Quattro chiacchiere con…Paolo Magno giugno 2013 di Alceste Ayroldi
Paolo Magno, chitarrista e didatta barese, ordisce il
suo secondo lavoro da leader, dedicandolo al Maestro Armando Trovajoli. Non
il solito tributo a posteriori, bensì un progetto nato già prima della scomparsa
del grande pianista e compositore romano.
Paolo, è il tuo secondo disco
da leader. Come mai hai scelto proprio il Maestro Armando Trovajoli?
Sono un grande appassionato di cinema. Mi commuovo e sorrido insieme agli interpreti
di un film. Inoltre credo che la musica sia fondamentale per suscitare le emozioni.
Sin da adolescente sono stato attratto dalle musiche che accompagnano le scene di
un film, mi sono appassionato a quello che poi è diventato un "genere musicale"
e, da musicista, mi è sembrato doveroso rendere omaggio ad uno dei più rappresentativi
autori italiani, ricreando le atmosfere tipiche di quegli anni.
E per il titolo del tuo lavoro hai scelto
L'Ospite di Dino Risi: è un film che ti ha particolarmente colpito?
Sicuramente "Sesso matto" è stato uno di quei film che hanno caratterizzato
il cinema italiano degli anni settanta, contribuendo a farlo conoscere in tutto
il mondo. "L'Ospite" mi piaceva come titolo perchè abbraccia, per così dire,
molti concetti del disco… e poi ci siamo divertiti un po' sia nella grafica sia
nell'ascolto del cd......Non posso dire altro, lascio scoprire il resto agli ascoltatori.
Scelte tutte particolari, penso anche
legate al tuo gradimento di alcuni film; forse è il caso del "Commissario Pepe",
film del 1969 di Ettore Scola, con Ugo Tognazzi. Oppure "La matriarca", del 1968
e di Pasquale Festa Campanile. Entrambi non sono tra i film, meglio: tra le colonne
sonore, che hanno dato maggiore lustro a Trovajoli, in termini di premi. Prima le
ascoltiamo, che ne pensi? E, poi, ci dirai quale è il tuo rapporto con il cinema. Il mio rapporto con il cinema? Quotidiano direi, riesco sempre a trovare
un momento della giornata in cui vedere o rivedere le scene di film che preferisco
e poi.. mi lascio trasportare dalle emozioni! In alcuni film, se posso enfatizzare,
sembra quasi che siano le scene a colorare il brano musicale di sottofondo.
Senti Paolo, la tua è anche una scelta
legata alle musiche per film, in generale?
Parlare di musiche per film in generale significa, per quanto mi riguarda, abbracciare
tutti i generi musicali, dalla musica classica al jazz, alla musica rock e… chi
più ne ha più ne metta! Io poi mi sono appassionato a quel genere di colonne sonore
perché le sento molto più vicine ai grandi classici "standard" della musica jazz
sia nell'armonia sia nella melodia.
Hai notato quanto sia cambiato l'approccio musicale delle
colonne sonore dagli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta rispetto ad oggi? Inoltre,
non ti sembra che prima il jazz era più di casa anche al cinema? L'approccio musicale cambia a seconda delle esigenze del regista, credo
sia anche una questione di mode e poi, con l'avvento dell' "elettronica", molte
cose sono cambiate anche nella musica in generale. Il jazz era sicuramente più di
casa in quegli anni, ma sempre nel cinema americano, in Italia le colonne sonore
dei film hanno sempre seguito la moda del momento.
Trovajoli ha composto, tra le altre,
oltre 350 colonne sonore e una miriade di brani. Quali criteri hai seguito per selezionare
e scegliere i brani del tuo album?
Non è stato facile! Ho scelto i brani che mi hanno emozionato di più sia durante
il film sia nell'ascolto della colonna sonora, brani che in alcuni casi restano
celati, quasi latenti e senza rendertene conto ti fanno venire la pelle d'oca, ti
penetrano nell'anima e quasi non ti sei reso conto che c'erano!
Paolo, per gli arrangiamenti ti sei
fatto affiancare da Pippo Lombardo. Perché proprio Pippo?
Con Pippo c'è una sincera amicizia, ci confrontiamo spesso sui gusti musicali e,
guarda caso, siamo entrambi appassionati di questo genere musicale definito "lounge".
