La didattica musicale ai tempi del Covid-19
A cura di Alceste Ayroldi
Maurizio Franco, Civici Corsi di Jazz di Milano
Maurizio, tu sei il coordinatore dei Civici Corsi di
Jazz di Milano. Quali effetti hanno provocato le restrizioni in conseguenza del
Covid-19 sull'attività dell'istituzione da diretta Enrico Intra e da Musica
Oggi?
Abbiamo dovuto riorganizzare la nostra didattica perché abbiamo operato "a distanza"
e siamo riusciti non solo ad attivare tutti i corsi, spesso con modalità didattiche
originali, ma anche a terminarli in tempo per programmare gli esami a fine giugno.
Durante la quarantena, quali attività sono state svolte
al fine di proseguire la didattica?
Tutte le attività sono state riprese, compresa la musica d'insieme, fatta secondo
criteri nuovi che, certo, non sostituiscono il fatto di stare insieme, ma si sono
rivelati molto efficaci.
Quali sono le prospettive future
e come vi state organizzando al fine di tutelare gli allievi e i docenti nel momento
in cui ci sarà la ripresa delle attività?
Le prospettive sono uguali per tutti: dipenderà dalle ordinanze. Crediamo però che
questa esperienza non sarà passata invano e porterà a qualche riorganizzazione della
didattica che, per tutti, in futuro potrà prevedere anche parti on line. Ma questo
avverrà per tutte le attività, almeno così credo.
Musica Oggi, che gestisce i Corsi, si occupa anche dell'organizzazione
di attività concertistiche. Avete già in mente qualche progetto futuro, tenendo
in conto tutte le misure poste a detrimento della diffusione della malattia?
Vista la nuova ordinanza, crediamo che le iniziative si potranno fare rispettando
le norme sul numero degli spettatori. Il problema, semmai, saranno i finanziamenti
pubblici e privati, visto che stanno convogliando tutti sulle attività sanitarie.
Il mondo dello spettacolo è letteralmente in ginocchio.
A tuo avviso, quali interventi ritieni siano auspicabili per cercare di rimettere
in sesto il settore?
E' in ginocchio come gran parte del paese. Gli interventi devono essere legati all'elasticità
burocratica da parte dei soggetti pubblici e al mantenimento dei finanziamenti,
che con la scusa del virus potrebbero indurre qualcuno a spazzare via la cultura,
come hanno fatto in questi mesi e come dimostra la programmazione televisiva. E
poi occorre capire che la cultura, e la musica, sono un eccezionale collante sociale,
sono un elemento di identità di una nazione e vanno tutelate, sono importanti come
la sanità, oltre ad essere un vettore economico non certo trascurabile.
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Data pubblicazione: 30/05/2020
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