.
Nell'ambito delle attività concertistiche, poi, all'interno
della sede de Il Pentagramma c'è anche il jazz club Duke che, ovviamente, ha sospeso
ogni programmazione. Pensi che si possa riprendere l'attività al più presto? In
tal caso, quali accorgimenti conti di attivare per mettere in sicurezza l'ambiente? I concerti al Duke, li vedo con un po' più di difficoltà; 100
posti, ridotti a 30 non consentirebbero una ripresa. Siamo stati coinvolti nella
realizzazione di un festival jazz on line da registrare al Duke, ma sarebbe comunque
una goccia che poco può fare per coprire i costi di un'attività ferma.
Il mondo dello spettacolo è letteralmente in ginocchio.
A tuo avviso, quali interventi ritieni siano auspicabili per cercare di rimettere
in sesto il settore?
Oltre che sperare che tutto torni come prima, nel frattempo servono contributi pubblici
a fondo perduto da far utilizzare per quelle attività che già svolgiamo abitualmente,
ma a titolo gratuito. Prove, composizioni, progetti, concerti on line, realizzazioni
di dischi ecc. Forse dirò' un'eresia, ma se un concerto viene dai tecnici considerato
un vero pericolo, si faccia anche a meno di organizzarlo, la musica lo sappiamo
che è fondamentale per la vita di ognuno di noi, ma non credo che un'estate senza
concerti sia così assurdo immaginarsela. Però, quei soldi 'risparmiati' dall'ente
pubblico, vengano ugualmente distribuiti fra tutti gli operatori dello spettacolo
al fine di produrre altro. Ad esempio, con il costo di un concerto jazz di medio
livello si può produrre un disco con la stampa di qualche migliaia di copie, che
potrebbero essere distribuite gratuitamente diffondendo cultura. Questa operazione,
che è solo un esempio, coinvolgerebbe musicisti, compositori, tecnici, ingegneri
del suono, grafici, fotografi, organizzatori e promoter, sale prova, case discografiche,
fabbriche che si occupano della stampa di dischi…
In ogni caso è ridicolo che un parrucchiere possa incontrare e "toccare" un suo
cliente, mentre un maestro di musica non possa incontrare un suo allievo senza nemmeno
aver contatto con lui. È anche ingiusto che un supermercato lavori ed una sala prova
no, che si possano vendere libri, ma non dischi.... W l'Italia!