Ho scelto Pippo come tastierista, pur essendo un eccellente pianista perché, a mio
parere, è l'unico a cui poter affidare degli arrangiamenti di questo genere, data
la sua straordinaria conoscenza e creatività.
Quali criteri avete seguito nell'effettuare
gli arrangiamenti?
Abbiamo cercato di non stravolgere le melodie e le armonie dei brani, dando comunque
largo spazio alle nostre fantasie musicali, cercando di renderli anche funzionali
alle improvvisazioni dei vari strumenti.
Ritieni che, in qualche brano, abbiate
snaturato il progetto principale di Trovajoli? Per esempio orientandone il ritmo
verso la bossa?
Questo non dovrei dirlo io, considerato che i brani a me piacciono anche così. Sicuramente,
da appassionati di jazz e bossanova, ci siamo quasi naturalmente orientati su questi
ritmi, tipici anche della musica "lounge".
Ad eccezione di Rossana, arrangiato
da Stefania Arcieri…
Ho fortemente voluto un brano "chitarra e voci", affidando l'arduo compito alla
giovanissima, ma già esperta, Stefania. Abbiamo scelto Rossana perché nella colonna
sonora il brano viene riproposto in vari stili e la melodia si presta bene ad un
arrangiamento di questo tipo.
Paolo, molti si chiedono che significato
ha fare un disco in un momento di crisi generale e, in particolare, del mercato
discografico: tu cosa rispondi?
Ottima domanda, perché? Per crescere, per farci conoscere, per divertirsi con gli
amici… sicuramente non per vendere! Un artista sente proprio il bisogno di creare,
i sogni aiutano a crescere, a vivere, bisogna però anche cercare di realizzarli,
con tanta fatica certo, ma bisogna farlo. E poi, come si dice, chi vivrà, vedrà!
Hai voluto tanti ospiti, tanti amici
presenti in questo lavoro: ne avresti aggiunti altri? Chi, in particolare?
Il mio desiderio era poter realizzare un disco con gli amici musicisti che "mi sopportano"
ogni giorno, con cui condivido il lavoro e (in alcuni casi) la vita quotidiana.
Ringrazio di cuore ciascuno di loro, per questo disco e per tutto ciò che mi regalano
giorno per giorno. Ne avrei aggiunti altri? Magari nel prossimo disco, qualche altro
"ospite d'onore" mah… sorpresa…
Prendo in prestito un film la cui colonna
sonora è sempre di Trovajoli Ieri, Oggi e Domani per chiederti: secondo te il jazz
di ieri è molto diverso da quello di oggi? E domani parleremo ancora di jazz?
Il jazz è intramontabile. Sinceramente non conosco un altro genere musicale
che ti permetta di esprimere all'istante e sempre in maniera diversa quello che
hai dentro. Certo anche il jazz ha avuto le sue evoluzioni negli anni, dal ragtime
allo swing, al bebop, ma questa è Storia! Oggi molti giovani musicisti vanno alla
ricerca di nuovi stimoli, di nuove soluzioni armoniche e ritmiche… giustissimo!
L'importante però è conoscere sempre le origini.
Paolo, cosa ti aspetti da questo disco
e quali sono i tuoi programmi futuri?
Come ti dicevo, non ci sono aspettative particolari. Sarei felice se, ascoltando
il mio disco, qualcuno potesse provare delle belle emozioni, magari anche solo allietare
un'ora della giornata, rendere piacevole un momento, solo questo, il gusto di regalare
qualcosa di bello, ne abbiamo tanto bisogno!
Un'ultima cosa: Seven Golden Men di
Marco Vicario è forse la colonna sonora che ha messo sull'olimpo Trovajoli (a braccetto
con Rugantino). Chi sono i sette uomini d'oro del jazz secondo te?
Eh… sette mi sembrano un po' pochini: provo a sceglierne uno per strumento fra quelli
che mi hanno fatto crescere: Tony Williams,
Ray Brown,
Bill Evans,
Jim Hall,
Dexter Gordon,
Chet Baker,
Billie Holiday, ma senza dimenticare Miles Davis, Charlie Parker.
Mamma mia come si fa???