Milano 1950 RJR CD 012
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Umberto Cesari, Nunzio Rotondo, Armando Trovajoli
Jazz in Italy in The 50s
1. Boppin' For Bop
2. The Man I Love
3. Helzaboppin'
4. Begin The Beguine
5. Body And Soul
6. Afternoon Blues
7. What Is This Thing Called Love
8. Lullaby In Rhythm
9. Big City Boogie
10. Faschinating Rhythm
11. Opus 5/3
12. Stars To Sailors
13. Sophisticated Lady
14. My Foolish Heart
15. Sid's Bounce
16. My Dream Is Yours
17. This Heart Of Mine
18. The Man I Love
19. Yesterdays
20. All The Things You Are
21. I Can't Get Started
22. Lady Bird
23. Easy To Love
1 - 3, Nunzio Rotondo e il suo Sestetto:
Nunzio Rotondo - tromba, arrangiamento Marcello Boschi - sax alto Gino Marinacci - sax tenore Bruno Campilli - piano Carlo Loffredo - basso Roberto Zappulla - batteria Piero Morgan (piero Piccioni) - arrangiamenti
4, Trio Di Roma:
Umberto Cesari - piano Carlo Pes - chitarra Carlo Loffredo - basso
5-9:
Armando Trovajoli - piano Franco Cerri - basso Paolo Tagliaferri - batteria
10-23, Armando Trovajoli e La Sua Orchestra D'Archi:
Armando Trovajoli - piano Roberto Nicolosi - basso Gilberto Cuppini - batteria Unknown String Orchestra
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Ennesima preziosissima produzione discografica della
Riviera Jazz Records
dedicata al tanto mistificato jazz italiano sostenuto da impavidi musicisti che
tra lo stupore dei più si immergevano anima e corpo in questa musica appresa quasi
per..."sentito dire"...data la scarsissima comunicazione disponibile in quegli
anni. Ma la forza corroborante del ritmo e delle evoluzioni armoniche non potevano
non colpire musicisti come Umberto
Cesàri, Nunzio Rotondo, Armando Trovajoli,
Gorni Kramer, Piero Piccioni, Gil Cuppini,
Franco Cerri,
Oscar Valdambrini,
Gianni Basso, Eraldo Volontè e tanti, tanti altri di cui
Jazzitalia si è ampiamente occupata. Talenti,
professionisti che hanno creato questa testimonianza molto ben documentata grazie
al lavoro dell'infaticabile
Adriano
Mazzoletti, capitano della
Riviera Jazz Records.
Fluido, estremamente contestuale, un jazz che scorre come se si fosse
inserito il cd americano degli anni
'40. Nunzio Rotondo
e il suo Sestetto offre un bop di gran levatura con l'alto sax di Marcello Boschi
in evidenza. L'accoppiata tromba-sax emula i quintetti di Parker e si produce
comunque in un sound compatto e molto ben fatto che mostra il fianco esclusivamente
in qualche solo.
Il Trio di Roma, con
Cesàri, Pes e
Loffredo
mostra, se ancora ce ne fosse bisogno, il livello planetario di
Cesàri che era oltre, a stento
seguito da Pes e
Loffredo,
con perentori cambi di tempo, strabilianti sostituzioni per un
Beguine the Beguine di
grande effetto.
Trovajoli pianisticamente rivela eccellente timing e senso dell'improvvisazione.
"Infarcisce" i temi di scale a-là-Garner, evolve i soli a-là-Peterson,
armonizza a-là-Tatum, blueseggia con grande padronanza sostenuto esclusivamente
dal precisissimo
Cerri
al contrabbasso e dalla nascosta batteria di Tagliaferri. Sicuramente un
musicista di assoluto valore che ha suonato anche con personaggi del calibro di
Duke Ellington,
Louis Armstrong,
Miles Davis,
Chet Baker,
Stephan Grappelli, Django Reinhardt...conosciuto però in Italia per
le sue famosissime musiche per teatro e televisione.
Ma Trovajoli, oltre ad essere un eccellente pianista, è anche un ottimo
direttore di orchestra e scrittore di arrangiamenti che non possono non colpire
in questa veste di connubio di trio jazz con archi. Tredici brani godibilissimi
con particolari acumi artistici nelle ballad come
Stars To Sailors,
Sophisticated Lady,
The man I love (eccellente!).
Ascoltando questi musicisti vien voglia di pensare che molto derivi da lì
e che se fossero tutti quanti più noti oggi verrebbero probabilmente ascoltati tanto
quanto i grandissimi americani che, ovviamente, hanno marce in più, ma che forse
posso esprimersi in egual misura per competenza e dedizione, vero traino di tutti
questi musicisti. Un plauso va sicuramente al lavoro di ricerca che
Mazzoletti
e la sua Riviera Jazz
Records stanno effettuando e senza del quale tutte queste registrazioni
non sarebbero mai state ascoltate da molti, incluso chi scrive.
Marco Losavio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/07/2006
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